Comuni rinnovabili, da Legambiente 8 proposte per velocizzare le installazioni

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L'associazione ambientalista raccomanda, in particolare, di predisporre un Testo unico sulle autorizzazioni, potenziare gli uffici tecnici regionali, pubblicare il decreto Fer 2 e gli incentivi alle comunità energetiche, coordinare i progetti eolici offshore.

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Crescono le energie rinnovabili nei territori italiani, ma con un ritmo ancora troppo lento rispetto agli obiettivi previsti al 2030.

Questa, in sintesi, la fotografia fatta da Legambiente nella nuova edizione del rapporto Comuni rinnovabili 2023 (link in basso) da cui emerge che 7.317 comuni nel 2022 hanno visto la realizzazione di nuovi impianti a fonti rinnovabili, +14,4% in confronto al 2021.

In generale, evidenzia l’associazione ambientalista, in Italia nel 2022 si sono installati 3,4 GW di rinnovabili, per un totale di 206.600 impianti. La maggior parte di tali impianti (206.167) riguarda il fotovoltaico.

È un passo avanti rispetto agli anni passati (1,35 GW realizzati ad esempio nel 2021), ma si tratta di “una crescita lenta” con “numeri ancora troppo lontani dalla media annuale europea per il raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione al 2030”. Da ciò le 8 richieste di Legambiente per velocizzare la transizione energetica, tra cui un Testo unico per semplificare le autorizzazioni, il potenziamento degli uffici tecnici regionali, la pubblicazione del decreto Fer 2 e dei nuovi incentivi per le comunità energetiche.

Considerando, infatti, la media delle installazioni degli ultimi 3 anni, afferma Legambiente, “nel 2030 l’Italia riuscirà a raggiungere solo il 25% degli obiettivi climatici in tema di sviluppo delle fonti rinnovabili, centrando l’obiettivo di 85 GW di nuova capacità non prima di 40 anni”.

A frenare progetti e investimenti, sono le norme obsolete e frammentate, la lentezza degli iter autorizzativi, le lungaggini burocratiche di Regioni e Soprintendenze ai beni culturali.

Guardando, più in dettaglio, ai singoli territori, il rapporto mostra che in 7.879 comuni italiani è presente almeno un impianto di produzione di energia elettrica da fonte rinnovabile. Di questi, 3.535 comuni, pari al 45% del totale, possono essere definiti Comuni 100% Rinnovabili Elettrici.

Ma sono solamente 42 in più rispetto al 2020. A crescere di più sono i comuni del fotovoltaico: più di 7.300 nel 2022 in cui sono stati realizzati circa 205mila nuovi impianti, di cui il 44% con una potenza media pari a 12 kW. E sono 2.163 i comuni che, grazie al contributo di questa tecnologia, possiamo definire 100% elettrici.

Sono, invece, 84 i comuni dell’eolico, che nel 2022 hanno fatto registrare installazioni, tra grandi e piccoli impianti, con 342 realtà classificabili “100% elettrici” grazie a questa tecnologia.

Le installazioni, prosegue il rapporto, hanno riguardato i territori di tutte le Regioni italiane, con 8 a giocare un ruolo da protagonista: tra queste la Lombardia, con la maggior potenza installata, 420 MW, di cui 405 MW di fotovoltaico.

A seguire la Puglia con 338 MW, di cui 237,7 di eolico, poi la Sicilia con 321 MW di cui 207,8 MW di fotovoltaico. Per accelerare le installazioni, come anticipato, Legambiente fa 8 richieste al Governo:

  • pubblicare un Testo Unico che semplifichi gli iter di autorizzazione degli impianti, definisca ruoli e competenze dei vari organi dello Stato, dia tempi certi alle procedure e risponda al nuovo scenario energetico;
  • potenziare e rafforzare gli uffici tecnici regionali dai quali passeranno la maggior parte dei progetti;
  • perseguire una politica legata alla partecipazione e al protagonismo dei territori non solo nella ricerca delle strategie da attuare per il raggiungimento degli obiettivi climatici, ma anche nella realizzazione e individuazione dei siti dove gli impianti andranno collocati;
  • completare l’iter normativo, non solo per quanto riguarda i grandi impianti, attraverso l’emanazione del decreto Fer 2, ma anche per i più piccoli con la pubblicazione dei nuovi incentivi per le comunità energetiche rinnovabili;
  • introdurre una cabina di regia di livello nazionale per l’eolico off-shore, per identificare le aree idonee per lo sviluppo di questi progetti e coordinare la loro presentazione, evitando sovrapposizioni delle iniziative e semplificando i procedimenti autorizzativi;
  • diffondere una campagna di informazione e sensibilizzazione per limitare gli effetti della sindrome Nimby e contrastare le fake news, fornendo ai territori maggiori e migliori strumenti per comprendere e valutare i progetti e collaborare al loro possibile miglioramento;
  • applicare le semplificazioni previste per i progetti del Pnrr anche per quelli legati al Pniec;
  • avviare una seria politica di eliminazione e rimodulazione dei sussidi alle fonti fossili, liberando risorse finanziarie da investire nello sviluppo delle rinnovabili e nell’efficienza energetica.

Documento allegato:

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