Nucleare francese in crisi da caldo, possibili conseguenze per l’Italia?

Le temperature elevate hanno costretto Edf a fermare diversi reattori nucleari. Il nostro sistema elettrico è preparato a un'ondata di calore, ma dipende anche dall'import da Oltralpe.

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Come previsto e in quella che è diventata quasi una ricorrenza stagionale, l’ondata di calore sta mettendo a dura prova il parco elettrico francese.

Venerdì le temperature elevate hanno costretto Edf a fermare 4 reattori nucleari nelle centrali di St-Alban e Bugey e a ridurre la potenza di un’unità di Fessenheim.

Come noto, infatti, il caldo può limitare o addirittura bloccare la produzione di questi impianti, spesso raffreddati con l’acqua dei fiumi, perché la temperatura dell’acqua di raffreddamento può superare i valori massimi consentiti dalla legge portando a danni negli ecosistemi che li ospitano quali morie di pesci.

In base agli ultimi dati dell’operatore della rete Rte, sono fermi i reattori 2 di Bugey e 1 di St-Alban, mentre la potenza di Bugey 3 è ridotta a 235 MW e di Fessenheim 2 a 600 MW.

Le centrali nucleari di Saint-Alban e Bugey sono entrambe situate nell’area di Lione, nella regione Rodano-Alpi. La prima è costituita due reattori da 1.335 MW ciascuno e la seconda da quattro da 910 MW ognuno. Fessenheim, la più vecchia centrale nucleare francese, è situata in Alsazia e dispone di due reattori da 880 MW ciascuno.

L’Italia deve guardare con molta attenzione all’andamento del parco nucleare francese, che interessa una fetta molto consistente delle importazioni elettriche italiane.

Come mostra il quadro tracciato da ENTSO-e (l’associazione che riunisce 43 operatori delle linee di trasmissione elettrica) nel suo Summer Outlook 2018 riportato da Terna (documento in basso) , se quest’estate farà molto caldo e le rinnovabili produrranno meno energia del previsto, l’Italia avrà un margine sufficiente per evitare blackout e disservizi di rete nei mesi estivi, ma dovrà importare molta elettricità dai paesi confinanti per alcune settimane.

Il documento in sostanza, ritiene che l’Europa, grazie anche al “mutuo supporto” garantito dalle interconnessioni elettriche tra i vari paesi, sarà in grado di coprire i consumi energetici nell’estate 2018, con la necessità, in alcuni casi (in Irlanda e nel sud Italia, ad esempio) di tagliare la produzione in eccesso delle fonti “verdi” non programmabili, in particolare gli impianti eolici e solari senza tecnologie di accumulo.

Le simulazioni compiute da ENTSO-e per l’Italia, evidenzia Terna (neretti nostri), “mostrano come, in caso di caldo intenso e basso apporto da fonti rinnovabili, i margini possano risultare sufficienti solo grazie all’import dai Paesi confinanti”.

In particolare, per le regioni del centro-nord, con temperature medie giornaliere superiori a 26 gradi centigradi, “l’import dall’estero diviene indispensabile a garantire margini di adeguatezza positivi”.

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