Realizzare e gestire impianti di riscaldamento, di climatizzazione e tecnologici in genere a servizio di strutture pubbliche e private, anche attraverso reti di teleriscaldamento, è un attività che ha sviluppato un know-how tecnico e gestionale di tutto rilievo in Italia. Si tratta spesso di imprese connesse al territorio in cui operano e che guardando con sempre maggiore attenzione alle ricadute ambientali dei loro interventi. Un esempio interessante è quello offerto dalla società milanese Carbotermo SpA con alcuni suoi progetti realizzati negli ultimi anni. Ne descriveremo due.
Il primo, di cui la società è stata titolare del contratto di concessione, riguarda una rete di teleriscaldamento alimentata per una parte con biomasse (cippato di legna per circa 5.000 t/anno) e un’altra con una centrale cogenerativa per soddisfare le esigenze delle attuali utenze termiche (41) ubicate all’interno dell’Aeroporto di Cameri, in provincia di Novara, uno scalo militare che attualmente ospita il 1° Reparto manutenzione velivoli.
La rete, come detto, è abbinata ad una centrale costituita da una sezione cogenerativa alimentata a gas metano, una sezione di produzione di acqua refrigerata per il condizionamento alimentata dal calore di recupero del processo cogenerativo e, soprattutto, da una sezione termica alimentata a cippato di legna. Questa soluzione impiantistica per la produzione contemporanea di energia elettrica, termica e frigorifera, va a sostituire il precedente utilizzo di combustibile gasolio, con una conseguente e significativa riduzione delle emissioni di CO2, oltre che di ceneri.
La rete di teleriscaldamento, lunga 10 km, è costituita da tubi di acciaio ed è stata interrata e isolata per contenere le dissipazioni. La centrale cogenerativa è stata allacciata alla sottostazione elettrica di MT dell’Aeroporto.
Andando più nel dettaglio si rileva come la produzione elettrica sia costituita da due cogeneratori per una potenza di 1.189 kW ciascuno (potenza totale di circa 2,4 MW). La parte termica, alimentata da biomassa locale, è costituita da un generatore di 3,2 MW di potenza, con un rendimento dell’85%, e due impianti alimentati a gas metano, considerati come riserva del sistema, per una potenza totale di 5,5 MW circa.
La caldaia a cippato è stata realizzata nel rispetto dei limiti emissivi: le polveri si stimano inferiori a 30 mg/mc e le emissioni di ossido di azoto sono inferiori a 300 mg/mc.
Nel sistema è compresa una sezione di recupero termico dai cogeneratori che ha una potenza di 2,4 MW circa. In totale la potenza installata è di circa 11 MW.
La parte impiantistica dedicata alla produzione di energia frigorifera è costituita da due gruppi ad assorbimento da 860 kW ciascuno.
Nel suo insieme l’intervento dell’azienda ha migliorato l’impatto ambientale sul territorio per la riduzione delle emissioni e per l’attenta cura di diversi aspetti paesaggistici (integrazione del verde, valorizzazione del patrimonio esistente, sistemazione della viabilità dell’area). Ma vanno anche considerate le ricadute positive sull’economia locale, sia dirette (maestranze e imprese locali per la fase di costruzione e gestione, e anche della raccolta della biomassa) che indirette (indotto legato alla nuova attività industriale).
L’impianto è governato da un sistema di supervisione di ultima generazione, monitorato sia con PC da installare presso gli uffici della centrale, sia in remoto tramite accesso via web. Sull’impianto ci sarà comunque del personale operativo per le operazioni di manutenzione ordinaria e straordinaria degli impianti di centrale.
Per sua configurazione impiantistica (cogenerazione abbinato al teleriscaldamento + caldaia a biomassa) avrà diritto a beneficiare dei Titoli di Efficienza Energetica. Prima della costruzione della centrale di trigenerazione, l’Aeronautica Militare disponeva di 40 centrali termiche a gasolio, ma la realizzazione del nuovo impianto consentirà risparmi economici sia all’ente che un recupero dell’investimento, con relativi margini, per la società realizzatrice grazie alla vendita di calore ed elettricità.
Nella costruzione Carbotermo ha valutato anche la possibilità di futuri ampliamenti sul sedime aeroportuale, lasciando opportune predisposizioni sia nella rete di teleriscaldamento che nelle centrali tecnologiche.
Sempre nel campo dello sfruttamento energetico delle biomasse, Carbotermo ha realizzato un altro progetto: si tratta di una delle più grandi centrali a biomasse ad uso civile in Europa (foto a sinistra). Un progetto, chiamato Prometheus, che nasce nel 2009 per trovare una soluzione alternativa al tradizionale impianto di riscaldamento del ‘Quartiere Giardino’di Cesano Boscone, a 7 km dal centro di Milano. La centrale è alimentata a cippato (circa 25.000 t/anno), proveniente dalla regione Lombardia, ed è a servizio di una serie di quartieri del paese.
L’impianto cogenerativo, tramite una rete di teleriscaldamento lunga di circa 1,8 km, serve quasi 2000 utenze, fornendo calore per riscaldamento e acqua calda sanitaria, oltre che energia elettrica. L’impianto (2 caldaie e un turbogeneratore), entrato in funzione a fine novembre 2012, ha una potenza termica di 13 MW e quella elettrica pari a 1 MW; l’elettricità prodotta è pari a circa 7,5 GWh/anno.
L’impianto produce energia elettrica che viene ceduta al GSE a tariffa omnicomprensiva di 280 € al MWh, l’energia termica viene ceduta a tariffe agevolate per l’utente, permettendo sensibili risparmi rispetto ai costi del riscaldamento a gas.