Soluzione al problema del soiling per gli impianti FV sulle stalle

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Le esalazioni di gas metano, ammoniaca e polveri sono tra gli inquinanti più presenti nelle aree di allevamento, diminuendo la produzione da FV anche del 10%. Una soluzione promossa da Dive srl riesce a mantenere a lungo termine sui pannelli condizioni di pulizia, riducendo i lavaggi.

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Gli impianti fotovoltaici installati sulle coperture delle stalle sono particolarmente soggetti al soiling che ne causa una sostanziale diminuzione di produzione elettrica.

Questo richiede ai gestori degli impianti di effettuare numerosi lavaggi all’anno per cercare di ottenere una produzione minimamente accettabile.

Le esalazioni di gas metano, ammoniaca e polveri sono tra gli inquinanti più presenti in questi ambienti. Si tratta di un tipo di soiling particolarmente difficile da rimuovere poiché si “attacca” al vetro del pannello ed è necessario fare attenzione in quanto può danneggiare i moduli fotovoltaici, specialmente nel retro.

Visti gli ampi spazi di cui dispongono le società agricole e gli elevati consumi di elettricità che esse devono sostenere per il funzionamento dei macchinari, l’installazione di pannelli fotovoltaici dovrà rappresentare sempre una valida opportunità per i suoi proprietari.

Ci sono oggi almeno 20-30mila impianti FV installati su stalla in Italia con potenze significative che vanno tra 50 kW e 1 MW”, ha detto Paolo Rocco Viscontini, presidente di Italia Solare. “Di fatto si parla più che altro di impianti associati a capannoni di allevamenti animali e a capannoni di aziende agricole, con riferimento a edifici adibiti ad attività di stoccaggio e trasformazione prodotti”.

Il soiling è uno dei principali problemi da affrontare in questi casi specifici come ci conferma l’ingegner Viscontini: “Da recenti analisi, eseguite grazie ai più avanzati strumenti di valutazione dei dati, si riscontrano perdite di energia dovute al soiling che vanno da un 2-3% nel migliore dei casi fino al 10%. Ad oggi questo problema non veniva considerato risolvibile, al massimo limitabile con più lavaggi, con notevoli costi. L’avvento di nuove soluzioni in grado di risolvere all’origine questo problema è un fatto molto positivo per questo segmento di applicazioni del fotovoltaico”.

La soluzione promossa da Dive srl a base di biossido di titanio è stata sviluppata per l’applicazione specifica in ambito fotovoltaico ed è in grado di mantenere le condizioni di pulizia nel lungo termine.

L’effetto auto-pulente creato fa sì che lo sporco non si agganci al vetro del pannello, in maniera tale che venga asportato più facilmente per scivolamento tramite l’azione della pioggia o del vento. Ciò consente il risparmio delle attività di lavaggio e permette che l’impianto possa funzionare in maniera ottimale, recuperando la resa energetica compromessa dallo sporco.

Nelle foto a destra un impianto su stalla trattato il 6 agosto 2018 in provincia di Brescia; a distanza di 7 mesi dal trattamento, è possibile osservare come i pannelli siano ancora puliti.

Oltre ai benefici relativi alla produzione di energia, diversi studi dimostrano inoltre che l’effetto fotocatalitico del biossido di titanio purifica l’aria, diminuendo in modo significativo le concentrazioni di CH4 e PM10 nell’area circostante alla sua applicazione.

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