Auto elettrica, con gli incentivi statali l’acquisto è già conveniente

Le analisi di Rse sul costo totale di possesso dei veicoli alla spina vs quelli benzina o diesel. Sintesi del dossier e documento allegato.

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Acquistare oggi una vettura elettrica in Italia è già conveniente, rispetto a un modello analogo benzina o diesel?

La risposta breve è che ci troviamo davanti a un “sostanziale pareggio” economico complessivo tra auto elettrica e auto con motore termico, grazie alla presenza degli incentivi (Ecobonus di 4.000-6.000 euro, rispettivamente senza/con rottamazione).

Lo scrive Rse (Ricerca sul sistema energetico) nelle conclusioni del suo dossier dedicato a questo argomento.

La nuova analisi è impostata sul cosiddetto “Total cost of ownership”, il costo totale di possesso di un veicolo, che considera una serie di voci oltre alla spesa iniziale di acquisto:

  • imposta provinciale di trascrizione
  • imposta di bollo
  • costi di revisione;
  • costi di assicurazione
  • costi per carburante/energia
  • costi di manutenzione (tagliandi, freni e pneumatici)
  • valore residuo del veicolo alla vendita o rottamazione, detratto dai costi totali.

Come è stato fatto il confronto

Gli autori del dossier spiegano che sono stati scelti due modelli rappresentativi del segmento A/B (cioè citycar e utilitarie), uno con tecnologia mild-hybrid benzina (MHEV/benzina) e uno elettrico, e sei modelli di auto rappresentativi del segmento C (berline medie) benzina, diesel, MHEV/benzina e due allestimenti elettrici.

Le valutazioni hanno considerato due diversi orizzonti temporali di possesso: un proprietario di breve-medio periodo, che tiene la vettura (di prima o di seconda mano) per 5 anni, e un proprietario che tiene la sua automobile per 10 anni.

I costi sostenuti negli anni sono stati attualizzati con un tasso di sconto (1,8%), calcolato a partire dal tasso reale di rendimento medio dei buoni del tesoro pluriennali a 10 anni, depurato del valore medio della inflazione, nel decennio 2011-2021.

Per quanto riguarda le percorrenze medie, Rse ha stimato una media annua di 12.000 km e 15.000 km, rispettivamente per le auto di segmento A/B e di segmento C, nel caso del primo o unico proprietario; questi valori scendono a 8.000-10.000 km per il secondo proprietario.

Due invece gli scenari di ricarica considerati per i modelli elettrici: il primo prevede che la maggior parte dei rifornimenti (80%) siano effettuati a casa, mentre il secondo prevede un totale ricorso alle ricariche su strada con colonnine ad accesso pubblico, ipotizzando che il proprietario del veicolo non abbia possibilità di attaccare la spina nel luogo dove abita e/o lavora.

I dati più importanti

In generale, osserva Rse, le auto elettriche continuano ad avere un costo di acquisto iniziale (Capex) “sensibilmente maggiore” rispetto ai modelli termici, a fronte di minori costi di gestione.

Più in dettaglio, per chi acquista un veicolo nuovo e lo usa 5 anni percorrendo 60.000 km, il costo totale di possesso è più oneroso per il modello elettrico, in un calcolo però puramente teorico che esclude la presenza degli incentivi attuali; con gli incentivi, invece, è possibile annullare del tutto o quasi il maggior costo globale della vettura alla spina.

Con il grafico seguente, tratto dal dossier, vediamo qual è il confronto elettrico vs termico (senza incentivi) per chi acquista un modello nuovo del segmento C e lo tiene 10 anni, percorrendo in media 15.000 km/anno; (1) e (2) fanno riferimento ai due scenari di ricarica, rispettivamente quella domestica e quella in strada.

Si osserva, in particolare, che il modello elettrico con batteria da 58 kWh è già conveniente, in ottica Total cost of ownership, rispetto a un analogo modello a benzina, anche nella ipotesi “zero incentivi” di Rse, a patto di ricaricare la batteria prevalentemente a casa.

Anche negli altri casi, comunque, il maggior costo complessivo delle auto elettriche, fino a circa 8.000 euro per il modello da 77 kWh ricaricato prevalentemente in strada, può essere annullato o quasi con il valore degli incentivi statali.

Va detto che il modello in assoluto più conveniente, in ottica Tco e senza includere gli incentivi, è quello benzina mild-hybrid (cosiddetto ibrido leggero).

Da notare poi che il costo della ricarica influisce parecchio sul Tco. Chi ricarica la batteria del veicolo a casa, infatti, ha una convenienza decisamente maggiore rispetto a chi utilizza le colonnine pubbliche, dove il costo del kWh è ben più alto: 0,40 €/kWh in media per la ricarica in strada, contro 0,21 €/kWh in media per il rifornimento domestico.

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