Da banche e investitori continuano ad arrivare miliardi alle utility europee del gas

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In Italia ci sono piani per realizzare 8 GW di nuove centrali a gas, in particolare da Edison, A2A, EPH ed Enel. Dati e analisi nel nuovo rapporto di ReCommon e altre associazioni.

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Dalle banche sono arrivati ben 314 miliardi di dollari alle 51 maggiori utility europee del gas dal 2019 al 2022, sotto forma di sostegni finanziari di vario tipo.

E, a novembre 2022, gli investitori globali detenevano 200 miliardi di $ nei principali produttori e distributori di energia elettrica a gas in Europa, attraverso titoli di debito e azioni quotate in borsa.

Sono i dati principali del nuovo rapporto, intitolato “Gaslighting”, curato da diverse associazioni indipendenti specializzate in temi energetici e ambientali (ReCommon, Reclaim Finance, Beyond Fossil Fuels, Urgewald).

Le analisi si sono concentrate, come detto, su 51 utility europee, oltre che sulle 25 banche e i 25 investitori maggiormente esposti sulle aziende attive nel settore del gas.

La maggior parte delle banche, tra cui La Caixa Group, BNP Paribas e Mitsubishi UFJ Financial, non ha alcuna politica volta a ridurre gli investimenti in questa fonte energetica fossile. Solo tre banche, sulle 25 esaminate, applicano qualche restrizione ai finanziamenti nel campo del gas.

Allo stesso modo, i principali investitori – tra cui BlackRock, Government Pension Fund Global e Vanguard – generalmente non prevedono alcun freno alla possibilità di supportare l’espansione delle utility nel gas.

Il rapporto quindi rileva che quasi tutte le utility elettriche operanti in Europa non hanno ancora pubblicato dei piani per eliminare gradualmente la loro dipendenza dal gas; al contrario, circa 80 aziende stanno pianificando lo sviluppo di nuovi impianti a gas, con oltre 63 GW previsti, di cui il 18% già in costruzione.

In Italia, evidenzia ReCommon, sono pianificate nuove centrali a gas, di cui la metà già in costruzione, per un totale di 8 GW.

I principali attori italiani dell’espansione delle centrali a gas sono Edison, A2A, EPH ed Enel. Edison, in particolare, intende realizzare 2,5 GW di nuove centrali, con Presenzano e Marghera Levante in via di finalizzazione.

Segue la ceca EPH con quasi 2 GW (a Tavazzano e Ostiglia), mentre A2A intende convertire da carbone a gas e da olio combustibile a gas, rispettivamente, le centrali di Monfalcone e San Filippo Mela. Enel punta a riconvertire la centrale di Fusina, da carbone/olio combustibile a gas.

In sostanza, scrive ReCommon, “con buona pace del clima e della salute delle comunità locali, molte delle centrali a gas continueranno a operare ben oltre il 2035. Il vecchio piano nazionale per l’energia e il clima aveva considerato, già in maniera eccessiva, al massimo 5,4 GW a gas necessari per compensare l’uscita dal carbone al 2025, ma da sempre le utility in Italia hanno promosso più progetti fossili di quanto richiesto”.

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