Autorizzazioni Fer, anche la Calabria chiede compensazioni. E Schifani precisa il suo “stop”

Il presidente della Sicilia non fermerà immediatamente le procedure, ma vuole aprire una negoziazione. Intanto invoca anche il divieto di volturare le autorizzazioni per i primi uno o due anni.

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Condivido la posizione di Renato Schifani. Va modificata la norma che regola le royalties degli impianti fotovoltaici. Al momento le compensazioni vanno solo ai Comuni, occorre intervenire affinché anche le Regioni abbiano un vantaggio nel promuovere investimenti green”.

Questo il testo del tweet con il quale ieri il presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, si schiera sulla stessa posizione annunciata domenica dal suo omologo siciliano, Schifani, che era arrivato a minacciare uno stop alle autorizzazioni, chiedendo compensazioni anche per le Regioni sui progetti di impianti a fonti rinnovabili.

Schifani ieri è tornato sulla questione in un’intervista sul Sole 24 ore: “ho detto e ripetuto che non c’è uno stop immediato alle autorizzazioni per il fotovoltaico, ma che prenderò questo provvedimento: anche la Regione ha diritto alle compensazioni per i grandi impianti che vengono realizzati qui”, vi si legge.

“Mi sembra di essere stato abbastanza chiaro”, sottolinea Schifani in merito allo stop al fotovoltaico. “Ho deciso a breve di sospendere le autorizzazioni. A breve, non domani. Uno spazio temporale che mi consentirà di aprire una interlocuzione con il governo per arrivare alla rivisitazione del comma 6 dell’articolo 12 del decreto legislativo 387/2003 che prevede la impossibilità per le regioni di avere compensazioni mentre le permette ai comuni”.

“E poi – aggiunge – ho anche chiarito che questa eventuale sospensione non colpirà le piccole aziende, gli agricoltori e tutti quegli impianti che sono realizzati in house. Io mi riferisco ai grossi gruppi industriali anche esteri che a volte si avvalgono di intermediari. E lì la vicenda mi preoccupa molto: gli intermediari possono agire con spirito di legalità ma ci sono anche infiltrazioni della criminalità organizzata”.

Schifani ha annunciato anche altre intenzioni: “ritengo che sia necessario introdurre una modifica secondo la quale chi ottiene l’autorizzazione non può dopo un anno o due volturarla: preferisco sapere chi effettivamente investe, chi intende operare nella mia terra e non questi prestanome. È una questione di trasparenza e legalità”.

“Guardo ai grossi gruppi – prosegue Schifani i quali nella piena legalità investono occupando grandi distese di terreno agricolo; per carità, in maniera legittima, e realizzano grosse quantità di energia fotovoltaica che vendono immediatamente al Gse realizzando cospicui utili. Ritengo che in questa logica sia giusto prevedere quote di compensazione a favore delle Regioni. Una quota che possa consentire alla regione di ottenere un abbattimento del costo dell’energia per i cittadini”.

“Esistono tanti tipi di compensazione – spiega Schifani – in Basilicata c’è la compensazione per il petrolio che si estrae. Naturalmente tutto questo nello spirito di collaborazione istituzionale: non è che si fanno guerre, né intendo fare una guerra nei confronti del governo, quindi è evidente che mi aspetto che ci sia dell’ascolto. Ma già le prime dichiarazioni mi lasciano ben sperare: nessuna crociata, naturalmente”.

Comunque, tutti segnali non proprio favorevoli per chi intendeva investire nella regione. Seguiremo gli sviluppi.

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