È una sorta di “fanta-commissario” quello che si è aperto in tutta Europa all’indomani delle elezioni per il Parlamento Ue.
Il processo per la formazione della nuova Commissione è articolato a tappe e probabilmente entrerà nel vivo solo dopo la pausa estiva ma intanto diversi Paesi, in base ai nuovi assetti di forza determinati dal voto, cominciano ad avanzare proposte di nomina.
L’energia, ovviamente, è una delle materie più strategiche e su questo fronte si registra la volontà della Spagna di portare nell’Esecutivo comunitario l’attuale ministra della Transizione ecologica, Teresa Ribera.
La richiesta di Madrid ha scatenato un ampio dibattito politico interno sul rimpasto di Governo ma la diretta interessata ha fatto subito sapere che non accetterà ruoli di medio o basso livello a Bruxelles, preferendo in questo caso rimanere nella sua attuale posizione.
Intanto, però, intervenendo al Parlamento spagnolo in settimana, ha già espresso parole pro-Commissione difendendo i nuovi dazi sull’import di auto elettriche dalla Cina.
Non solo, da segnalare anche le richieste della segretaria di Stato per l’Energia, Sara Aagesen, che vuole unire le competenze su Energia e Clima nella prossima Commissione Ue, rendendo più forte l’azione su questi temi.
Da questo punto di vista, intanto, l’attuale commissario con delega all’Ambiente, Virginius Sinkevicius, è stato eletto al Parlamento europeo e dovrebbe proseguire lì la sua esperienza.
Fuori dalla competenza energia si segnala la proposta del Governo lettone di inserire nella nuova Commissione Ue l’ex primo ministro Valdis Dombrovskis, già commissario a Bruxelles con deleghe su economia e finanza.
Per l’Italia il nome dell’ultimo momento è quello del ministro per le Politiche europee, Raffaele Fitto, ma in questo caso la questione sarà più lunga e articolata dati gli esiti “a due poli” delle ultime elezioni.