Nove progetti eolici su dieci sono bloccati negli uffici pubblici, in attesa di ottenere le autorizzazioni, che spesso richiedono tempi biblici (fino a 9 anni in Sardegna).
Il dato arriva dal rapporto curato da Elemens e Public Affairs Advisors per l’iniziativa R.E.gions 2030. Dal 2017, quando è stata introdotta la competenza statale per la Via (Valutazione di impatto ambientale) per progetti eolici di capacità superiore a 30 MW, le aziende hanno presentato domande per complessivi 20 GW.
E il 91% di tali procedure si trova ancora alle fasi iniziali: stato di verifica di assoggettabilità a Via oppure Via in corso.
Infatti, solo 639 MW sono stati autorizzati, mentre 212 MW hanno ottenuto una valutazione positiva e quindi, probabilmente, sono vicini alla conclusione dei loro iter burocratici.
Nel 2019 e nel 2020, infine, sono stati bocciati progetti per complessivi 1.030 MW.
È molto forte la resistenza opposta dalle Regioni e dal ministero della Cultura, sottolinea il rapporto, nei procedimenti di Via nazionale: le Regioni hanno fornito 41 pareri negativi su 42 totali, mentre il ministero della Cultura ha fornito 35 pareri negativi su 45 totali.
Questi ritardi hanno una pesante conseguenza a livello tecnologico. Dopo tanti anni trascorsi sui tavoli di ministeri, uffici regionali e soprintendenze, i progetti invecchiano, le tecnologie diventano obsolete, quindi può essere necessario richiedere una autorizzazione per una variante di progetto, allungando ancora di più i tempi e portando alcune iniziative allo stallo.
In Italia, di questo passo, sarà molto difficile, per non dire impossibile, realizzare quei 12,3 GW di eolico, tra impianti a terra e offshore, previsti dagli obiettivi nazionali su energia e clima al 2030.
Il grafico seguente, tratto dalla sintesi del rapporto, mostra la situazione a oggi e come dovrebbero evolvere le installazioni eoliche nei prossimi otto anni.
Considerando che 1,5 GW onshore sono prossimi a entrare in esercizio, tra 2022 e 2030 bisognerà autorizzare più di 1000 MW in media ogni anno di nuovi impianti eolici, per un totale di 10,8 GW; per il solo eolico a terra si parla di una media di 950 MW/anno da autorizzare.
E ciò ipotizzando che dal rilascio delle autorizzazioni alla costruzione degli impianti trascorrano solamente 12 mesi… sembra utopico alla luce dei dati attuali.
Con il grafico sotto vediamo la performance amministrativa delle undici regioni considerate dallo studio di elemens e Public Advisors Affairs, performance misurata in base a tre indicatori:
- numero di AU (autorizzazioni uniche) rilasciate dal 2017 a ottobre 2021
- tempistiche medie di ottenimento dei titoli autorizzativi
- numero di progetti con problemi di permitting o bloccati da varianti e proroghe non concesse.
La Sicilia è la Regione che ha autorizzato più eolico (442 MW installati) nel periodo considerato, con una durata media dei procedimenti pari a 2 anni e 7 mesi, cui si devono aggiungere, evidenzia il rapporto, 24 MW di progetti autorizzati ma bloccati da varianti o proroghe non concesse. Solo in Abruzzo sono più veloci: di solito serve poco più di un anno per autorizzare un parco eolico.
La Liguria ha approvato 61 MW con procedimenti che in media sono durati 3 anni e 4 mesi. La Puglia, invece, dal 2017 ha autorizzato 365 MW, ma le procedure mediamente si sono prolungate per 5 anni e 11 mesi. Inoltre, 69 MW sono bloccati per problemi post-permitting.
Ancora più lenta la Sardegna, che impiega in media 9 anni e 2 mesi per sbloccare i progetti eolici.
- Sintesi del rapporto (pdf)