Tre misure per le rinnovabili nelle zone del terremoto

Impianti già in esercizio o in costruzione distrutti o danneggiati, ritardi amministrativi dovuti all’emergenza che stanno portando grosse perdite economiche. Nelle zone terremotate anche il settore delle rinnovabili affronta grosse difficoltà. Aper propone tre misure per aiutare le aziende delle rinnovabili a sopravvivere all'emergenza.

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Impianti già in esercizio o in costruzione distrutti o danneggiati, ritardi amministrativi dovuti all’emergenza che stanno portando grosse perdite economiche. Tra i settori duramente colpiti dal terremoto in Emilia Romagna c’è anche quello delle rinnovabili che rischia di non riuscire a rialzarsi senza misure ad hoc per sostenerlo.

Per questo Aper, in un’audizione tenutasi ieri alla commissione Ambiente della Camera, ha proposto tre misure da adottare nel Ddl di conversione del DL n.74 del 2012 sugli intereventi urgenti a favore delle popolazioni colpite dal sisma (vedi allegato, pdf).

Per quanto riguarda gli impianti già in esercizio nei Comuni per i quali sia stato dichiarato dalle competenti Autorità lo stato di calamità e costretti all’effettivo fermo per i danni subiti, l’Associazione propone un indennizzo per la mancata produzione pari al valore dell’energia elettrica non ceduta e al corrispondente incentivo non percepito. A ciò dovrebbe essere aggiunto un contributo per la ricostruzione o sostituzione delle parti danneggiate.

Passando agli impianti che alla data di dichiarazione dello stato di calamità naturale avessero richiesto il rilascio del titolo abilitativo alla costruzione ed esercizio, si chiede una proroga della data di entrata in esercizio, decorrente dal 1° gennaio 2013 e pari al periodo di sospensione dei relativi procedimenti abilitativi, ai fini del mantenimento del diritto di accesso al regime incentivante oggi vigente.

Venendo infine a gli impianti in corso di realizzazione che, alla data di dichiarazione di stato di calamità naturale, avessero ottenuto il titolo autorizzativo, la richiesta è di una proroga del termine di entrata in esercizio stabilito dal D. Lgs. n. 28/2011 sino al 30 giugno 2013. Anche per questi impianti si propone un indennizzo commisurato al valore dell’energia non prodotta a seguito della mancata entrata in esercizio (purché non imputabile al produttore) stimato su un periodo da valutare caso per caso.

Aper suggerisce inoltre che la valutazione degli impianti ammessi agli interventi proposti, dei danni subiti, nonché delle modalità di corresponsione, dell’entità e della durata dell’indennizzo, sia affidata a una commissione speciale, incaricata delle istruttorie sulle singole richieste e costituita dal ministero dello Sviluppo Economico. La Commissione, conclude l’Associazione, potrebbe essere composta da un rappresentante del Gse, dal Commissario straordinario per la ricostruzione, da un rappresentante della Regione Emilia Romagna, da un rappresentante della Provincia e uno dei Comuni territorialmente competenti.

Sempre in commissione Ambiente, peraltro, ieri il ministro Passera ha sottolineato che gli impianti nelle zone colpite dal sisma saranno esclusi dall’obbligo di iscrizione al registro nell’ambito del nuovo sistema di incentivazione in via di approvazione (Qualenergia.it, Passera, qualche anticipazione sui decreti rinnovabili).

Il testo dell’audizione Aper in Commissione Ambiente delle Camera (pdf)

 

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