Competitività FV, continuano i ribassi da record: 6,1 c$ per kWh

Le offerte a prezzi stracciati viste a ottobre a Dubai sono confermate dal risultato dell'asta in Giordania: il fotovoltaico utility scale può offrire energia a 6 centesimi di dollaro a kWh, più economica di quella da carbone. Record anche per gli impianti della meno assolata Germania dove i parchi che hanno vinto le aste produrranno a 10 c$/kWh.

ADV
image_pdfimage_print

Come in una gara di limbo, il fotovoltaico continua a spostare in basso l’asticella dei costi e mostra di riuscire a scendere più in basso delle fonti convenzionali. A ottobre 2014 è arrivato l’annuncio di quella che al momento è ancora l’offerta più coraggiosa fatta in un’asta per la produzione di energia dal sole: la società saudita Acwa Power ha vinto un’asta per 100 MW di potenza indetta dall’utility pubblica di Dubai, DEWA, proponendo un prezzo 5,98 centesimi di dollaro a kWh.

Nei giorni scorsi, l’apertura delle buste di un’altra asta, questa volta in Giordania, ha mostrato che l’exploit di Acwa a Dubai, favorito da condizioni molto vantaggiose nell’accesso ai terreni e al credito, è replicabile. Il vincitore dell’asta giordana per 4 parchi da 50 MW, GI Karnomourakis SunRise PV Systems, piccola società greca al suo primo grande progetto, produrrà a 6,13 c$/kWh garantiti per 20 anni. Diverse altre tra le 24 aziende che hanno partecipato alla gara hanno presentato business plan che si reggono su compensi tra i 6 e i 7 centesimi di dollaro. La seconda classificata, Saudi Oger, ha proposto 6,49 cent/kWh e la terza, Fotowatio/ALJ, 6,91 per kWh.

Si tratta di valori competitivi con le fonti di energia più “economiche” (perché scaricano i danni sulla collettività) come il carbone. Secondo la Middle East’s Solar Industry Association, questi risultati manderanno un segnale forte agli altri mercati, specialmente all’Arabia Saudita: “Rhyad ora può constatare che il fotovoltaico è pienamente competitivo con le altre fonti. Se deciderà di seguire le orme di Amman, il mercato FV del Medio Oriente decollerà.”

Se in quella regione si stanno registrando ribassi record, complice la radiazione solare altissima e il fatto che, ad esempio, nel caso giordano gli impianti difficilmente verranno costruiti prima di 20-30 mesi, è notevole anche quanto succede nelle aste tedesche. In Germania il 19 maggio è scaduto il termine per le proposte per un’ asta da 157 MW di potenza FV in impianti a terra e l’Agenzia federale per la rete ha annunciato che il prezzo medio proposto dai vincitori è stato di 9,17 centesimi di euro/kWh (10,06 c$), con il più basso a 8,48 eurocent/kWh e il più alto a 9,43.

Anche in Germania dunque il FV utility scale si sta avvicinando alla competitività – e senza incentivi – con la generazione da nuove centrali a carbone, per le quali il Fraunhofer Institute stima un costo di produzione LCOE da 0,05 a 0,10 €/kWh.

Siamo sulla rotta giusta affinché si avveri la recente previsione dell’istituto tedesco, secondo la quale nel giro di 10 anni il fotovoltaico sarà la fonte più economica per produrre elettricità, con un LCOE che in Europa centro-meridionale, entro il 2025, scenderà fino a 4-6 centesimi di euro per kWh e che in aree più assolate del pianeta potrebbe arrivare a 3-5 cent/kWh, cioè meno della metà rispetto ai costi delle nuove centrali a fonti convenzionali. Il costo degli impianti FV, diminuito di circa l’80% dal 2005 al 2014, da oggi al 2025, stima il Fraunhofer, senza considerare potenziali breakthrought tecnologici che accelererebbero la discesa, dovrebbe calare di un ulteriore 19-36% e al 2050 dal 40 al 72%.

ADV
×