L’Istituto Tecnico Superiore dove la mobilità elettrica è esperienza pratica

Quanto sono concreti i nostri Istituti Tecnici Superiori? Un esempio da uno dei fondatori del corso "Meccatronica per l’E-Mobility" dell’ITS Mobilità Sostenibile, Meccatronica Aerospazio Piemonte di Torino.

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Al termine di un percorso formativo spesso uno studente si chiede: “Ma in pratica, come si fa?”. Questo accade perché le nostre scuole e università tendono a concentrarsi troppo sulla teoria, trascurando gli aspetti pratici.

Eppure, per comprendere davvero il funzionamento di qualcosa e affrontarne le problematiche, è indispensabile sporcarsi le mani: studiare, provare, sbagliare, riprovare, sperimentare. È qui che gli Istituti Tecnici Superiori (ITS) fanno o potrebbero fare la differenza.

Un caso interessante, e certamente da replicare, arriva da Torino: è l’ITS Mobilità Sostenibile, Meccatronica Aerospazio Piemonte, che offre agli studenti l’opportunità di progettare e realizzare un quadriciclo leggero con motorizzazione elettrica, anche applicando il “retrofitting”.

Ne abbiamo parlato con Mauro Moschin, docente e referente tecnico di questo ITS, oltre che fondatore del corso “E-Mobility” (pdf).

Professor Moschin, quali motivazioni vi hanno portato a creare il corso “E-Mobility”?

Il corso è nato per rispondere alle esigenze delle aziende del territorio e formare tecnici capaci di affrontare le sfide della mobilità sostenibile. Quando la Regione propose di avviarlo, insieme alla professoressa Luisa Cornero, ex manager Audi, decidemmo di creare uno specifico percorso, oggi arrivato alla quarta edizione.

Come formate un tecnico per l’E-Mobility?

Con 1800 ore di formazione, di cui circa metà in azienda, il corso punta su una preparazione multidisciplinare. Non formiamo solo meccatronici di officina, ma tecnici con competenze trasversali: meccatronica, disegno tecnico, inglese tecnico, gestione aziendale e public speaking. Questo approccio aumenta le opportunità di impiego degli allievi che riceveranno il titolo di Tecnico superiore in meccatronica per l’E-Mobility. Durante il corso, gli allievi acquisiscono competenze pratiche “base” grazie ai laboratori, accompagnate da una solida formazione teorica su aspetti specifici come batterie e sistemi di gestione, motori, azionamenti e altri elementi chiave della mobilità elettrica.

Quali sbocchi lavorativi potranno avere nel futuro mercato dell’auto elettrica?

I Tecnici Superiori in Meccatronica per l’E-Mobility hanno prospettive lavorative diversificate, grazie alla loro preparazione trasversale. Possono lavorare come tecnici in officine specializzate in veicoli elettrici o ibridi, nella progettazione di stazioni di ricarica o in aziende che sviluppano soluzioni innovative, come tender marini elettrici, carrelli elevatori o sistemi robotizzati di pallettizzazione. Alcuni ex allievi sono stati assunti come progettisti in uffici tecnici e start up nell’ambito della ricerca e sviluppo per l’innovazione delle batterie. Oltre al comparto specifico della mobilità elettrica, possono trovare impiego anche nell’automazione, nella meccatronica generica e nell’impiantistica.

Ci dica dei laboratori di mobilità elettrica.

Nel corso “E-Mobility” è stato introdotto un laboratorio pratico in cui ogni studente parteciperà alla progettazione e realizzazione di due go-kart elettrici (nella foto, ndr). Gli studenti si occuperanno anche della progettazione della sensoristica per la telemetria, che poi testeranno in pista.

Quest’anno, in collaborazione con Beond, un’azienda locale impegnata nella ricerca avanzata su batterie e celle a combustibile, gli studenti lavoreranno anche su un progetto ancora più ambizioso: la realizzazione di una stazione di ricarica in miniatura con celle a idrogeno per ricaricare le batterie dei go-kart.

Quindi una formazione ad ampio spettro, ma allo stesso tempo specifica…

È importante essere realistici: alla fine del corso, nessuno si aspetta professionisti con un elevato grado di autonomia operativa. Tuttavia, gli studenti acquisiscono solide competenze di base, fondamentali per una successiva formazione aziendale specifica. In altre parole, forniamo “materiale umano” su cui vale la pena investire, giovani appassionati pronti a crescere professionalmente.

Qual è il vostro approccio nei confronti del retrofit elettrico dei motori endotermici?

