Emissioni, gli “sporchi trucchi” dei costruttori auto vogliono annacquare lo standard Euro 7

Le considerazioni di Transport & Environment in un nuovo briefing.

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I costruttori auto stanno usando “sporchi trucchi” per ostacolare il nuovo standard per le emissioni Euro 7 la cui entrata in vigore è prevista nel 2025.

Lo sostiene una nuova analisi di Transport & Environment (TE), intitolata “The seven (dirty) air pollution tricks of the auto industry” (link in basso), incentrata sui continui tentativi delle case automobilistiche di annacquare il prossimo regolamento sulle emissioni inquinanti delle vetture.

Adottare uno standard più rigoroso per ridurre le emissioni, si spiega, è di fondamentale importanza, anche se Bruxelles nel pacchetto “Fit for 55” ha proposto di bandire la vendita di nuove auto con motori termici (benzina e diesel) dal 2035.

TE stima che tra 2025 e 2035 si venderanno in Europa quasi 100 milioni di automobili, che in parte continueranno a circolare fino al 2050, considerando che in alcuni paesi Ue la vita media delle vetture è intorno a 15 anni. Pertanto, senza uno standard più severo in sostituzione dello standard attuale Euro 6, ormai obsoleto e pieno di scappatoie, in Europa si rischia di aumentare le emissioni dei trasporti stradali.

Uno degli argomenti fuorvianti usati dai costruttori auto per bloccare lo standard Euro 7, evidenzia il documento di Transport & Environment, è che applicare le nuove regole sarà troppo costoso.

Al contrario, si legge nel briefing, la Commissione europea stima che adottare le migliori tecnologie disponibili per soddisfare lo standard Euro 7 aggiungerebbe tra 100 e 500 euro al prezzo di una vettura, quindi meno di una verniciatura su un modello come la VW Golf o la Ford Fiesta, che può costare oltre 700 euro.

Inoltre, osservano gli esperti di TE, le tecnologie di controllo delle sostanze inquinanti hanno compiuto notevoli progressi dal 2008, quando furono concordati gli attuali standard Euro 6.

Ad esempio, le marmitte catalitiche elettroniche sono in grado di ridurre drasticamente le emissioni alla prima accensione del motore, mentre i sistemi di aspirazione a vuoto diminuiscono le emissioni di particolato dei freni; entrambe le tecnologie sono disponibili e accessibili.

Invece la lobby del settore (Acea: Associazione europea dei produttori di automobili), a inizio 2021, ha lanciato una campagna pubblica contro lo standard Euro 7, rilasciando affermazioni infondate secondo cui la legislazione equivarrebbe alla messa al bando dei motori a combustione interna perché le soluzioni proposte non sarebbero fattibili dal punto di vista tecnico ed economico.

La lobby, di cui fa parte quella stessa Volkswagen il cui amministratore delegato, Herbert Diess, è tra i massimi sostenitori della mobilità elettrica, ha anche pubblicato uno studio in cui si afferma che lo standard Euro 7 avrebbe un impatto limitato sulla riduzione degli agenti inquinanti.

Tuttavia, sottolinea TE, lo studio si basa su standard meno ambiziosi di quelli in fase di elaborazione e contiene numerose imprecisioni, ad esempio esclude dalle analisi le auto a benzina, che sono la maggioranza delle nuove auto vendute oggi.

Gli esperti di TE fanno poi notare che il settore automobilistico ha una lunga storia di allarmismi in merito agli standard per le emissioni, dove si è sostenuto a più riprese che la conformità sarebbe stata impossibile ed eccessivamente costosa o avrebbe paralizzato le vendite.

Numerose sono state anche le violazioni delle norme.

Nel briefing si ricorda che lo scorso luglio la Commissione Ue ha comminato a Volkswagen e BMW una multa da 875 milioni di euro per avere ostacolato, in collusione con Daimler, la diffusione delle tecnologie per ridurre le emissioni pulite dei motori diesel. E Volkswagen ha già sborsato più di 32 miliardi di euro in penali e risarcimenti per lo scandalo delle emissioni dieselgate, scoppiato nel 2015 con le accuse di truccare le centraline per falsificare i test di omologazione.

La Commissione europea, spiega TE, punta a definire lo standard Euro 7 entro fine 2021 e sta studiando le raccomandazioni degli esperti indipendenti, riuniti nel Consortium for Ultra Low Vehicle Emissions (CLOVE), che ha svolto una consulenza sulle soluzioni economicamente e tecnicamente fattibili. Il gruppo di esperti, infatti, ha condotto ricerche per oltre due anni per trovare le migliori tecnologie attualmente disponibili.

In particolare, il consorzio ha proposto tagli drastici rispetto allo standard Euro 6 su una vasta gamma di emissioni nocive per la salute: ad esempio, le emissioni di ossido di azoto (NOx) scenderebbero da 80 mg/km a 20 mg/km e le emissioni di paritcolato diminuirebbero in modo consistente (80% circa rispetto a oggi).

Secondo TE, infine, la nuova normativa Euro 7 dovrà colmare quei vuoti che permettono ai veicoli di superare notevolmente i limiti legali delle emissioni, per esempio durante le accelerazioni veloci e i brevi tragitti cittadini, attraverso una più chiara regolamentazione dei test delle vetture.

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