Edilizia: spalma Superbonus, controlli dei Comuni e le altre novità del governo

L'obbligo di ripartire il Superbonus in dieci anni vale anche per Bonus barriere architettoniche e Sismabonus, mentre il bonus per le ristrutturazioni scenderà al 30% dal 2028. Cosa prevede l'emendamento dell'esecutivo al dl 39/2024.

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Obbligo di spalmare i crediti del Superbonus su dieci anni senza retroattività, bonus ristrutturazioni ridotto al 30% dal 2028, maggiore coinvolgimento dei comuni nelle attività di controllo sui bonus edilizi, istituzione di due fondi presso il Mef per sostenere gli interventi di riqualificazione energetica nelle zone terremotate e quelli realizzati da enti del terzo settore e onlus.

Sono le novità dell’emendamento presentato sabato scorso dal governo al decreto “Cessioni” (dl 39/2024), la cui conversione in legge è in corso al Senato; domani, martedì 14, si riunirà nuovamente la commissione Finanze mentre il testo è atteso in aula mercoledì.

Il punto più importante, anticipato durante l’esame in commissione dal ministro Giorgetti, prevede come detto l’obbligo di ripartire le detrazioni relative alle spese sostenute per il Superbonus in dieci quote annuali (anziché quattro) di pari importo, “a partire dal periodo d’imposta in corso alla data di entrata in vigore della legge di conversione”, quindi senza alcun effetto retroattivo.

Prevista la stessa detraibilità in dieci anni, rispetto alle vigenti cinque rate, anche per il Bonus barriere architettoniche e il Sismabonus.

Invece per i crediti d’imposta derivanti dall’esercizio delle opzioni di sconto in fattura o cessione del credito, si mantiene la ripartizione in quattro quote annuali per il Superbonus e cinque per Sismabonus.

Tra le altre proposte inserite dall’esecutivo nell’art. 4-bis, recante “Misure di razionalizzazione e coordinamento delle agevolazioni fiscali in edilizia”, quella che vieta alle banche e agli istituti finanziari, a decorrere dal 1° gennaio 2025, di compensare i crediti d’imposta, derivanti da cessioni e sconti in fattura, con i contributi previdenziali, assistenziali e i premi per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali.

Inoltre, si elimina, per chi ha detratto i bonus edilizi dall’Irpef in dichiarazione dei redditi, la possibilità di “trasformare” le singole rate residue non ancora fruite in crediti d’imposta cedibili.

L’emendamento del governo, oltre allo “spalma Superbonus”, prevede al comma 8 dell’art. 9-bis (Disposizioni finanziarie), la riduzione del Bonus ristrutturazioni al 30% dal 2028 e fino al 2033; ricordiamo che questo bonus attualmente è pari al 50% fino al 31 dicembre 2024, poi tornerà al 36% dal prossimo anno.

Prevista poi l’istituzione di due nuovi fondi (articoli 1-bis e 1-ter):bonus

  • uno da 35 milioni per il 2025 per sostenere gli interventi di riqualificazione energetica e strutturale su immobili danneggiati dai terremoti a far data dal 1° aprile 2009;
  • uno da 100 milioni per il 2025 per sostenere gli interventi di riqualificazione energetica e strutturale realizzati da enti del terzo settore, onlus, organizzazioni di volontariato e associazioni di promozione sociale.

Altro punto importante (art. 4-ter) è l’estensione agli enti comunali delle attività di vigilanza e controllo agli interventi realizzati con il Superbonus. Se gli uffici comunali dovessero rilevare l’inesistenza, totale o parziale, di detti interventi, devono fornire “segnalazione qualificata agli uffici della Guardia di finanza e dell’Agenzia delle entrate nella cui circoscrizione sono ubicati gli immobili oggetto della segnalazione”.

Ai Comuni sarà poi riconosciuto il 50% di quanto riscosso.

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