Litio da geotermia, anche Enel in esplorazione

Accordo con l’australiana Vulcan per ricerca a Cesano, vicino a Roma.

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Anche Enel si muove nell’estrazione di litio abbinata ai pozzi geotermici, una partita molto interessante sul fronte della produzione sostenibile di batterie e dell’approvvigionamento delle materie prime strategiche.

L’azienda venerdì 8 luglio ha infatti annunciato “un’intesa ad ampio raggio” con Vulcan Energy, azienda australiana già attiva in questo campo, per fare ricerca sul litio geotermico.

La collaborazione in una prima fase di studio esplorativo valuterà il potenziale della licenza “Cesano” di Vulcan, sito che si estende su un’area di 11,5 km2 a pochi chilometri da Roma.

“L’accordo, puntando sulla sinergia tra il know-how di Vulcan e l’esperienza nel settore di Enel Green Power – leader mondiale nell’energia geotermica con centrali in Italia, Cile e Stati Uniti – intende esaminare le prospettive di ulteriori sviluppi in tema di litio geotermico, a partire dall’area in questione ma non escludendo ulteriori collaborazioni in Italia e all’estero, spiega una nota di Enel”, spiega una nota di Enel.

Vulcan, che ambisce a diventare il primo produttore al mondo di litio a emissioni zero (“Zero Carbon Lithium™”), come avevamo raccontato, si sta già muovendo in Germania per produrre idrossido di litio per batterie da geotermia, in un progetto che sta interessando colossi automobilistici del calibro di Stellantis, che ha siglato accordo un accordo vincolante con Vulcan per una fornitura quinquennale di litio dal 2026.

Ma anche altre aziende sono impegnate su questo fronte: Geothermal Energy, ad esempio, sta sviluppando un impianto in Cornovaglia (si veda Geotermia ed estrazione del litio, accoppiata vincente?).

D’altra parte, in Europa sta entrando nel vivo la sfida di produrre batterie in casa propria, in modo da ridurre la attuale forte dipendenza dalle importazioni di accumulatori made in Asia.

La possibilità di estrarre direttamente in Europa le materie prime necessarie, litio in primis, è molto interessante per creare una filiera delle batterie a zero emissioni di CO2 e in questo il litio estratto da impianti geotermici potrebbe giocare un ruolo di primo piano, senza dimenticare le tecnologie per il recupero e riciclo di batterie a fine vita.

Attualmente, i primi cinque produttori del prezioso metallo sono Australia, Cile, Cina, Argentina e Zimbabwe e la filiera è spesso poco limpida quanto a sostenibilità ambientale e rispetto dei diritti umani.

In Europa, l’estrazione del litio si sta sviluppando in Portogallo, ma, per l’elevato impatto sull’ambiente, si sta scontrando con una forte opposizione locale e, in ogni caso, gran parte della capacità di raffinazione è attualmente fuori dall’Ue.

Tutto ciò rende il vecchio continente particolarmente dipendente dall’estero, specie se guardiamo alle stime della Commissione europea, che parlano di un potenziale di mercato delle batterie in Europa di 250 miliardi di euro entro il 2025 con l’Ue che potrebbe pesare dal 7% al 25% della produzione globale di batterie.

Estrarre i carbonati di litio dal fluido usato nelle centrali geotermiche a ciclo chiuso avrebbe un impatto, se non nullo, infinitamente minore rispetto alle miniere convenzionali e a questo si aggiunge il vantaggio che un’unica installazione è possibile produrre elettricità, riscaldamento e raffreddamento e litio.

In Europa – mostra un report di maggio 2020 dell’associazione della geotermia in Europa EGEC – ci sono riserve sfruttabili ben identificate di litio nel graben dell’Alto Reno, nell’Alsazia in Francia, intorno a Basilea in Svizzera e in Germania vicino a Francoforte. Lì, si spiega, pozzi a una profondità di circa 4-5 chilometri darebbero accesso alla risorsa.

Oltre a una serie di politiche per stimolare questa forma di approvvigionamento, prosegue il report, sono necessarie ulteriori esplorazioni per individuare il reale potenziale dell’accoppiata litio-geotermia in Europa.

Con le evoluzione delle tecnologie sempre più aree potrebbero diventare idonee all’estrazione di litio da geotermia, consentendo lo sviluppo di progetti con minore concentrazione di litio e temperatura più bassa man mano che i costi della tecnologia diminuiranno.

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