È un tema molto interessante che abbiamo avuto modo di applicare direttamente nel nostro laboratorio. I due go-kart, inizialmente a propulsione endotermica, sono stati trasformati dagli studenti. Hanno progettato il sistema elettrico a batteria, dimensionandolo con precisione, smontato i motori originali, installato nuovi componenti meccanici di adattamento e configurato le catene cinematiche. Infine, li hanno collaudati in pista, con ottimi risultati e anche con grande soddisfazione.

Qual è il vostro punto di vista sull’idrogeno?

Nessuno può sapere con certezza quale sarà il ruolo dell’idrogeno nel futuro. Tuttavia, una cosa è certa: i nostri studenti avranno già acquisito familiarità con questo vettore. Durante il loro percorso, hanno infatti l’opportunità di approfondire aspetti come la caratterizzazione delle celle a idrogeno, le difficoltà operative, le diverse applicazioni possibili e le rigide misure di sicurezza necessarie per il suo utilizzo. Queste esperienze non solo arricchiscono il loro bagaglio formativo, ma permettono loro di collaborare con realtà di eccellenza, come il Politecnico di Torino, o con aziende innovative impegnate nella ricerca industriale sull’idrogeno in ambito e-mobility, tra cui Beond.

Gli allievi si esercitano anche sui sistemi di ricarica?

Sia in teoria che in pratica abbiamo avuto esperienze significative. Abbiamo collaborato con Gianni Catalfamo, fondatore di OneWedge, un’azienda specializzata nella progettazione e realizzazione di piazzali dotati di stazioni di ricarica per flotte aziendali. Lo scorso anno, gli studenti hanno visitato uno di questi piazzali durante la fase di costruzione. Il sito, destinato a un’azienda di spedizioni che utilizza esclusivamente furgoni elettrici, si trova in una zona industriale della provincia di Milano.

Quindi vi interessate anche di logistica…

Non ci occupiamo solo della logistica delle merci, ma anche di quella delle persone. Nel nostro ITS offriamo infatti un corso di specializzazione dedicato alla Mobilità Sostenibile applicata alla logistica delle persone. Questo programma è pensato per supportare grandi eventi e aziende nel definire piani di sostenibilità ambientale che includano anche gli spostamenti aziendali. Qui gli studenti non affrontano temi legati a meccatronica, elettronica o automazione, ma si concentrano sugli aspetti organizzativi e operativi, acquisendo le competenze di base necessarie per diventare Mobility Manager.

Tornando al corso E-Mobility, riuscite ad affrontare anche la questione del riciclo delle batterie?

Certo. Tra i partner dell’ITS ci sono realtà impegnate in progetti europei per il riciclo delle batterie e lo sviluppo di tecnologie innovative. Alcune aziende stanno lavorando su proposte legislative a livello europeo per consentire l’uso di alluminio riciclato nella produzione di batterie, una pratica che attualmente incontra limiti normativi. Questo legame con il tessuto industriale consente di mantenere le conoscenze e le competenze trasmesse agli studenti sempre aggiornate rispetto alle esigenze del mercato, senza il rischio di un gap temporale.

Le aziende del territorio vi supportano nella definizione del programma formativo?

Assolutamente sì, ed è proprio questa collaborazione a rappresentare il cuore del modello ITS. Grazie a questa sinergia, il nostro istituto si è distinto a livello nazionale, ottenendo il podio completo – primo, secondo e terzo posto – nella classifica sull’efficacia dei percorsi formativi stilata da INDIRE, l’ente governativo di riferimento. Per tre anni consecutivi abbiamo conquistato il primo premio grazie a un dato significativo: il 98,8% dei nostri studenti trova lavoro nelle aziende del territorio, un risultato superiore alla media nazionale. Questo successo non è dato solo dai contenuti dei corsi, ma anche dall’approccio pratico garantito dai nostri docenti che provengono direttamente dal mondo aziendale.

L’ITS promuove la territorialità, ma guarda anche all’internazionalizzazione?

Da un lato, l’ITS valorizza il legame con il territorio, offrendo agli studenti opportunità lavorative vicine ai loro ambiti familiari, grazie alla collaborazione con aziende locali che formano e trovano risorse umane qualificate in loco. Dall’altro, non manca una dimensione internazionale. Un esempio concreto è il modulo di sostenibilità ambientale, erogato tramite videolezioni in lingua inglese da docenti irlandesi: questo approccio abitua gli studenti alla cooperazione oltre i confini nazionali.

Quando verranno aperte le prossime candidature?

Le candidature per il corso “E-Mobility” aprono generalmente a fine agosto. Le informazioni saranno pubblicate sul nostro sito internet. Il numero di posti è limitato per garantire alta qualità formativa, ma chi riesce a entrare trova una porta aperta verso il futuro della mobilità sostenibile.

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