Come vede il mercato fotovoltaico residenziale in Italia un importante produttore tedesco di inverter fotovoltaici e sistemi di storage?
Ne parliamo con Emanuele Carino, Sales Director di KOSTAL Solar Electric Italia Srl.
A lui iniziamo col chiedere, dal suo osservatorio, quale percezione ha sulle prospettive del settore entro fine anno, rispetto al 2020, e quali criticità andrebbero affrontate.
«Il nostro outlook sul mercato è certamente positivo – ci spiega Emanuele Carino – e i numeri ad oggi ci confortano su quanto potrà accadere da qui alla fine del 2021. Già in questo primo trimestre i numeri sul venduto sono in crescita».
E superato questo primo trimestre?
Il grande rischio che si corre è che il nostro prodotto, inteso come categoria inverter/inverter ibrido, finisca per essere considerato come un semplice accessorio dei sistemi di storage, anche a causa delle difficoltà di approvvigionamento delle batterie che stanno limitando le opzioni degli installatori. Questi, infatti, una volta trovata la disponibilità della batteria, sono vincolati dalle normative CEI 021 a scegliere solo specifici inverter.
Quello che notiamo è che molti operatori stanno premiando molti prodotti entry level in termini di prezzo e caratteristiche, finendo per suggerire agli utenti finali soluzioni tecnicamente poco lungimiranti.
Scegliere prodotti affidabili di produttori che hanno uno storico è ancora uno dei miglior criteri per selezionare le migliori tecnologie, che, non dimentichiamoci, dovranno poi lavorare per un periodo medio-lungo.
Ci sono fattori interni che crede influenzeranno il mercato?
Sicuramente il Superbonus ha radicalmente ridefinitivo il modo di progettare gli impianti fotovoltaici, ma sono cambiate anche le aspettative del cliente finale e le finalità che vuole conseguire nella realizzazione dell’impianto. La normativa ha dato una forte accelerazione nell’abbinamento delle batterie al fotovoltaico, quando solo fino all’anno scorso queste soluzioni erano spesso guardate con diffidenza da molti operatori.
Ma poi ci sono anche variabili sul mercato internazionale che stanno incidendo sui prezzi. Ad esempio, pensiamo al collo di bottiglia determinato dal rallentamento delle spedizioni dall’Asia, Cina soprattutto, o allo shortage di alcune materie prime come il polysilicon…
Infatti, negli ultimi mesi è subentrato un nuovo fattore: il costo dei trasporti dalla Cina all’Europa è quadruplicato. La tensione sui semiconduttori, dovuta all’impennata della domanda mondiale, sta creando inoltre difficoltà nell’approvvigionamento delle materie prime, generando nuovi equilibri tra domanda e offerta con un conseguente riallineamento della supply chain.
Ma c’è di più: ci sono prodotti che forse sono destinati a scomparire temporaneamente dai nostri scaffali semplicemente perchè troppo costosi se prodotti in Europa e non più convenienti da vendere se trasportati ad un costo di trasporto così alto dall’Asia. Molte realtà industriali stanno pensando di riportare qui da noi molte produzioni che negli anni erano state delocalizzate, sia per gli aumentati costi di produzione in Asia che per tutte le fragilità che il Covid19 ha ben messo in luce. In aggiunta è bastato il blocco temporaneo del canale di Suez per assistere ad un ulteriore inasprimento di questo fenomeno. Come sempre, le crisi diventano degli accelleratori di processi che erano già in corso ma che non erano così evidenti.
Riportando il discorso però più ai fattori nazionali, secondo lei quale peso potrà avere il Superbonus e la cessione del credito nella realizzazione degli impianti FV domestici?
Partirei col dire che l’edilizia, in senso lato, è forse, l’unico settore che è in grado di trainare l’economia di un intero paese, senza distinzioni geografiche. Il parco edilizio italiano ha peraltro un’estrema urgenza di un processo di efficientamento energetico non solo per generare risparmi, ma anche per migliorare la qualità dell’aria che è tra le peggiori in Europa. Investire in questo comparto muoverà l’economia di tutto il paese e aiuterà a contribuire alla riduzione delle emissioni.
Il Superbonus potrebbe però non essere un’opportunità se la burocrazia continuerà a costituire il principale ostacolo per potervi accedere. Non è un caso se di recente è stato raggiunto il record storico di richieste di sanatorie edilizie a livello nazionale, mandando in tilt molti uffici pubblici in tutta Italia.
Sicuramente i meccanismi di cessione del credito rendono più facile acquistare oggi un sistema fotovoltaico. I provvedimenti approvati dal governo hanno fatto riaffacciare sul mercato utenti un tempo poco convinti nell’investire in queste tecnologie.
E poi, va detto, che dover forzatamente trascorrere maggior tempo tra le mura domestiche ha spinto molti cittadini a riconsiderare la propria abitazione in un’ottica diversa. Il fotovoltaico può essere una delle principali soluzioni per abbattere i costi della bolletta e i tetti delle abitazioni residenziali da riempire di solare nel paese sono ancora tantissimi.
Manca forse ancora una corretta comunicazione su queste agevolazioni?
Purtroppo, anche la politica tende spesso a ragionare a breve termine. Si ha infatti l’impressione che anche i partiti agiscano come investitori del consenso, correndo per capitalizzare in termini elettorali i provvedimenti varati. La comunicazione sul Superbonus, ad esempio, ha generato un’eccessiva aspettativa negli italiani che poi è stata in parte frustrata dai tempi di attuazione dei provvedimenti e dalle difficoltà di accesso all’agevolazione. Ancora oggi, a quasi dieci mesi dal Decreto Rilancio, la norma si sta modificando e, insieme ad un suo orizzonte temporale incerto e forse a breve termine, non aiutano ad attrarre quegli investimenti che ci aspettavamo.
Inoltre, in una prima fase molti operatori del settore hanno cercato di massimizzare anche con troppo anticipo la raccolta “virtuale” di potenziali clienti, prima di avere chiari i contorni della normativa, senza riflettere troppo sulla concretezza dei progetti. E così hanno finito per deludere le tante aspettative.
Quale messaggio tecnico, economico o di comunicazione vorrebbe dare ai distributori dei prodotti Kostal in Italia per poter favorire un mercato più robusto e, soprattutto, più sostenibile nel tempo?
Mi piace pensare che Kostal possa dare un contributo di idee e di innovazione importante agli operatori del mercato. Adottare le nostre soluzioni tecniche può però rendere più complesso fare un confronto con le altre, vista la loro unicità. I nostri inverter residenziali nascono ibridi, ma si possono attivare e pagare solo le funzioni che servono.
A prescindere comunque dalle forme di incentivazione, direi che oggi la grande sfida è saper integrare storage, fotovoltaico e mobilità elettrica non solo in ambito residenziale, ma anche nel comparto commerciale e industriale.
Come rappresentante italiano di Kostal, penso che queste siano sfide tecnologiche che oggi siamo in grado di vincere. Abbiamo l’ambizione di lavorare già nelle soluzioni del futuro e vorremmo davvero che i nostri partner siano sempre più dei veri e propri consulenti energetici a 360° capaci di guidare gli utenti in scelte energetiche e tecnologiche sempre più complesse e, al tempo stesso, utili.
Intervista a cura di Leonardo Berlen