Gli enormi sforzi sull’eolico, ma anche la prospettiva di garantire una maggiore diffusione di reti elettriche, attraverso meccanismi consolidati e nuove strategie di accesso al credito per gli operatori.
La Banca europea per gli investimenti (Bei) è riconosciuta ormai come la banca del clima dell’Unione europea e, con l’adozione della Energy Lending Policy del 2019 è diventata la prima banca multilaterale di sviluppo al mondo a interrompere il finanziamento di progetti basati sui combustibili fossili.
Abbiamo parlato di quanto fatto nella storia recente per lo sviluppo delle rinnovabili e delle future prospettive con Giovanni Inglisa, senior officer presso il dipartimento di istituzioni finanziarie della Bei che si occupa di gruppi bancari multinazionali e coordina le iniziative per lo sviluppo di accordi di garanzia sulle Fer.
Dottor Inglisa, come si è mossa la Bei negli ultimi anni?
In risposta all’invasione russa dell’Ucraina, abbiamo intensificato il nostro impegno a sostegno del piano REPowerEU, mettendo a disposizione 45 miliardi di euro in nuovi investimenti entro il 2027. Stimiamo che il nostro contributo permetterà di mobilitare circa 150 miliardi di euro di investimenti nell’economia reale, riducendo significativamente le importazioni di gas russo e rafforzando l’autonomia strategica dell’Europa.
I nostri finanziamenti all’interno del pacchetto di REPowerEU mirano a supportare la produzione di rinnovabili, lo storage, l’efficienza energetica in edifici pubblici e privati, nonché a potenziare le reti elettriche. Inoltre, alla COP29 di Dubai, abbiamo lanciato il “Wind Package“, un nuovo pacchetto finanziario che accelererà lo sviluppo dell’energia eolica.
Di cosa si tratta?
È un pacchetto finanziario da 5 miliardi di euro che punta a stimolare investimenti per circa 80 miliardi nell’industria eolica europea. Prevediamo che questi investimenti contribuiranno a sviluppare 32 dei 117 GW di nuova potenza eolica necessari affinché l’Unione europea raggiunga l’obiettivo di produrre almeno il 45% di energia da rinnovabili entro il 2030. La novità di questo pacchetto è nel fatto che la Bei non finanzia direttamente gli investimenti, ma agevola l’accesso a garanzie di progetto, una necessità critica per gli operatori del settore.
Recentemente avete annunciato un’operazione con Intesa SanPaolo proprio nell’ambito del Wind Package. Come funzionerà?
La Bei fornirà una controgaranzia da 500 milioni di euro a Intesa Sanpaolo per creare un portafoglio di garanzie bancarie fino a un miliardo di euro, a supporto di nuovi investimenti in parchi eolici e della relativa interconnessione alle reti elettriche all’interno dell’Ue. Grazie all’elevato effetto leva della controgaranzia stimiamo che l’operazione contribuirà a stimolare investimenti complessivi nell’economia reale per 8 miliardi di euro.
Intesa Sanpaolo utilizzerà il supporto della Bei per fornire i cosiddetti performance bonds e advance payment bonds ai produttori di energia eolica. Questo accordo dimostra come gli strumenti di condivisione del rischio siano fondamentali per superare barriere e ostacoli finanziari.
Come supporta concretamente la Bei questi investimenti?
Offriamo una vasta gamma di prodotti finanziari per promuovere gli obiettivi di REPowerEU, finanziando sia grandi aziende che piccole e medie imprese e startup. Per i progetti verdi forniamo finanziamenti innovativi che non sono facilmente disponibili sul mercato, spesso combinando risorse ad esempio con la Commissione europea, e possiamo offrire assistenza tecnica, gratuita per la PA, per assicurare la messa a terra di progetti.
Nello specifico, che prodotti avete a disposizione per sostenere la transizione energetica?
Ci sono i prestiti diretti, che sono in genere finanziamenti a condizioni vantaggiose a lungo termine che accompagnano la durata del progetti (in alcuni casi può superare i 30 anni, ndr) con i quali sosteniamo i programmi di investimenti delle grandi aziende, come, ad esempio, Terna o Enel.
