Dal primo aprile la bolletta cala, ma cosa paghiamo?

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Entriamo nel dettaglio della bolletta elettrica: dall'analisi di quella tipo fatta dall'Autorità per l'Energia per il secondo trimestre 2019 ad una reale relativa al primo bimestre 2019.

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Abbiamo visto nella nota dell’Arera, l’Autorità per l’Energia, le modifiche alle bollette per elettricità e gas per i clienti a maggior tutela, che dal primo aprile vanno a ridursi.

Per avere un’idea di cosa pagheremo nella bolletta elettrica (per i clienti del servizo di maggior tutela) facciamo riferimento all’esempio dell’Autorità, un conteggio che comunque va preso con le molle: consigliamo ai consumatori di consultare non solo la bolletta semplificata che arriva regolarmente, ma quella di dettaglio, che si può sempre richiedere andando sul sito della società elettrica.

Dal primo aprile al 30 giugno, dunque, un cliente-tipo, che per Arera è quello che consuma circa 2.700 kWh all’anno, il chilowattora andrà a costare 19,89 centesimi di euro, includendo anche l’Iva.

Nel dettaglio, le spese vengono suddivise come descritto sotto, come è possibile vedere anche nella nostra bolletta. In particolare, questi 19,89 centesimi di € sono così composti:

Spesa per la materia energia:

  • 6,63 centesimi di euro (33,35% del totale bolletta) per i costi di approvvigionamento dell’energia.

Variazione rispetto al I trimestre 2019: -26,7%

  • 1,78 centesimi di euro (8,94% del totale bolletta) per la commercializzazione al dettaglio

Variazione rispetto al I trimestre 2019: 0%

Nel complesso le spese per la materia energia costituiscono il 42,3% della bolletta tipo.

Spesa per il trasporto e la gestione del contatore:

  • 3,92 centesimi di euro (19,68% del totale bolletta) per i servizi di distribuzione, misura, trasporto, perequazione della trasmissione e distribuzione, qualità.

Variazione rispetto al I trimestre 2019: 0%

Spesa per oneri di sistema:

  • 4,95 centesimi di euro (24,88% del totale bolletta) per gli oneri generali di sistema, fissati per legge.

Variazione rispetto al I trimestre 2019: +17,45% (voce che era aumentata del 30,7% tra il primo trimestre 2019 e il quarto trimestre 2018).

Imposte:

  • 2,62 centesimi di euro (13,15% del totale bolletta) per le imposte che comprendono le accise e l’Iva (pagata anche sulle accise).

Ricordiamo che dal 1° gennaio 2016 le voci che erano comprese nei Servizi di vendita confluiscono nella voce Spesa per la materia energia.

Le voci che erano comprese nei Servizi di rete confluiscono in due distinte aggregazioni:

  • Spesa per il trasporto e la gestione del contatore
  • Spesa per oneri di sistema.

Nel grafico il riepilogo di quanto illustrato.

Cosa c’è dentro le spese degli oneri di sistema?

Dal 1° gennaio 2018, l’Arera ha aggiornato le aliquote degli oneri generali relative alle componenti A2, A3, A4, A5, As, MCT, UC4 e UC7 e delle ulteriori componenti da applicare a tutte le tipologie di contratto secondo i seguenti raggruppamenti:

  • Oneri generali relativi al sostegno delle energie rinnovabili e alla cogenerazione” (ASOS), che include tutti gli oneri fino al 31 dicembre 2017 coperti dalla componente tariffaria A3 (escluse le voci di costo riferite alla produzione ascrivibile a rifiuti non biodegradabili).
  • Rimanenti oneri generali (ARIM).

 La componente ASOS, pari al 73,15% degli oneri generali, è ripartita tra i seguenti due elementi:

  • 57,63% per gli incentivi alle fonti rinnovabili e alla cogenerazione CIP 6/92 (quota della vecchia componente ‘A3’);
  • 15,52% per le agevolazioni alle imprese a forte consumo di energia elettrica (vecchia componente ‘Ae’).

Pertanto nella bolletta tipo la componente ASOS è pari ad una spesa di 3,62 cent€/kWh.

La componente ARIM (era stata azzerata nell’aggiornamento del III e IV trimestre 2018), complessivamente pesa per il 26,85% degli oneri generali e risulta ripartita tra i seguenti elementi:

  • 12,86% per la promozione dell’efficienza energetica (componente UC7);
  • 6,89% oneri per la messa in sicurezza del nucleare e per compensazioni territoriali (componente A2 e MCT), comprensivi dei 135 milioni di euro/anno destinati al Bilancio dello Stato;
  • 1,24% per il sostegno alla ricerca di sistema (componente A5);
  • 1,24% per le compensazioni alle imprese elettriche minori (componente UC4);
  • 2,39% per i regimi tariffari speciali per il servizio ferroviario universale e merci (componente A4);
  • 2,18% per il bonus elettrico (componente As);
  • 0,05%%per gli incentivi alla produzione di energia da rifiuti non biodegradabili (quota della vecchia componente A3).

