Dopo aver registrato il maggior calo degli ultimi decenni, la domanda mondiale di energia elettrica dovrebbe registrare una modesta ripresa il prossimo anno, guidata dalla crescita in Cina, India e altre economie emergenti. Lo ha indicato un nuovo rapporto dell’Agenzia Internazionale per l’Energia (IEA).
Lo shock storico della crisi da Covid-19 si tradurrà in un calo del 2% della domanda globale di elettricità nel 2020, secondo l’Electricity Market Report, il primo rapporto mai stilato dalla IEA sul mercato dell’elettricità, pubblicato ieri, da cui abbiamo tratto questo grafico sull’andamento della domanda elettrica per regione del mondo e su scala globale.
Con la ripresa dell’economia mondiale, nel 2021, la domanda di elettricità dovrebbe crescere di circa il 3%, ha previsto la IEA. Si tratterebbe di un risultato significativamente più debole rispetto al rimbalzo della domanda di oltre il 7% avvenuto nel 2010, all’indomani della crisi finanziaria globale.
La Cina sarà l’unica grande economia ad assistere a un aumento della domanda elettrica quest’anno, anche se la crescita prevista di circa il 2% è ben inferiore alla sua recente media del 6,5%. Altri grandi consumatori di elettricità, tra cui gli Stati Uniti, l’India, l’Europa, il Giappone, la Corea del Sud e il Sud-Est asiatico, sono tutti destinati a far segnare un calo dei consumi elettrici per il 2020, secondo il rapporto della IEA, scaricabile dal link in fondo a questo articolo.
La produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili – come l’energia idroelettrica, eolica e fotovoltaica – crescerà di quasi il 7% nel 2020, a discapito delle fonti fossili e di altre forme di energia tradizionale, secondo la IEA.
La produzione di energia a carbone è destinata a calare di circa il 5%, la diminuzione più marcata mai registrata; la produzione di energia nucleare scenderà di circa il 4% e la produzione di elettricità a gas del 2%, ha indicato la IEA, secondo cui anche le emissioni di CO2 derivanti dalla produzione di elettricità sono destinate a diminuire del 5% nel 2020.
“L’elettricità ha un ruolo centrale nel mondo dell’energia di oggi – un ruolo che aumenterà sempre più di importanza con l’accelerazione delle transizioni verso energie pulite”, ha detto Fatih Birol, direttore esecutivo della IEA, in una nota. “Sulla base degli ultimi dati disponibili, il nuovo rapporto della IEA sul mercato dell’energia elettrica fornisce nuovi approfondimenti su questo settore critico. A partire dal prossimo anno, pubblicheremo una nuova edizione del rapporto su base semestrale”.
Il calo della domanda, la diminuzione dei prezzi dei combustibili e l’aumento della produzione di energia rinnovabile hanno trascinato al ribasso i prezzi all’ingrosso dell’elettricità nel 2020, ha fatto notare l’agenzia. L’indice IEA dei prezzi del mercato dell’elettricità all’ingrosso, che segue l’andamento dei prezzi nelle principali economie avanzate, ha mostrato un calo medio del 28% quest’anno, dopo essere già sceso del 12% nel 2019.
La crescita della produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili dovrebbe continuare nel 2021 con un aumento di oltre il 6%, espandendo la quota delle rinnovabili nel mix energetico al 29% dal 28% del 2020. Il nucleare è destinato a crescere del 2,5% il prossimo anno grazie ai rimbalzi in Francia e Giappone e ai nuovi impianti in Cina e negli Emirati Arabi Uniti, secondo la IEA.
Nelle economie avanzate, la crescita delle energie rinnovabili e del nucleare continuerà a ridurre lo spazio per la generazione da combustibili fossili. Il gas naturale subirà probabilmente un impatto maggiore rispetto al carbone a causa del previsto aumento dei prezzi del gas naturale, ha indicato la IEA. Nelle economie emergenti e in via di sviluppo, si prevede che la crescita della domanda elettrica supererà gli aumenti della produzione da energie rinnovabili e nucleare, lasciando così un certo spazio anche all’espansione della generazione da carbone e gas in questi mercati.
Il risultato netto atteso a livello globale è che la generazione elettrica da carbone aumenterà di circa il 3% nel 2021, mentre le centrali a gas aumenteranno la loro produzione di circa l’1%, con un conseguente aumento delle emissioni di CO2 del settore energetico di circa il 2% il prossimo anno, secondo la IEA.
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