Con il Venture Debt, un prodotto che fornisce liquidità durante il periodo tra i round di finanziamento equity, finanziamo startup o scaleup in rapida crescita. L’anno scorso, ad esempio, abbiamo finanziato Energy Dome, una startup con sede a Milano che ha sviluppato una batteria basata sulla trasformazione di stato dell’anidride carbonica da gassoso a liquido e viceversa, garantendo uno stoccaggio energetico di oltre 10 ore e offrendo così un vantaggio competitivo rispetto alle attuali soluzioni sul mercato.
Tramite il Project Finance, che contribuisce a migliorare il credito e quindi ad attrarre ulteriori finanziamenti privati da investitori istituzionali o dal settore bancario, sosteniamo in genere la costruzione di parchi eolici e fotovoltaici. Recentemente, abbiamo annunciato il finanziamento project finance da 166 milioni a BNZ per la messa in esercizio di 17 nuove centrali FV con una capacità installata superiore a 700 MW in Spagna, Portogallo e Italia.
E per le piccole e medie imprese?
In questi casi offriamo prestiti intermediati alle principali banche del Paese, che a loro volta sono tenute a passare i vantaggi finanziari della Bei ai beneficiari finali. Da qualche anno abbiamo imposto ai nostri intermediari finanziari dei target per settore, come l’efficienza energetica o l’innovazione, così da sostenere la transizione energetica e digitale delle imprese. Abbiamo diversi esempi, come gli accordi con BPER da 650 milioni di euro, di cui il 30% è destinato a sostenere la transizione ecologica delle imprese italiane e il40% progetti sviluppati delle regioni di coesione.
Oltre ai finanziamenti a condizioni agevolate, la Bei offre anche servizi di consulenza tecnica, gratuiti per la pubblica amministrazione per accompagnare tutte le fasi del progetto. Ad esempio, con Roma Capitale, abbiamo siglato un accordo di consulenza tecnica per migliorare l’efficienza energetica di oltre 200 edifici scolastici nell’area di Roma Capitale tra il 2023 e il 2027.
Quali sono i principali progetti di energie rinnovabili in Italia che la Bei sta attualmente supportando e con quali prodotti finanziari?
Recentemente, abbiamo annunciato due importanti operazioni di project finance in Italia, entrambe finalizzate alla produzione di energia rinnovabile. Il primo progetto, Solomon, prevede un investimento della Bei di 100 milioni di euro per sostenere la costruzione di oltre 100 impianti fotovoltaici in tutta Italia. Il secondo è Vento di Vino 2, per il quale abbiamo finanziato 42 milioni di euro per la costruzione di un nuovo impianto eolico a Mazara del Vallo.
E sulle reti elettriche?
Per le infrastrutture di rete abbiamo erogato un finanziamento di 440 milioni di euro a Prysmian, che consentirà all’azienda di raddoppiare la propria capacità produttiva di cavi estrusi nei tre stabilimenti di Pozzuoli, e anche in Finlandia e Francia, passando da circa 2.000 km/anno a oltre 4.000. Questo progetto contribuirà al raggiungimento degli obiettivi europei in materia di trasmissione di elettricità pulita attraverso cavi sottomarini e interconnessioni di lunga distanza, migliorando l’integrazione e l’efficienza delle rinnovabili.
A fine ottobre abbiamo anche siglato due importanti finanziamenti in Italia che vanno in questa direzione. Si tratta di prestito da 400 milioni di euro a Terna per ammodernare la rete di trasmissione nazionale e 500 milioni ad ACEA per potenziare ed estendere l’infrastruttura elettrica su Roma e Formello.
Quali obiettivi vuole raggiungere la Bei nei prossimi anni in Europa?
Con la Climate Bank Roadmap ci siamo posti obiettivi ambiziosi, tra cui allineare tutte le nostre attività all’Accordo di Parigi, destinare almeno il 50% dell’attività totale della Bei a progetti verdi entro il 2025 e sostenere investimenti verdi nell’economia reale per un totale di mille miliardi di euro tra il 2021 e il 2030. Siamo orgogliosi di aver raggiunto i primi due obiettivi con largo anticipo e, nei prossimi anni, continueremo ad investire nella transizione ecologica per raggiungere anche l’ultimo target.