Tessuti puliti: sembra un obiettivo piuttosto ovvio, se non addirittura banale, per una lavanderia.
Eppure la lavanderia interospedaliera degli istituti sanitari o medico-sociali pubblici o privati della zona di Lorient-Quimperlé, a Caudan, centro situato a meno di 200 km a nord-ovest della più famosa città di Nantes, ha fatto un passo in più e ha capito che, per ottenere biancheria davvero pulita, non basta lavarla.
Pulito… ma sul serio
Il concetto di “pulito”, infatti, mai come ora può e deve essere associato anche all’energia che viene utilizzata per qualsiasi attività, comprese quelle che hanno luogo in uno stabilimento industriale.
Nel sito di produzione del Gruppo di Interesse Pubblico Bretagne Santé Logistique (BSL), questa lavanderia lavora circa 15 tonnellate di biancheria al giorno per conto di strutture nella regione di Lorient-Quimperlé e anche oltre e rappresenta una delle più grandi lavanderie industriali della Bretagna.
I processi di lavaggio richiedono una grande quantità di acqua calda, spesso a temperature piuttosto contenute e, proprio per questo motivo, la lavanderia industriale di Caudan ha deciso di scommettere sulla tecnologia del solare termico. Il processo specifico sul quale si è deciso di intervenire richiede annualmente circa 11.500 metri cubi di acqua a 65 °C, pari a un fabbisogno termico di 500 MWh.
Visti i numeri in gioco, questa realtà industriale si profila come un grande consumatore di gas per la produzione di energia termica e, come ha affermato in diverse interviste il direttore della lavanderia, Jérôme Meunier, scommettendo sul solare termico, ci si orienta a favore della produzione di energia rinnovabile e locale.
La lavanderia, aperta alla fine degli anni ’70, è infatti impegnata in un ambizioso programma di rinnovamento e ammodernamento delle sue attrezzature, grazie anche al fatto che, in un circolo virtuoso, il Gruppo di Interesse Pubblico sopra citato, al quale aderisce anche la lavanderia ha intrapreso, ormai da diversi anni, un serio e continuo percorso di transizione energetica.
Solare e stoccaggio
L’impianto solare termico installato presso la lavanderia interospedaliera di Caudan è, con molta probabilità, il più esteso del dipartimento del Morbihan, appartenente alla regione amministrativa della Bretagna (foto in alto, credit: Sunoptimo).
Il sistema comprende 310 metri quadrati di collettori solari (corrispondenti a una potenza di picco pari a 217 kW termici), accoppiati a uno stoccaggio termico, realizzato mediante acqua pressurizzata, con un volume pari a 30 metri cubi. Questo volume è stato raggiunto grazie all’impiego di due serbatoi distinti e identici, ciascuno quindi con una capacità di 15 metri cubi.
Un altro elemento interessante riguarda la superficie utilizzata per il posizionamento dei collettori: è stato possibile, infatti, occupare parte dell’area del tetto di copertura dello stabilimento, senza quindi dover effettuare un’installazione a terra, con i conseguenti possibili problemi legati all’impatto visivo e alla nuova occupazione di territorio.
Il sistema è stato realizzato dall’azienda pubblica locale Bois Energie Renouvelable per le attività di consulenza e da Itherm Conseil per la gestione del progetto.
Decarbonizzare la fornitura energetica
L’installazione dell’impianto è un’azione voluta e intrapresa dallo stabilimento industriale per ridurre la sua impronta di carbonio e la dipendenza dai combustibili fossili, soprattutto grazie al pre-riscaldamento dell’acqua impiegata per lavare i tessuti.
Questa operazione permetterà di risparmiare ogni anno l’emissione di circa 54 tonnellate di anidride carbonica in atmosfera e, contemporaneamente, di ridurre la bolletta energetica dell’impresa. È stato stimato che, secondo le condizioni di insolazione e la domanda termica specifica, l’energia prodotta dai collettori solari termici, valutabile in circa 200 MWh/anno di calore, sarà in grado di coprire dal 40 al 100% del fabbisogno di acqua calda dei tunnel di lavaggio, uno dei processi industriali che avvengono all’interno dello stabilimento.
La resa specifica, quindi, sarebbe pari a poco più di 600 kWh/m2 installato, valore assolutamente in linea con le condizioni di soleggiamento del sito e le esigenze impiantistiche.
Un errore sui costi?
Il costo dichiarato è stato di circa 600.000 euro, ma potrebbe trattarsi di un errore riportato nelle notizie sull’impianto, in quanto ne scaturirebbe un costo specifico di quasi 2.000 euro per ogni metro quadrato installato, mentre un impianto di questa taglia, sebbene il posizionamento su tetto possa rivelarsi più complesso e quindi più costoso, dovrebbe aggirarsi su un costo indicativo pari a un terzo di questo valore.
Un’altra fonte, infatti, riporta un costo totale di 450.000 euro, che porterebbe a un investimento specifico pari a circa 1.400 euro per metro quadrato, ancora molto alto ma leggermente più ragionevole.
Le stime del tempo di ritorno, inoltre, sicuramente più verosimili, parlano di circa 10 anni. Qualunque sia il totale dell’investimento effettuato, comunque, un’informazione certa è che il 40% del totale è stato coperto grazie a un finanziamento esterno da parte dell’ADEME, l’agenzia nazionale francese per la transizione ecologica.
Considerando anche questo sussidio e ipotizzando una vita utile dell’impianto pari a 20 anni, il costo dell’energia termica da fonte solare, pari a 107 €/MWh (Iva esclusa), sembra essere del 20% più economica di quella fossile, valutata in 131 €/MWh (Iva esclusa).
Si ricorda, infine, che anche in Italia impianti di questo tipo possono godere di un ottimo incentivo nella cornice del meccanismo del Conto Termico, con la possibilità di raggiungere una percentuale di copertura dell’investimento anche fino al 45%.