Una domanda finale di energia inferiore di circa il 5% entro il 2030, ma al servizio di un’economia più grande del 40% rispetto a oggi – con un risparmio equivalente all’attuale consumo energetico annuale della Cina.
È questo, in estrema sintesi, lo scenario prefigurato dall’Agenzia internazionale per l’energia (Iea) nella sua 7a Conferenza globale sull’efficienza energetica, in corso a Sønderborg, in Danimarca.
È necessario e possibile raddoppiare l’attuale tasso di miglioramento dell’intensità energetica dal 2% al 4% all’anno nel corso di questo decennio per raggiungere lo scenario Iea di emissioni nette zero entro il 2050.
Rispetto allo status quo, questo scenario ha il potenziale di evitare 95 EJ all’anno di consumo finale di energia, pari appunto al consumo annuale della Cina (1 Exajoule [EJ] corrisponde a circa 277.778 GWh o 277,778 TWh).
Il raggiungimento di questo risultato dipende da una spinta globale verso una maggiore efficienza energetica, accompagnata dalle relative misure per diminuire la domanda di energia, tra cui l’elettrificazione, il cambiamento delle abitudini, la digitalizzazione e l’efficienza dei materiali nell’industria.
È necessario agire incisivamente ora, secondo la Iea, poiché un’azione più lenta cristallizzerebbe un consumo energetico più alto per gli anni a venire.
“L’efficienza energetica è una soluzione cruciale per molte delle sfide più urgenti del mondo. Può infatti rendere le nostre forniture energetiche più accessibili, più sicure e più sostenibili. Ma inspiegabilmente, i governi e le imprese non agiscono a sufficienza in questo senso”, ha detto il direttore esecutivo della Iea, Fatih Birol.
“Gli shock petroliferi degli anni ’70 hanno messo in moto miglioramenti sensibili dell’efficienza ed è assolutamente essenziale che l’efficienza sia al centro della risposta all’odierna crisi energetica globale. I leader devono fare in modo che questo sia il momento in cui il mondo preme sull’acceleratore dell’efficienza, altrimenti potremmo non riuscire a rispondere adeguatamente all’attuale crisi energetica e pagarne il prezzo per molti anni a venire“, ha aggiunto Birol.
Nello Scenario Net Zero (Nze) della Iea, entro il 2030 la domanda di energia cala maggiormente nel comparto degli edifici, ma il maggior potenziale di riduzione della domanda di energia rispetto alle politiche attuali (Steps) si riscontra nel settore dei trasporti, come si può vedere nell’illustrazione sulla variazione della domanda di energia.
Le misure legate all’efficienza sono fondamentali anche per l’industria, con l’efficienza dei materiali nell’industria pesante e l’elettrificazione nel settore manifatturiero visti come fattori chiave per moderare quella che altrimenti determinerebbe una forte crescita della domanda di energia entro il 2030.
In altre parole, la nuova analisi della Iea mostra opportunità significative per un rapido aumento dell’efficienza energetica in tutti i settori dell’economia. La maggior parte di queste opportunità riguarda tecnologie facilmente disponibili, che si ripagherebbero da sole con una riduzione dei costi di gestione, a maggior ragione con i rincari dell’energia odierni.
Entro il 2030, circa un terzo della domanda di energia evitata deriverà dall’impiego di apparecchiature più efficienti, dai condizionatori d’aria ai veicoli elettrici. Circa un quinto deriva dall’elettrificazione, come il passaggio alle pompe di calore o alle auto elettriche. La digitalizzazione e l’uso di materiali più efficienti nell’industria forniscono il grosso della parte restante.
Un’azione più incisiva potrebbe ridurre le emissioni di CO2 di ulteriori 5 Gt all’anno entro il 2030, rispetto alle politiche attuali, pari a circa un terzo della riduzione delle emissioni necessarie in questo decennio nello scenario Iea “Emissioni nette zero entro il 2050” (1 gigatonne [Gt] equivale a 1 miliardo di tonnellate).
Per quanto riguarda il rafforzamento della sicurezza energetica, il raggiungimento di 95 EJ di risparmio energetico all’anno entro il 2030 contribuirebbe a evitare
- quasi 30 milioni di barili di petrolio al giorno, circa il triplo della produzione media della Russia nel 2021;
- 650 miliardi di metri cubi di gas naturale all’anno, circa quattro volte quanto l’Unione europea ha importato dalla Russia nel 2021.
Tale accelerazione dell’efficienza energetica globale deve includere anche la possibilità di cucinare e riscaldarsi con mezzi più puliti ed efficienti da parte di tutti coloro che oggi ne sono sprovvisti. Si potrebbe così eviterebbe una domanda di oltre 20 EJ per l’uso tradizionale di biomassa, come il legno e la carbonella, nel 2030 rispetto alle politiche attuali, migliorando drasticamente la vita di miliardi di persone. Tanto per fare un esempio, l’inquinamento atmosferico domestico è collegato a circa 2,5 milioni di morti premature all’anno, e le donne e i bambini sono i più colpiti.
Complessivamente, questi risparmi energetici totali possono contribuire a ridurre le bollette energetiche delle famiglie di almeno 650 miliardi di dollari all’anno entro il 2030 rispetto ad ora.
L’efficienza energetica funziona insomma sia per il clima che per l’economia, ha sottolineato la Iea.
L’aumento degli investimenti per ottenere questi risparmi energetici può sostenere ulteriori 10 milioni di posti di lavoro in più entro il 2030 in settori legati all’efficienza, come le nuove costruzioni e le riqualificazioni di edifici, l’industria manifatturiera e le infrastrutture di trasporto. Mentre i guadagni in termini di efficienza energetica hanno già contribuito in larga misura a limitare la crescita delle emissioni di gas serra.
Senza le riduzioni dell’intensità energetica globale degli ultimi due decenni, infatti, la crescita delle emissioni sarebbe stata quasi doppia, ovvero di circa 8 Gt all’anno maggiore nel 2019.
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