Api e fotovoltaico, accoppiata vincente per agricoltura e biodiversità

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Da uno studio inglese emerge che la presenza di alveari nei parchi solari può aumentare molto la resa dei campi coltivati circostanti.

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La presenza di alveari accanto agli impianti fotovoltaici può aumentare la resa delle coltivazioni circostanti, grazie alle attività di impollinazione delle api, assicurando vantaggi non solo ambientali, come una maggiore biodiversità, ma anche di tipo economico, perché i terreni diventano più produttivi.

Uno studio inglese, pubblicato su Biological Conservation (link in basso) da un gruppo di ricercatori di due università (Lancaster e Reading), per la prima volta ha stimato i potenziali costi e benefici economici di integrare gli alverari nei parchi fotovoltaici in Gran Bretagna.

Altre simili ricerche, ricordiamo, hanno dimostrato come il fotovoltaico a terra, se installato in aree agricole può migliorare la biodiversità favorendo le popolazioni di insetti impollinatori (non solo api ma anche quelli “selvatici” come sirfidi, vespe, scarafaggi, farfalle e falene) grazie all’ombreggiatura dei filari di moduli che influenza la temperatura dell’aria, le precipitazioni e l’evaporazione, oltre ad avere un effetto a catena su suolo e vegetazione.

I terreni occupati dal FV spesso  possono essere oasi in distese di coltivazioni in cui si usano prodotti chimici dannosi per gli insetti. Molti impianti solari, evidenzia la Lancaster University, si trovano in aree intensamente coltivate dove gli habitat degli insetti impollinatori si sono ridotti o degradati, proprio a causa delle attività agricole e di altri impatti umani sugli ecosistemi.

Gli autori dello studio hanno utilizzato mappe molto dettagliate per esaminare dove si trovano i parchi solari, come sono distribuiti i campi coltivati, la quantità di alveari esistenti, i requisiti di impollinazione delle differenti colture.

Secondo i ricercatori, la presenza di alveari nei parchi fotovoltaici della Gran Bretagna avrebbe potuto aumentare il valore dei raccolti di 5,9 milioni di sterline nel 2017.

Lo studio ha esaminato differenti colture tra cui semi di lino e semi oleosi, mele e pere, frutti di bosco come fragole, lamponi e ribes nero.

Il raccolto che potrebbe trarre i maggiori benefici dagli alveari, emerge dalla ricerca, è il seme oleoso, perché è ampiamente coltivato. Mentre i frutti di bosco, in particolare le fragole, avrebbero i maggiori benefici economici per superficie coltivata, dato il loro alto valore di mercato e la dipendenza elevata dalle attività di impollinazione delle api.

Sulla base dei dati del 2017, ad esempio, le api nei parchi solari avrebbero potuto aumentare di circa 1,9 milioni di sterline il valore dei raccolti di frutti di bosco.

Gli autori poi sottolineano che ogni sito deve essere valutato singolarmente, perché la corretta gestione dei terreni e dei parchi fotovoltaici deve tenere conto di molteplici fattori, tra cui le caratteristiche dei suoli e delle colture e la presenza di insetti impollinatori selvatici.

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