“Cop24: risposte insufficienti alla crisi climatica”. Il parere degli ambientalisti

Secondo Legambiente, WWF e Greenpeace, la Conferenza sul Clima di Katowice si è conclusa senza una chiara e forte risposta dei governi all’urgenza della crisi climatica.

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La Conferenza sul Clima di Katowice si è conclusa il 15 dicembre scorso senza una chiara e forte risposta dei governi all’urgenza della crisi climatica (vedi QualEnergia.it).

Questo in estrema sintesi il parere delle associazioni ambientaliste Legambiente, WWF e Greenpeace espresso alla chiusura della Cop24.

“I leader mondiali sono arrivati a Katowice con il compito di rispondere agli ultimi rapporti della scienza sul clima, da cui è emerso che abbiamo solo 12 anni per dimezzare le emissioni di CO2 e prevenire un riscaldamento globale catastrofico”, spiega il WWF.

Se confrontati con questo compito importante, i progressi fatti in Polonia con l’adozione di un “Rulebook” per rendere operativo l’accordo di Parigi, e anche la nascita di una coalizione per migliorare i piani climatici nazionali prima del 2020 – che comprende le Isole Marshall, Fiji, Etiopia, Unione Europea (inclusa l’Italia), Norvegia, Regno Unito, Canada, Germania, Nuova La Zelanda, Messico e Colombia (vedi link) – a parere delle associazioni, non sono affatto sufficienti.

Sugli impegni concreti di riduzione delle emissioni, infatti, è tutto rinviato al 2020, ma anche sull’intesa sulle regole le associazioni si dimostrano insoddisfatte.

Nello specifico il Rulebook – spiega Greenpeace – “contiene molte regole per gestire la trasparenza e la contabilità sui progressi climatici dei paesi, offrendo una certa flessibilità ai paesi in via di sviluppo, ma c’è poca chiarezza su come si debba contabilizzare il finanziamento sul clima fornito dai paesi industrializzati a quelli in via di sviluppo, su come si raggiungerà l’obiettivo dei 100 miliardi entro il 2020 o su come sarà concordato l’obiettivo finanziario globale dopo il 2025″. Per questo, secondo Legambiente, “il libro delle regole allo stato attuale presenta delle lacune che andranno colmate entro il 2020″.

“Ora non sono possibili ulteriori rinvii – commenta Stefano Ciafani, Presidente Nazionale di Legambiente – serve un forte protagonismo dell’Europa in vista del Summit sul Clima, convocato dal Segretario Generale dell’ONU Guterres per il prossimo settembre 2019 a New York, che deve valutare lo stato di avanzamento del processo di revisione degli attuali impegni, da concludersi entro il 2020 secondo quanto previsto dall’Accordo di Parigi”.

Ben prima del Summit l’Europa – prosegue Ciafani – con il pieno sostegno dell’Italia, deve rivedere il suo obiettivo al 2030, in coerenza con la soglia critica di 1.5°C, andando ben oltre il 55% di riduzione delle emissioni proposto già da diversi governi e dall’Europarlamento, in modo da essere per davvero il pilastro di una forte e sempre più larga Coalizione degli Ambiziosi in grado finalmente di tradurre in azione l’Accordo di Parigi”.

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