Direttiva Epbd: “Un voto dell’Europarlamento per l’economia, le imprese e le famiglie”

Kyoto Club e Daikin Air Conditioning Italy, in un comunicato congiunto, chiedono agli eurodeputati italiani un voto favorevole in occasione della sessione plenaria che dovrà confermare il testo della nuova direttiva europea sulla prestazione energetica in edilizia.

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La Direttiva europea sulla prestazione energetica in edilizia (EPBD – Energy Performance of Building Directive) ha ottenuto un primo via libera lo scorso 9 febbraio dalla Commissione per l’industria, la ricerca e l’energia (ITRE) del Parlamento Europeo.

L’EPBD pone obiettivi in termini di sostenibilità e indipendenza dalle fonti energetiche fossili

Si propone il bando dei combustibili fossili dal 2035 (o, al più tardi, dal 2040), di dare un taglio alle emissioni, creare i presupposti per nuovi edifici a emissioni zero dal 2028, far sì che gli edifici residenziali possano passare a classi energetiche più elevate, riducendo al minimo quelli in classe G.

Sono passi fondamentali per un’Europa più sicura e prospera, che affronti la crisi del costo della vita e del riscaldamento per i cittadini europei e che raggiunga i suoi obiettivi climatici ed energetici.

Kyoto Club e Daikin Air Conditioning Italy S.p.A hanno accolto con favore il lavoro che il Parlamento sta svolgendo per guidare la decarbonizzazione nel settore dell’edilizia e auspicano che la posizione della Commissione ITRE sia confermata dall’Aula in occasione del voto in plenaria del 13-16 marzo.

Con l’attuale proposta di direttiva ci sarebbero considerevoli vantaggi per il nostro paese.

Innanzitutto, diventeremmo meno dipendenti dalle fonti fossili, per lo più acquistati e importati da paesi dal fragile equilibrio politico-sociale. In Italia si consumano oltre 32 miliardi di metri cubi di gas per riscaldare le nostre abitazioni, circa il 45% dell’importazione annuale di metano).

Ci sarebbe poi un innegabile vantaggio per le imprese italiane del settore della climatizzazione: con un piano ben definito e di lungo termine, potranno investire con maggior fiducia in ricerca, sviluppo e produzione di prodotti e dispositivi meno inquinanti e più efficienti, mantenendo così quella posizione di eccellenza a loro riconosciuta a livello mondiale.

Non vanno infine dimenticate le famiglie: per quelle di oggi, arriverebbe un importante aiuto contro il caro bollette e al contempo vedrebbero valorizzato il proprio patrimonio immobiliare (la casa resta infatti il principale bene di rifugio degli italiani); quelle di domani si alleggerirebbero di una parte dei tanti debiti ambientali che la nostra e le passate generazioni hanno accumulato.

Non vanno dimenticate le ricadute indirette. Secondo quanto riportato dalla Lettera di imprese e investitori sulla Direttiva europea sull’efficienza energetica degli edifici (pdf) di European Alliance to Save Energy (EU-ASE) affrontare il problema dell’inefficienza del patrimonio edilizio dell’Ue è anche uno stimolo allo sviluppo economico e sociale: per ogni milione di euro investito nella ristrutturazione energetica degli edifici, vengono creati in media 18 posti di lavoro locali e a lungo termine.

Recenti modelli economici dimostrano che il riqualificazione del parco edilizio europeo con misure di efficienza energetica, come l’isolamento termico, l’allacciamento a efficienti sistemi di teleriscaldamento e raffrescamento e l’elettrificazione della fornitura di riscaldamento con pompe di calore contribuirà a creare 1,2 milioni di posti di lavoro netti in più e un aumento del Pil dell’1% entro il 2050.

“Con questa nota vogliamo dare una modesta risposta alla dilagante disinformazione che vediamo quotidianamente su programmi, giornali, riviste e social media”, ha detto  Antonio Bongiorno, Marketing General Manager di Daikin Air Conditioning Italy S.p.A., azienda italiana parte del gruppo Daikin, da oltre venti anni operante sul nostro territorio;

“Ad esempio si dice che l’elettrificazione dei consumi per il riscaldamento tramite pompe di calore consegnerebbe questo business ai produttori extra-europei, quando in realtà l’industria delle pompe di calore e delle altre tecnologie rinnovabili può ormai definirsi a pieno diritto europea, con stabilimenti e centri di ricerca e sviluppo diffusi nei principali paesi dell’Unione che operano per realizzare prodotti destinati ad essere commercializzati in tutto il mondo”, ha spiegato Bongiorno.

“Il nostro paese – ha aggiunto – ha una posizione di eccellenza, con aziende che già realizzano o che sono in procinto di convertire la loro produzione, sistemi con pompe di calore, ibridi, pannelli solari, fotovoltaici, eccetera. Si afferma poi che ci sarebbero 9 milioni di edifici non conformi e che per renderli tali si dovrebbero spendere decine di migliaia di euro solo per alzare di una classe la loro efficienza energetica; ma non si considerano tutte le possibili esclusioni e deroghe che la direttiva lascerà agli Stati Membri, né il fatto che ci sono tante situazioni per le quali basterebbe sostituire il vecchio generatore di calore con uno di ultima generazione, pompa di calore o ibrido, per ottenere due salti di classe, con spese decisamente più contenute; spese che, con il supporto di un meccanismo di incentivazione rivisto e corretto, verrebbero ripagate in pochissimo tempo”

“La revisione della Direttiva – conclude il general manager di Daikin – offre una grande opportunità per raggiungere quegli obiettivi di decarbonizzazione e indipendenza dai fossili, che porterebbero veramente tanti benefici al nostro paese. È ora il momento di coglierla, senza ulteriori tentennamenti”.

“Il settore edilizio è responsabile del 40% del consumo totale dell’energia e del 36% delle emissioni a effetto serra nell’Ue. Nel 2020 circa 36 milioni di europei non sono stati in grado di mantenere le loro case al caldo a causa di redditi bassi, spese energetiche elevate e scarsa efficienza degli impianti e degli edifici. Numeri che potrebbero aumentare sensibilmente a causa della crisi energetica in atto. È necessario che l’Unione europea predisponga una legislazione chiave nell’ambito del Pacchetto Fit For 55 per decarbonizzare il settore, migliorare le prestazioni del costruito favorendone la trasformazione digitale e abbattere la povertà energetica”, ha detto il Direttore di Kyoto Club, Sergio Andreis.

“Per questo accogliamo con favore l’approvazione, da parte della Commissione ITRE, dell’ambiziosa revisione della direttiva EPBD, che, se approvata, avrà delle ricadute positive anche sul sistema economico e produttivo italiano e contribuirà a centrare gli obblighi nazionali ed europei di riduzione delle emissioni. Esortiamo pertanto il Parlamento europeo, e in particolare gli eurodeputati italiani, ad assumere una posizione saggia e a dare il proprio voto favorevole in occasione della sessione plenaria”, ha concluso Andreis.

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