Isole minori italiane: quanto ritardo su rinnovabili, ambiente e mobilità elettrica

Dati e commenti nel nuovo rapporto annuale di Legambiente sulle Isole Sostenibili.

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Fonti rinnovabili, efficienza energetica, depurazione delle acque, recupero e riciclo dei materiali: le isole minori potrebbero essere il regno della sostenibilità, territori all’avanguardia rispetto alla gestione delle sfide che il riscaldamento globale ci pone.

Purtroppo, il divario tra le possibilità e la situazione di fatto è enorme: le nostre 27 isole minori abitate risultano attualmente fra i territori meno virtuosi dal punto di vista della gestione del territorio, racconta Legambiente nel presentare il rapporto annuale sulle “Isole Sostenibili” realizzato insieme all’Istituto sull’Inquinamento Atmosferico del CNR (CNR-IIA).

Nonostante le isole minori italiane offrano, secondo tutti gli studi scientifici, potenzialità di produzione da rinnovabili particolarmente elevate, evidenzia Legambiente in una nota, in nessuna si raggiunge il 6% dei consumi elettrici da fonti rinnovabili, quando nel resto d’Italia siamo oltre il 36%.

Per la raccolta differenziata i valori medi sono circa del 40% e non solo possono essere raddoppiati con il porta a porta ma si possono creare sistemi di raccolta e riciclo per alcune filiere direttamente sulle isole.

E per la depurazione, in alcune isole minori addirittura non esiste alcun sistema di trattamento delle acque reflue, ma pure in quelle che lo hanno siamo ben lontani da una gestione ottimale. Prevalentemente, sono ancora le navi a garantire che la situazione non vada in crisi, portando gasolio da bruciare nelle vecchie centrali elettriche, acqua, e ripartendo con rifiuti di ogni tipo, soprattutto indifferenziati.

Una situazione davvero anacronistica e priva di senso, scrive Legambiente, dato che sono ormai disponibili tutte le tecnologie necessarie a chiudere questi cicli, oltre a diversi finanziamenti europei, contributi nazionali e incentivi.

“Se questa situazione era comprensibile alcuni decenni fa oggi siamo obbligati a cambiare strada – dichiara Edoardo Zanchini, vicepresidente di Legambiente –. L’obiettivo del nostro lavoro è di far capire come oggi sia possibile e necessario realizzare un profondo e positivo cambiamento ambientale in questi particolari territori; occorre accelerare questa prospettiva perché tiene assieme obiettivi di interesse generale, dei cittadini residenti come dei turisti, dell’ambiente e dell’economia”.

Le 27 isole minori analizzate nel dossier sono, suddivise per regione: Capri, Ischia, Procida per la Campania; Capraia, Isola del Giglio, Gorgona, Isola d’Elba per la Toscana; Ponza e Ventotene per il Lazio; Isole Tremiti per la Puglia; Pantelleria, Lampedusa, Linosa, Favignana, Marettimo, Levanzo, Ustica, Lipari, Vulcano, Stromboli, Panarea, Filicudi, Alicudi, Salina per la Sicilia; Sant’Antioco, San Pietro, Maddalena per la Sardegna.

In sintesi, la situazione riportata nel rapporto è la seguente:

Energia

Delle 27 isole abitate, 20 risultano ancora non interconnesse alla rete elettrica nazionale (Isole Pelagie, Isole Egadi, Isole Tremiti, Isole Eolie, Ponza, Ventotene, Ustica, Capraia, Isola del Giglio, Gorgona).

Tra quelle interconnesse, Capri è l’ultima arrivata, nel 2017. Il solare fotovoltaico rimane la fonte rinnovabile più diffusa sulle isole, mentre le installazioni di micro-eolico risultano invariate rispetto al 2018 (è presente solo a Pantelleria e Sant’Antioco).

In termini relativi, nessuna delle isole non interconnesse arriva al 5% della copertura del fabbisogno elettrico da fonti energetiche rinnovabili. Il valore massimo si registra a Ventotene, con il 4,91%, seguita dalle isole Egadi con il 2,44%. La media è inferiore al 2%. Caso a parte l’Isola di Capraia: sull’isola è in funzione una centrale da 3.2 MWe di potenza, alimentata a biodiesel di importazione derivante dalla lavorazione di olio di soia, girasole e colza.

Acqua

La scarsità delle risorse idriche costringono le isole a dipendere dal trasporto attraverso bettoline o da impianti di desalinizzazione per i fabbisogni. Mentre Capri, Ischia, Procida e La Maddalena si riforniscono interamente tramite condotte sottomarine, per la ridotta distanza dalla terraferma.

Obiettivo degli interventi dovrebbe essere di ridurre i consumi, recuperando gli sprechi e le perdite nella rete di distribuzione. Inoltre, si dovrebbe puntare a ripristinare e realizzare nuove vasche di raccolta delle acque piovane per utenze domestiche e agricole, metodo antico ed efficace ma caduto in disuso, insieme a sistemi di depurazione delle acque grigie per il riutilizzo in tutti gli usi compatibili.

Dovrebbe essere formulata una strategia programmatica di sostituzione del trasporto via nave con sistemi di dissalazione sempre più efficienti, a basso impatto ambientale ed alimentati da fonti rinnovabili. Altra questione: la totale assenza o inadeguatezza dei sistemi di depurazione delle acque reflue.

Rifiuti

Una delle voci più elevate nel bilancio delle amministrazioni è il trasporto dei rifiuti indifferenziati verso gli impianti della terraferma, via nave, che si aggiunge ai costi di smaltimento. I rifiuti sono in molte isole italiane un’autentica priorità ambientale, perché l’unica soluzione adottata è il trasferimento via nave, quando si potrebbe passare invece a modelli di gestione capaci di creare vantaggi economici e ambientali.

Nell’insieme, la capacità di differenziare è cresciuta, tra il 2010 e il 2018, su quasi tutte le isole (tranne a Favignana). Capri, Isola d’Elba, Maddalena, Pantelleria, Procida, San Pietro e Sant’Antioco superano sia la media di raccolta differenziata del Centro Italia del 54% che quella del Sud Italia del 46%. L’isola di Sant’Antioco (composta dall’omonimo comune e dal comune di Calasetta) risulta l’isola più virtuosa con il 79% di raccolta differenziata, seguita da Procida (73%) e Pantelleria (71%).

All’opposto Ponza e Ustica con il 4 e 5% di rifiuti differenziati, e addirittura un peggioramento dell’incidenza della differenziata sul totale dei rifiuti prodotti (Ponza passa dal 6,3 al 3,5 % mentre Ustica dal 9,7 al 4,5 %).

Mobilità

In termini di programmazione generale, la finalità dovrebbe essere quella di bloccare l’accesso di auto dei non residenti nei periodi estivi, di potenziare il trasporto pubblico e incentivare i mezzi elettrici, specie se integrati in una rete di trasmissione e ricarica elettrica intelligente e alimentata da fonti rinnovabili.

Il problema dei dislivelli presenti in molte isole è facilmente risolvibile attraverso le biciclette elettriche a pedalata assistita, anche queste associabili a stazioni di ricarica puntuali, lungo le ciclabili.

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