Caro energia, nuovo allarme Arera. Per Terna la soluzione è più rinnovabili

Intanto il Governo stanzia altre risorse (probabilmente 1 mld €) e Terna spiega che con più energie rinnovabili risparmieremmo fino a 16 miliardi l'anno.

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Mentre il Governo nel Documento programmatico di bilancio (articolo qui sulla proroga del Superbonus), stanzia ulteriori risorse per contenere gli oneri energetici nel 2022, un miliardo di euro secondo le indiscrezioni di stampa, l’Arera suona un nuovo campanello di allarme sul caro energia.

Secondo l’Autorità si va verso un altro significativo aumento dei prezzi energetici a inizio 2022 se non si interviene, ha spiegato in audizione alla commissione Industria del Senato.

Una ricetta, purtroppo di applicazione non immediata, è stata fornita da  Terna, nella stessa sede: l’Italia, con gli attuali prezzi del gas, potrebbe risparmiare circa 16 miliardi di euro all’anno realizzando tutta la potenza aggiuntiva da rinnovabili richiesta dai nuovi target europei al 2030, ha spiegato il TSO, rimarcando così l’urgenza di investire maggiormente in impianti eolici e solari, accumuli e infrastrutture elettriche.

Le stime Arera sui prezzi energetici

Il rinnovato allarme sul caro bollette, si legge nel documento Arera, è dovuto alla “tendenza a ulteriori rialzi dei prezzi dell’energia nell’immediato futuro”, mentre “le previsioni di medio periodo lasciano, ad oggi, intravedere un processo ancora lento di riallineamento verso prezzi più bassi, con prezzi del gas naturale superiori ai 40 €/MWh per tutto il 2022, per poi scendere verso i 30 €/MWh solo nel 2023″.

La domanda europea di gas, si spiega, continua a essere elevata in Europa sia per la necessità di riempire gli stoccaggi in vista della stagione invernale, sia per il maggiore utilizzo di centrali termoelettriche in diversi paesi, come Germania e Spagna, dove la produzione da rinnovabili (eolico, soprattutto) è stata inferiore rispetto allo scorso anno.

L’Arera poi ricorda che i prezzi elettrici, in Europa e in Italia in particolare, seguono i corsi del mercato del gas naturale e che le quotazioni di questi giorni vedono prezzi medi superiori ai 200 €/MWh per tutto il periodo invernale, per poi scendere intorno ai 100 €/MWh dal mese di aprile 2022.

In sostanza, scrive l’Autorità, “si profilerebbe per il primo quadrimestre 2022 un ulteriore, significativo, aumento dei prezzi per i servizi di tutela (le attuali quotazioni del gas naturale per il primo trimestre 2022 sono circa doppie di quelle utilizzate per lo scorso aggiornamento), che determinerebbe una situazione analoga a quella dello scorso trimestre”.

Inoltre, l’Autorità sottolinea che sarà necessario adeguare al rialzo le componenti tariffarie a copertura degli oneri generali, attualmente azzerate per i clienti domestici.

Tutto questo, conclude l’Autorità, “sollecita una riflessione sulla opportunità di rendere strutturali alcune delle misure previste dai recenti interventi legislativi”, tra cui: destinare i ricavi delle aste per le quote di emissione di CO2 alla riduzione degli oneri generali di sistema e usare la fiscalità generale per finanziare le politiche pubbliche in campo sociale e industriale, attualmente coperte tramite il gettito di componenti tariffarie degli oneri generali (elettricità e gas).

In pratica, secondo l’Arera è necessario usare fondi del bilancio dello Stato per finanziare gli oneri non strettamente connessi al sistema energetico, come il bonus sociale per le famiglie e il sostegno alle imprese energivore.

Terna: essenziale investire in rinnovabili e accumuli

Terna nella sua audizione ha rimarcato quanto sia importante investire nella transizione energetica pulita per ridurre la dipendenza italiana dal gas.

Per raggiungere i nuovi obiettivi Ue al 2030, infatti, spiega Terna, bisognerà installare circa 60 GW di nuova capacità da fonti rinnovabili. Questi nuovi impianti, prosegue Terna “potranno produrre circa 100 TWh di energia elettrica che sostituiranno una quantità equivalente di produzione termoelettrica a gas”.

Nella prima metà di ottobre 2021, si legge poi nel documento di Terna, “il costo variabile di un ciclo combinato a gas è stato intorno a 210 €/MWh”. A questi livelli di prezzo, secondo il gestore delle reti di trasmissione elettrica nazionale, il costo variabile di generazione di 100 TWh a gas si attesterebbe a circa 21 miliardi di euro all’anno.

Gli investimenti necessari per sviluppare 60 GW di rinnovabili, aggiunge il documento, si possono stimare in circa 60 miliardi di €, pari a un costo annuo di 4,8 miliardi (ipotizzando una remunerazione al 5%, per 20 anni), con un risparmio di 16 miliardi annui ai prezzi attuali del gas.

Ecco perché, secondo Terna, avviare un programma di investimenti in rinnovabili, accumuli e reti, “che potrà essere reso possibile solo se accompagnato da una ulteriore semplificazione autorizzativa, consentirebbe di sostituire la produzione a gas con rinnovabili e accumuli e ridurre il numero di ore in cui la tecnologia è marginale, con il beneficio di una minore esposizione del prezzo dell’energia elettrica al costo del gas e di conseguenza una minore volatilità del prezzo dell’elettricità per famiglie e imprese”.

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