Mentre l’Europa, proprio in queste ore, riapre il dibattito – l’ennesimo trilogotra Consiglio, Parlamento e Commission – sulle nuove direttive per l’efficienza energetica e le fonti rinnovabili, la Spagna ha annunciato di voler eliminare la controversa tassa sul solare (impuesto al sol), che colpisce l’autoconsumo elettrico degli impianti fotovoltaici.
Teresa Ribera, neo ministro dell’Energia nel governo socialista di Pedro Sanchez, non ha perso tempo.
Al Consiglio Energia di lunedì, ha schierato ufficialmente la Spagna nel gruppo di paesi che punta a obiettivi più ambiziosi per le tecnologie pulite, in modo da avvicinarsi il più possibile alle richieste del Parlamento Ue (vedi QualEnergia.it).
Lo stesso vale per l’Italia, che ha abbandonato il suo precedente orientamento, molto più “tiepido”, appoggiando invece con decisione la proposta degli eurodeputati di arrivare obbligatoriamente al 35% di efficienza e rinnovabili nel 2030.
Nello schema tracciato dalla presidenza bulgara di turno del Consiglio si parla, per la prima volta, di traguardi intorno al 32-33% per entrambi i dossier; vedremo, nelle prossime ore, quali saranno i risultati delle trattative – siamo al quinto round – tra i membri della Commissione, del Parlamento e del Consiglio.
Sul fronte interno, Teresa Ribera intende sostenere lo sviluppo del fotovoltaico, anche cancellando i pesanti oneri sull’elettricità autoconsumata dai sistemi FV a livello residenziale e commerciale, imposti nel 2015 dal governo Rajoy, vedi QualEnergia.it Fotovoltaico e autoconsumo, l’orrore spagnolo per tutti i dettagli.
Con la legge attuale, solo le installazioni fino a 10 kW sono esenti dalla tassa; tutte le altre, invece, sia quelle nuove sia quelle esistenti, sono soggette alla solar tax, la cui eliminazione è una delle prime richieste fatte al nuovo ministro dall’associazione spagnola del solare (UNEF, Unión Española Fotovoltaica).
L’associazione ha anche chiesto di rimuovere tutte le barriere amministrative e burocratiche che ora frenano i progetti per l’autoconsumo elettrico, oltre a definire le regole per costituire delle comunità solari destinate all’autoproduzione di energia rinnovabile.
Lo scorso anno, la nuova potenza FV installata in Spagna è stata pari a 135 MW, non certo un risultato eccezionale, segnando però una crescita del 145% in confronto ai dodici mesi precedenti.
Il fotovoltaico spagnolo, d’altronde, è crollato dal 2012 a causa della moratoria sugli incentivi e di una legislazione super-punitiva per la generazione distribuita, quella che Teresa Ribera pensa di rimuovere.
In arrivo in Spagna, ricordiamo, ci sono vari GW di nuovi impianti, sia sostenuti dalle aste (3,9 GW) che in market parity.