PV Doctor di Kiwa: il partner di qualità per il mercato fotovoltaico secondario

Kiwa, ente di certificazione per il settore solare, propone un servizio di due diligence tecnica degli impianti fotovoltaici a partire da qualche centinaio di chilowatt di potenza, rivolto alle aziende attive nel mercato fotovoltaico secondario. Ci racconta esempi in cui si sono scoperti e corretti alcuni difetti.

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Una potenza fotovoltaica di 18,2 GW per oltre 530.000 impianti installati. È questo il risultato finale dei cinque sistemi d’incentivazione in Conto Energia che si sono succeduti in Italia tra il 2005 e il 2013, grazie a cui oggi l’Italia si è dotata di un parco d’impianti solari capace di soddisfare più del 7% del fabbisogno elettrico del Paese.

Ma sappiamo come la corsa al fotovoltaico abbia significato anche l’installazione di prodotti la cui qualità non era sempre all’altezza. Se a questo sommiamo la conclusione degli incentivi in Conto Energia e la crescita dell’interesse per il cosiddetto mercato secondario (manutenzione, vendita dell’energia, compravendita degli impianti), è facile comprendere quanto oggi risulti importante intervenire prontamente nel caso in cui l’impianto, dopo soli pochi anni di funzionamento, inizi a dare i primi segni di una produzione inferiore alle attese.

Il PV Doctor di Kiwa

Kiwa, Ente di Certificazione Internazionale accreditato per il settore Solare Fotovoltaico, propone PV Doctor, un servizio dedicato di Due Diligence tecnica rivolto a proprietari di impianti, costruttori di componenti, assicurazioni, studi legali, installatori, O&M Contractor e tutte le aziende operanti nel mercato fotovoltaico secondario.

«Le tipologie di problematiche che si possono verificare negli impianti fotovoltaici sono le più disparate – spiega Luca Votta, Business Line Manager Solar del Gruppo Kiwa -. Ci possono essere le bave di lumaca, cioè la decolorazione della pasta serigrafica che si crea a causa di microrotture delle celle, gli hot spot, il malfunzionamento dei diodi o dei connettori tra i moduli, l’ effetto PID (Potential Induced Degradation) che si verifica quando il modulo presenta una differenza di potenziale rispetto a terra, o l’effetto LID (Light Induced Degradation). I problemi possono nascere anche a causa di un’installazione non a regola d’arte: pensiamo al caso di un frame installato male che può persino provocare la rottura del modulo in casi di carico elevato. Il servizio PV Doctor di Kiwa consiste in attività sul campo e un controllo in laboratorio dei prodotti difettosi. Possiamo inoltre verificare sul campo il funzionamento anche dei sistemi di sensoristica come piranometri e solarimetri senza la necessità di staccare e mandare i sensori in laboratori di calibrazione dedicati: il nostro servizio prevede infatti la possibilità di effettuare la calibrazione direttamente on-site sull’impianto senza alcun rischio derivante da spedizione, trasporto, tempi di attesa».

La procedura d’intervento

Per prima cosa i tecnici di Kiwa eseguono un sopralluogo per analizzare l’impianto. Nei casi più semplici è possibile intervenire direttamente on-site per risolvere eventuali anomalie, mentre nei casi più complessi è necessario fare un campionamento e portare in laboratorio alcuni dei prodotti installati per effettuare delle indagini più approfondite.

In laboratorio si effettuano i test di elettroluminescenza per verificare che non ci siano celle rotte e che tutte le stringhe dei moduli fotovoltaici siano collegate correttamente, test di verifica degli hotspot, misure delle curve tensione-corrente, prove di carico meccanico e prove di isolamento per verificare la tenuta.

«Lavoriamo su impianti a partire da qualche centinaio di kW di potenza – spiega Luca Votta -. Per questo tipo di attività in generale non è richiesto il fermo impianto. Nell’ultimo anno abbiamo lavorato su una cinquantina di impianti in Italia, Regno Unito, Germania e Spagna. L’esigenza di questo tipo di interventi, eseguiti da personale altamente qualificato e competente al fine di pervenire a una efficace risoluzione della problematica insorta, è in forte crescita in Europa, Italia inclusa».

Alcuni esempi significativi

«Di recente ci siamo occupati di un impianto multi-megawatt su tetto che presentava delle performance al di sotto di quanto stimato inizialmente. Già in fase di visita ci siamo resi conto di alcune lacune nella progettazione: l’inclinazione e l’esposizione a Sud non erano ottimali. Grazie alla successiva analisi in laboratorio di 25 moduli (di fabbricazione europea), abbiamo appurato una manifattura non ottimale del prodotto: alcuni dei ribbon non erano ben collegati e alcuni diodi di by-pass non funzionavano correttamente escludendo di fatto certe stringhe di celle all’interno dei moduli. Ovviamente questo tipo di problematiche non è possibile vederle sull’impianto installato. Inoltre, alcune celle presentavano rotture evidenti, probabilmente a causa del trasporto e/o del lavoro d’installazione».

Un altro esempio riguarda un impianto multi-megawatt, per il quale in fase di visita sul campo i tecnici di Kiwa hanno evidenziato diversi moduli affetti da bave di lumaca. L’elettroluminescenza in laboratorio ha mostrato anche la presenza di numerose celle spente e ha fatto ipotizzare l’effetto PID. In una seconda fase in laboratorio è stata eseguita la recovery dal PID e i moduli hanno recuperato il 60/70% della potenza iniziale appurando un effetto PID presente e di natura importante. In generale, la maggior parte dei problemi si verifica sui moduli ma anche gli inverter possono dare luogo a malfunzionamenti. Kiwa ha lavorato negli scorsi mesi su un impianto da diversi MW nel Regno Unito, dove gli inverter erano stati installati in un ambito assai umido e il proprietario dell’impianto ha voluto verificare che lavorassero correttamente nonostante l’installazione non ottimale (rischio di corrosione dei componenti, possibili malfunzionamenti, ecc.).

«Torneremo a marzo per vedere se gli inverter hanno lavorato meglio in questi ultimi mesi grazie alle nostre indicazioni e alle modifiche apportate all’impianto» spiega Votta. Ci sono poi casi di aziende che chiedono il supporto di Kiwa in maniera costante. Ad ’esempio, un grosso EPC Contractor richiede a Kiwa annualmente la calibrazione della sensoristica (piranometri, celle di riferimento, sensori di temperatura) di tutti i loro impianti presenti in Italia.

I laboratori Kiwa

PV Doctor è un servizio offerto da Kiwa principalmente per il mercato Europeo e per il Nord Africa. L’azienda ha un laboratorio interno presso la propria sede di Legnano accreditato per il rispetto delle norme EN-IEC 61730 (sicurezza), EN-IEC 61215 e EN-IEC 61646 (performance) per moduli fotovoltaici cristallini e in film sottile. L’azienda collabora anche con altri laboratori operanti nel settore dell’energia solare in tutto il mondo al fine di fornire un servizio di testing e certificazione One Stop Shop. In Italia il gruppo Kiwa è composto da circa 150 dipendenti, nel mondo conta a oggi circa 4.500 dipendenti coinvolti in attività TIC (Testing–Ispezione–Certificazione) di alto profilo tecnologico.

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