Petrolio, dietro il calo dei prezzi anche la transizione in Cina

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Nonostante le interruzioni nella produzione, la settimana scorsa il barile è sceso ai minimi da quasi tre anni, sotto i 70 $/b, e la Iea si aspetta che la domanda globale smetta di crescere entro fine decennio.

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È la transizione energetica in atto in Cina, assieme a un andamento economico del gigante asiatico meno positivo del solito, uno degli elementi chiave che porta l’Agenzia internazionale per l’energia (Iea) a prevedere un rallentamento della crescita nella domanda di petrolio, tale da far calare ancora i prezzi nonostante importanti restrizioni dell’offerta.

“Le tendenze attuali rafforzano la nostra aspettativa che la domanda globale raggiungerà un plateau entro la fine di questo decennio”, si legge nell’ultima edizione del rapporto mensile Iea sul mercato oil (Oil Market Report, link in basso).

Anche nel breve termine, prevede l’Agenzia, i prezzi del petrolio continueranno a scendere, poiché i produttori, specialmente i non Opec, proseguono nel pompare volumi che superano la domanda globale.

Nelle ultime settimane, mostra il report, il rallentamento nella crescita della domanda globale, guidato dalla Cina, ha portato a ribassi, con i future sul Brent crollati dagli oltre 82 $/barile di inizio agosto, fino a toccare il minimo da quasi tre anni la settimana scorsa, a poco meno di 70 $/b, nonostante le ingenti perdite di offerta (circa 1,2 milioni di barili al giorno – mb/g) in Libia e i continui prelievi di scorte di greggio (oggi siamo sui 71 $/b, come mostra la nostra pagina sulle quotazioni dei prodotti energetici).

Rispetto ai tassi post-pandemia, i consumi di petrolio stanno aumentando molto meno: i dati mensili Iea (che coprono l’80% della domanda globale) mostrano un aumentato di 800 kb/g anno su anno nella prima metà dell’anno, notevolmente inferiore alla crescita di 2,3 mb/g registrata nel 2023. Per il 2024, nel suo complesso, la Iea prevede una crescita di 900 kb/g e per il 2025 di 950 kb/g.

Come detto, al centro di questa dinamica c’è la Cina, che ha visto il suo consumo di petrolio diminuire anno su anno per il quarto mese consecutivo a luglio, di 280 kb/g. La domanda di petrolio del gigante asiatico secondo la Iea è ora destinata ad aumentare solo di 180 kb/g nel 2024. Il rallentamento economico su vasta scala, infatti, si accompagna a una sostituzione accelerata del petrolio in favore di carburanti alternativi, come si legge nel report.

Le crescenti vendite di veicoli elettrici stanno riducendo la domanda di carburante, mentre lo sviluppo di una vasta rete ferroviaria nazionale ad alta velocità sta limitando la crescita dei viaggi aerei nazionali in Cina.

Per inciso, ricordiamo che, secondo il Road Fuel Outlook di BloombergNEF, i veicoli elettrici già oggi stanno tagliando la domanda mondiale di petrolio di 1,8 mb/g, volume destinato a raddoppiare entro il 2027 e a triplicare entro il 2029, portando Bnef a prevedere il picco dei consumi di petrolio per i trasporti su gomma già entro i prossimi tre anni.

Al di fuori della Cina, la crescita della domanda di petrolio “è al massimo tiepida”, si legge nell’Oil Market Report Iea. Gli ultimi dati per gli Usa mostrano che i consumi di carburanti nel più grande consumatore di petrolio al mondo sono scesi (anno su anno) in cinque dei primi sei mesi di quest’anno.

I venti contrari strutturali e la crescita economica anemica significano che le consegne continuano a contrarsi in diverse economie avanzate, prevede la Iea. Ciò potrebbe portare a chiudere il 2024 con una domanda di petrolio nei paesi Oecd di 2 mb/g al di sotto del livello pre-pandemia.

Lato offerta, in un tentativo di fermare il crollo dei prezzi, a inizio settembre l’Arabia Saudita e i suoi alleati Opec+ hanno annunciato un posticipo di due mesi della riduzione dei tagli alla produzione. Ma con l’offerta esterna all’alleanza in aumento più rapidamente della domanda complessiva, salvo una prolungata situazione di stallo in Libia, l’Opec+ potrebbe trovarsi di fronte a un surplus sostanziale, anche se le sue restrizioni extra dovessero rimanere in vigore, osservano gli analisti Iea.

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