Regno Unito, il governo Starmer nazionalizza le reti energetiche

Annunciato l'acquisto del Tso elettrico del Paese per 630 milioni di sterline. Dal 1° ottobre nascerà un nuovo soggetto per la gestione delle reti di gas ed elettricità. Obiettivo è indirizzare la Gran Bretagna verso la produzione di energia più pulita ed economica.

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Inizia formalmente il processo di nazionalizzazione delle reti energetiche del Regno Unito.

Il 13 settembre Ed Miliband, il segretario all’Energia del nuovo governo laburista di Keir Starmer, ha annunciato un accordo tra l’esecutivo e National Grid per l’acquisto del Tso elettrico Electricity System Operator (Eso) per 630 milioni di sterline (746,4 milioni di euro).

Il gestore delle infrastrutture energetiche ha affermato che prevede di concludere l’accordo entro il 1° ottobre, quando il governo laburista e l’ente regolatore dell’energia Ofgem intendono istituire un gestore indipendente del sistema energetico nazionale (“National energy system operator”, Neso), che si occuperà della pianificazione e della gestione delle reti britanniche di gas ed elettricità.

Il nuovo gestore “contribuirà a collegare i nuovi progetti di generazione alla rete elettrica, collaborando con Great British Energy per distribuire energia rinnovabile, in modo che i contribuenti possano beneficiare di un’energia pulita, sicura e prodotta in casa”, spiega il governo britannico in una nota. Neso sarà presieduta dall’ex Ceo di E.ON, Paul Golby, con Fintan Slye (attuale direttore del board di Eso) in qualità di amministratore delegato.

Miliband ha affermato di aver voluto rendere il gestore di proprietà pubblica “per fornire una competenza imparziale e completa nella costruzione di una rete adatta al futuro”. Il nuovo gestore del sistema energetico nazionale avrà un ruolo fondamentale nello “spostare il Paese dai mercati costosi e insicuri dei combustibili fossili verso un’energia pulita ed economica”.

Attualmente non esiste un organismo unico responsabile della pianificazione strategica e della progettazione delle reti elettriche e del gas del Regno Unito. Così Neso colmerà questa lacuna, istituendo una supervisione indipendente.

La task force governativa per le rinnovabili “Mission Energy” ha già affidato al nuovo soggetto uno dei suoi primi compiti: fornire consulenza su come il Regno Unito raggiungerà il suoi obiettivi Fer 2030.

Questa iniziativa si aggiunge al lancio di Great British Energy, la nuova società pubblica ideata dai laburisti per promuovere e co-finanziare investimenti in tecnologie innovative come idrogeno ed eolico offshore galleggiante (oltre che in quelle mature come solare ed eolico).

Ancora, il governo ha recentemente revocato alcune restrizioni per la costruzione di parchi eolici onshore introdotte dall’ex primo ministro David Cameron nel 2015, e ha approvato a luglio 3 importanti parchi solari per 1,35 GW complessivi.

I piani del nuovo governo laburista britannico sono stati analizzati più nel dettaglio in un nostro precedente articolo (Energia e clima in Gran Bretagna, il programma del governo laburista).

Nei prossimi anni il nuovo ente contribuirà a elaborare alcuni importanti documenti che definiranno la strategia energetica in Uk:

  • Strategic Spatial Energy Plan, il piano per aiutare a ridurre i tempi di attesa per la connessione alla rete; la consulenza riguarderà anche come distribuire nuovi progetti energetici in tutto il Paese in modo da abbassare i costi di trasporto dell’energia, che vengono solitamente trasferiti in bolletta.
  • Report Future Energy Pathways, il documento annuale che fornisce consigli su come la domanda e l’offerta di energia futura potrebbero essere soddisfatte apportando modifiche alle infrastrutture, alla tecnologia, all’innovazione e al comportamento dei consumatori in linea con gli obiettivi Net-Zero.
  • Centralised Strategic Network Plan, il piano per fornire un modello di rete per il Paese, mappando la domanda e le posizioni ottimali per le infrastrutture di trasmissione offshore e onshore.

Neso lavorerà anche a livello locale, con l’obiettivo di portare a termine 13 progetti di sistema energetico regionale.

La sua istituzione, negli obiettivi del governo, dovrebbe consentire agli investitori di realizzare nuove infrastrutture energetiche con la garanzia che tutti i progetti si inseriranno nel più ampio piano per l’energia pulita del Paese.

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