Da ieri, giovedì 12 dicembre, Gianni Vittorio Armani è ufficialmente il nuovo presidente di Elettricità Futura per il periodo 2025-2029.
Questa la decisione dell’assemblea dell’associazione, che si è riunita presso la sede della Luiss Business School a Roma per eleggere il successore di Agostino Re Rebaudengo, presidente uscente di EF.
Chi è Armani
Laureato in ingegneria elettronica, si legge in una nota diffusa da Elettricità Futura, Armani è attualmente direttore Enel Grids and Innovability.
In precedenza, ha ricoperto ruoli di vertice nell’industria energetica, come amministratore delegato e direttore generale di Iren, direttore Strategia, Regolatorio e Business Development di A2A e amministratore delegato di Terna Rete Italia.
Inoltre, da presidente e amministratore delegato ha guidato l’ingresso di Anas nel Gruppo Ferrovie dello Stato.
Come ha commentato lo stesso Armani, “sono onorato dell’ampia fiducia ricevuta dagli associati in questo periodo così cruciale per tutto il settore”.
“Ricevo un mandato che impegna l’associazione a proseguire sulla strada della decarbonizzazione e della transizione energetica, per una maggiore competitività e sicurezza di approvvigionamento del nostro Paese”, ha aggiunto, precisando che un obiettivo primario sarà anche “contribuire allo snellimento dei processi autorizzativi e alla realizzazione di un quadro di regole chiare e prevedibili per incentivare gli investimenti, sempre più necessari, sugli impianti di produzione di energia rinnovabile e sulle reti elettriche”.
L’assemblea di Elettricità Futura, aderente a Confindustria e principale associazione del settore elettrico italiano, ha inoltre approvato la nomina degli otto vicepresidenti: Luca Alippi (EP Produzione), Giuseppe Argirò (Cva), Monica Iacono (Engie), Renato Mazzoncini (A2A), Paolo Luigi Merli (Erg), Pietro Pacchione (Tages Capital), Marco Peruzzi (Edison), Hannelore Rocchio (Eni). Sono stati inoltre nominati tre vicepresidenti aggiunti: Guido Bortoni (Cesi), Luca Dal Fabbro (Iren) e Simone Togni (Ivpc).
Cosa è successo prima
Ricordiamo che a metà ottobre si è tenuta un’assemblea di Elettricità Futura richiesta da un gruppo di aziende che copre oltre il 20% della base associativa, con all’ordine del giorno la destituzione del presidente Agostino Re Rebaudengo dal suo ruolo, che avrebbe dovuto ricoprire (in prorogatio) fino al 2026.
Il cambio di passo era stato chiesto, secondo le ricostruzioni giornalistiche, da realtà del calibro di Enel, Edison, A2A, Iren e Sorgenia.
La causa principale dello strappo sarebbe stata una differenza di vedute tra l’attuale presidente di Confindustria Emanuele Orsini e Re Rebaudengo su tempi e modi della transizione energetica: troppo “rinnovabilista”, Re Rebaudengo, rispetto alla linea della nuova Confindustria di Orsini, che ha subito schierato l’associazione delle imprese italiane contro il Green Deal e per il nucleare.
Come abbiamo scritto, contro la proposta di destituire Re Rebaudengo si era schierato il “100% rinnovabili network” costituito da Fondazione per lo sviluppo sostenibile, Greenpeace, Kyoto Club, Legambiente e Wwf Italia, rimarcando che “la possibile destituzione di un presidente di Elettricità Futura che ha perseguito con forza una politica di decarbonizzazione assolutamente condivisibile non fa altro che confermare i nostri timori di un rischio evidente di ritorno al passato, tra un possibile ritorno surreale del nucleare e lo status quo di un paese in balia dei produttori di gas”.