Pertanto nella bolletta tipo la componente ARIM è pari ad una spesa di 1,33 cent€/kWh.

Nel grafico la rappresentazione degli oneri generali, con il dettaglio della componente ARIM.

Una bolletta reale, ma del primo bimestre 2019

Fin qui il quadro dell’Autorità per un utente tipo. Ma andiamo ad analizzare una bolletta reale (lo faremo in futuro con altre sia per il servizio di maggior tutela, residenti e non, che per il mercato libero).

In questo caso vediamo, più nel dettaglio, cosa paga nel primo bimestre 2019 un utente a maggior tutela, residente con un contratto con potenza impegnata pari a 4,5 kW (l’utenza ha un consumo stimabile in circa 3.300 kWh/anno).

Si vede intanto che la differenza di costo tra la diverse fasce orarie, F1 e F2/3, è minimo, cioè di appena 1 centesimo per kWh inferiore nella F2/3.

Ricordiamo che la fascia F1 va da lunedì a venerdì, dalle 8.00 alle 19.00, escluse le festività nazionali. E che per i clienti domestici per le abitazioni servite in regime di tutela la fascia F23, comprende i consumi che vanno dalle 19.00 alle 8.00 di tutti i giorni feriali, tutti i sabati, domeniche e giorni festivi.

Una differenza sostanziale è invece nel livello dei consumi per scaglioni nell’ambito della spese per gli oneri di sistema. Qui la differenza tra il primo e il secondo scaglione è di 3,8 cent€/kWh, tanto che nell’arco dei due mesi l’utente va pagare il doppio nel secondo scaglione rispetto al secondo.

Ad esempio in questo caso su un consumo nel mese di gennaio 2019 pari a 251 kWh, il primo scaglione è calcolato per i primi 138 kWh consumati nel mese, il secondo sugli altri 113 kWh.

Spieghiamo che i consumi fatturati vengono ripartiti in scaglioni sulla base del consumo medio giornaliero del cliente. Alcuni corrispettivi variano a seconda dei livello dei consumi annui. Ogni scaglione è compreso tra un livello minimo e uno massimo (es: 0-1800 kWh; 1801-2640 kWh).

Se ad esempio il consumo medio giornaliero del cliente è di 7 kWh, il consumo medio annuo sarà di 7 x 365= 2.555 kWh, quindi verranno applicati al cliente i primi 2  scaglioni. In particolare nella bolletta i 7 kWh di consumo medio giornalieri saranno così ripartiti:

  • 4,93 kWh nel 1° scaglione (1800/365);
  • 2,07 kWh nel 2° scaglione (755/365).

Dove 1.800 rappresenta l’ampiezza del primo scaglione e 755 è la parte di consumo annuo che rientra nel 2° scaglione.

Si nota che nel caso in esame il costo medio unitario è di 0,24 €/kWh (tutto incluso). Se facciamo riferimento al costo medio unitario relativo alle spese per la materia energia questo diventa di 0,10 €/kWh (56,62 € : 541 kWh), pari al 43,6% del totale della bolletta.

Alcune conclusioni

Queste sono solo delle indicazioni generali perché non è facile confrontare due profili di consumo simili. Tuttavia può essere utile per rendere più consapevole il consumatore sui costi in bolletta, particolarmente misteriosi per la gran parte delle famiglie.

Ma anche sulle possibilità di ridurla, intervenendo sul fronte dell’efficienza energetica oppure magari pensando di installare un impianto FV, dove possibile, per autoconsumare l’elettricità solare generata, oltre che avere delle entrare grazie allo scambio sul posto.

Dal confronto tra le due bollette del cliente domestico analizzate, quella “tipo” di Arera e quella reale, con consumi e potenza impegnata maggiori, ma entrambe relative al primo trimestre 2019, si possono notare alcune differenze nel costo medio unitario: per il primo trimestre Arera nella sua nota di dicembre 2018 aveva stimato una spesa complessiva per kWh di 21,74 cent€, quindi la differenza rispetto alla bolletta reale (24 cent€) illustrata sopra è di 2,26 cent€, che sull’anno possono ammontare ad una differenza di spesa di 65-70 euro.

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