In certe piccole nazioni insulari le rinnovabili possono liberare fino al 10% del Pil

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Generazione rinnovabile, idrogeno verde e veicoli elettrici sono i cardini della strategia energetica più conveniente per Antigua e Barbuda, secondo un nuovo rapporto di IRENA.

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Antigua e Barbuda possono ridurre significativamente la propria dipendenza dai combustibili fossili importati, abbassando i costi dell’elettricità e soddisfacendo il fabbisogno energetico esclusivamente attraverso energie rinnovabili locali, l’idrogeno verde e l’adozione completa di veicoli elettrici.

Lo ha indicato un nuovo rapporto della International Renewable Energy Agency (IRENA) sul paese caraibico, formato da due distinte isole, Antigua and Barbuda appunto.

Il rapporto, intitolato Antigua and Barbuda: Renewable Energy Roadmap, indica che l’opzione meno costosa del paese per realizzare un sistema energetico a zero emissioni di carbonio includerebbe il 90% di generazione di energia rinnovabile da fotovoltaico ed eolico. Inoltre, il paese può raggiungere il 100% di energie rinnovabili integrando misure di flessibilità, tra cui l’idrogeno verde e un sistema di trasporto completamente elettrificato, secondo il rapporto, redatto a quattro mani col governo del paese caraibico.

Secondo la tabella di marcia proposta, sono necessari fino a 440 milioni di dollari di investimenti entro il 2030, per assemblare un mix energetico dominato dall’eolico, che coprirebbe il 47% della generazione, dal fotovoltaico, che rappresenterebbe il 40% della generazione, e dalle celle a combustibile a idrogeno che contribuirebbero per il 13%, come mostrato nell’illustrazione tratta dal rapporto, scaricabile dal link in fondo a questo articolo.

Il mix raccomandato ridurrebbe il costo livellato dell’elettricità (LCOE) di Antigua e Barbuda dagli attuali 15 centesimi per kilowattora circa, a nove centesimi per kilowattora. Ciò beneficerebbe significativamente i cittadini e le imprese del paese, soddisfacendo allo stesso tempo gli obiettivi climatici e di sviluppo.

“L’aumento dei costi energetici ha avuto un impatto sulle comunità, le famiglie e le imprese”, ha detto il ministro della salute, del benessere e dell’ambiente di Antigua e Barbuda, Molwyn Joseph, in una nota.

“La vulnerabilità e l’esposizione al rischio della nazione richiedono la trasformazione del suo sistema energetico per adattarsi meglio agli impatti del cambiamento climatico. Il governo ha preso un impegno scritto per la neutralità del carbonio entro il 2050, con l’obiettivo non solo di contribuire alla riduzione delle emissioni, ma soprattutto di sviluppare un robusto sistema energetico nazionale basato sull’utilizzo di abbondanti risorse energetiche naturali come il solare e il vento”, ha aggiunto il ministro.

Antigua e Barbuda attualmente soddisfano quasi il 97% del fabbisogno energetico attraverso le importazioni di combustibili fossili. Tuttavia il governo delle due isole ha proposto un obiettivo ambizioso per aumentare la quota di energie rinnovabili al 100% entro il 2030, nell’ambito della revisione dei contributi nazionali determinati dagli accordi internazionali sulla lotta ai mutamenti climatici. In uno scenario immutato rispetto ad oggi, le energie rinnovabili elettriche passerebbero da poco più del 3% attuale solo a circa il 9% nei prossimi anni, cioè molto al di sotto degli obiettivi nazionali.

“Come molte delle piccole isole del mondo, Antigua e Barbuda possono ottenere significativi guadagni socio-economici attraverso una transizione energetica guidata dalle energie rinnovabili”, ha detto Francesco La Camera, direttore generale di IRENA ed ex direttore generale del ministero dell’Ambiente italiano. “

Una maggiore sicurezza energetica, la riduzione dei costi e la creazione di posti di lavoro locali sono solo alcuni dei modi in cui le energie rinnovabili possono offrire un futuro più stabile e sostenibile. Usando i risultati di questa analisi come punto di partenza, lavoreremo a stretto contatto con il governo di Antigua e Barbuda per aiutare il paese a realizzare il suo pieno potenziale energetico”, ha aggiunto La Camera in una nota.

Attualmente, le importazioni di combustibili fossili rappresentano più del 10% del Pil di Antigua e Barbuda. L’attuazione delle raccomandazioni di IRENA consentirebbero la liberazione di fondi statali per investimenti nello sviluppo delle energie rinnovabili interne.

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