Texas leader dell’eolico Usa, ma con ambiziosi obiettivi di energia solare e accumuli

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L’elevata generazione dell'eolico e i progetti in cantiere nel fotovoltaico e nello storage di rete nel Texas sono un segnale importante per uno Stato conosciuto per la sua produzione di fonti fossili a basso costo.

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A marzo per la prima volta lo stato del Texas, storicamente ricco di combustibili fossili a basso costo, ha generato più elettricità dall’energia solare che dal carbone (3,26 TWh/mese contro 2,96).

Ad esempio, nel primo pomeriggio del 14 maggio 2024 ha registrato una così notevole generazione di elettricità dal solare utility scale, tale da stabilire un nuovo record negli Stati Uniti secondo i dati di Grid Status, che tiene traccia della produzione elettrica nel Paese.

Il risultato è ancora più significativo visto che il Texas ha scalzato da questo primato la California, da sempre un faro per gli obiettivi Usa di energia pulita che per anni ha costruito il suo predominio nazionale soprattutto nel fotovoltaico.

Il Texas resta il principale produttore di petrolio e gas naturale del Paese: nel 2023 ha coperto il 43% della produzione di greggio della nazione e il 27% dei suoi prelievi lordi di gas naturale.

La crescita del fotovoltaico texano

Solo cinque anni fa un simile risultato per l’energia rinnovabile sarebbe stato impensabile. Nel 2019, il Texas aveva poco più di 2 GW di impianti solari utility scale, rispetto ai 13 GW della California. Da allora, tuttavia, c’è stato un vero e proprio “boom solare”, che non è destinato a fermarsi.

Il grafico in basso, elaborato dal gestore di rete texano Ercot, mostra le prospettive di crescita delle installazioni FV (aggiornate ad agosto 2024).

Nel 2028 si potrebbero toccare i 65 GW di potenza FV e, contestualmente, si stima che i sistemi di accumulo potranno arrivare a poco più di 30 GW (dato che Ercot esprime in potenza e non in producibilità elettrica – clicca per ingrandire).

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Secondo la Solar Energy Industries Association (SEIA), il Texas è lo Stato leader per installazioni fotovoltaiche nella prima metà di quest’anno, con 5,5 GW, quasi il doppio della Florida, seconda in questa classifica con 2,9 GW.

In cantiere ci sono due importanti parchi solari che accresceranno ulteriormente questo dato: l’impianto Ash Creek da 408 MW nella contea di Hill e la Orion Solar Belt da circa 900 MW annunciata da Google per soddisfare la domanda elettrica dei propri data center nella contea di Ellis.

Comanda l’eolico

La fonte rinnovabile predominante in Texas è però l’eolico. L’Energy Information Administration (Eia) certifica come nel 2023 il Texas abbia il primato tra gli Stati Usa per produzione elettrica da questa fonte, arrivando da solo a generare il 28% di tutta l’elettricità eolica generata nel paese.

Tra il 2014 e il 2023 si è passati da 40 a 119,8 TWh/anno. Mentre la generazione eolica del Texas è triplicata in meno di dieci anni, il dato relativo agli Usa è cresciuto a un ritmo un po’ inferiore: dai 181,6 TWh nel 2014 ai 425 TWh nel 2023 (in Ue, per un confronto, l’eolico ha generato lo scorso anno 480 TWh).

In proporzione la crescita della produzione eolica del Texas ha rappresentato quasi il 33% dell’aumento nazionale, staccando di gran lunga quella degli altri nove Stati principali nella produzione di energia dal vento, come si vede da grafico.

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Una crescita utile a sostenere il previsto forte aumento della domanda elettrica del Texas che Ercot ha fissato al doppio già entro fine decennio.

Due fattori hanno portato a questa revisione: una nuova legge che impone di contare le richieste delle aziende per le connessioni alla rete prima che siano finalizzate, e l’aumento significativo delle richieste da parte di grandi utenti come data center, impianti di produzione di idrogeno e aziende petrolifere e del gas che stanno elettrificando le loro operazioni.

Anche la domanda di picco di elettricità sulla rete del Texas è aumentata vertiginosamente nell’estate del 2023, stabilendo il record di 85,5 GW il 10 agosto. Secondo quanto affermato a giugno dal Ceo di Ercot, Pablo Vegas, al Comitato per le imprese e il commercio del Senato, questo dato potrebbe quasi raddoppiare a 150 GW nel 2030.

Il TSO Ercot è famoso per essere non connesso con le altre principali reti di trasmissione degli Stati Uniti. Ma questa situazione potrebbe presto cambiare: il Dipartimento dell’Energia (DoE) ha recentemente annunciato di voler stanziare fino a 360 milioni di dollari per costruire una linea lunga 320 miglia che collegherà la rete texana alle reti elettriche nazionali nel sud-est degli Stati Uniti.

Secondo il DoE, l’interconnessione, chiamata “Southern Spirit”, sarà utilizzata per “migliorare l’affidabilità e prevenire interruzioni” durante eventi meteorologici potenzialmente catastrofici, come nel caso del “Texas freeze” del 2021.

Accumuli, il primato californiano è superabile

California e Texas guidano la classifica dei Paesi per sistemi di accumulo connessi alla rete. Insieme costituiscono il 72% del totale dei sistemi attualmente in funzione negli Usa.

Secondo l’ultimo “Energy Storage Survey” pubblicato dalla California Energy Commission (CEC), all’11 settembre 2024 nello Stato la capacità di accumulo elettrochimico era pari a 13,4 GW. Il Texas si attestava sui 4,8 GW.

Ma questi numeri potrebbero ribaltarsi. Secondo i dati dell’osservatorio energetico statunitense Cleanview, il Texas supererà la California una volta che la sua pipeline da 12,4 GW sarà operativa, portando il totale a 17,2 GW.

I 3 GW di capacità pianificata per la California porteranno invece la sua rete di batterie totale a circa 16 GW. Va però rimarcato come il cosiddetto “Golden State” abbia installato 3 GW solo negli ultimi sei mesi.

Le batterie intanto sono diventate il principale contributore nel mix elettrico del California Independent System Operator (CAISO) persino per un periodo serale di due ore (dalle 20.10 del 16 aprile 2024). In quel periodo lo Stato stava avendo una rilevante produzione da rinnovabili, costantemente al di sopra del 100% della domanda, produzione ovviamente accumulata negli storage disponibili.

La California viaggia spedita verso i suoi obiettivi energetici. Ha già percorso un quarto della strada che la porterà ai 52 GW di storage in batterie attesi entro il 2045, anno in cui lo Stato si è imposto di raggiungere la neutralità carbonica e di ridurre le emissioni di almeno l’85% rispetto ai livelli del 1990.

Insomma, California e Texas guidano la transizione energetica statunitense e potrebbero diventare degli apripista per altri Stati.

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