Draghi vuole tassare i “profitti fantastici” delle rinnovabili?

  • 23 Dicembre 2021

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Le dichiarazioni del premier nella conferenza stampa di fine anno. Il precedente in Spagna finito con una marcia indietro dell'esecutivo di Madrid.

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Nella sua conferenza stampa di fine anno di ieri, il premier Mario Draghi si è soffermato su un tema strettamente legato alle attuali impennate delle bollette, quello degli extra profitti di alcuni produttori di energia, sostenendo che devono contribuire a sostenere il resto delle famiglie e delle imprese.

A livello generale, Draghi ha confermato che “il sostengo a imprese e famiglie per gli aumenti del gas ci sarà e se necessario, come sembra, oltre quello che è stato già deciso”, anche perché le misure già programmate sono legate ad “aumenti molto forti ma inferiori a quelli visti oggi”.

Le risorse messe complessivamente a disposizione dal Governo nel ddl Bilancio, per le misure taglia-bollette (tra cui azzeramento degli oneri e riduzione Iva al 5%), ammontano finora a 3,8 miliardi di euro.

Poi Draghi ha evidenziato che i grandi produttori e venditori di energia “stanno facendo dei profitti fantastici” e quindi “dovranno partecipare al sostegno al resto della economia: anche loro devono aiutare il resto delle famiglie e delle imprese”.

Il riferimento è alla parte di elettricità prodotta dagli impianti idroelettrici e dalle altre fonti rinnovabili (eolico, fotovoltaico), venduta al prezzo del gas grazie al meccanismo del prezzo marginale. Questo meccanismo prevede che siano gli impianti fossili, con costi di generazione più alti, a fissare le quotazioni finali di vendita sul mercato spot giornaliero.

Che cosa ha in mente Draghi?

Secondo il professor GB Zorzoli, presidente onorario del Coordinamento Free, la logica di tassare gli extra profitti dei produttori di energia è sbagliata.

“Trovo la cosa assurda per due motivi”, afferma Zorzoli a Qualenergia.it, “innanzitutto perché molti contratti elettrici sono a lungo termine e non è detto che tutti i soggetti stiano guadagnando”.

Poi questa situazione “fa parte delle regole di mercato, non è speculazione, ci sono questi prezzi alti e se qualcuno ha costi minori sta guadagnando di più”.

Ricordiamo che la Spagna nei mesi scorsi ha provato proprio a tassare gli extra profitti di alcuni impianti di generazione, attirando un mare di polemiche tanto che il Governo iberico ha dovuto correggere il tiro.

Quella misura prevedeva la restituzione temporanea (fino a marzo 2022), sotto forma di costi di sistema, dei profitti extra percepiti da impianti nucleari, idroelettrici, eolici e fotovoltaici, in virtù dei prezzi molto elevati sul mercato elettrico spagnolo, prezzi a loro volta gonfiati dai rincari del gas.

Tuttavia, il provvedimento rischiava di destabilizzare fortemente gli operatori dei parchi eolici e fotovoltaici in market parity, che producono energia senza incentivi e la rivendono, con contratti PPA bilaterali a lungo termine (Power Purchase Agreement), a diversi clienti-consumatori, come aziende e industrie.

Difatti, Madrid ha poi dovuto precisare ufficialmente che gli impianti rinnovabili con contratti PPA erano esclusi dalla restituzione dei profitti eccessivi.

La vera soluzione, secondo Zorzoli, è su tempi più lunghi e consiste nel realizzare tante rinnovabili e far crescere sempre di più il ricorso a contratti di lungo termine, come spiegato in questo articolo: Prezzi elettrici alle stelle. Tutta colpa del prezzo marginale?

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