In India il nuovo carbone è inutile e molto più costoso delle rinnovabili con accumulo: le ultime analisi di Ember, think-tank specializzato sui mercati energetici, mostrano quanto sia reale il rischio di stranded asset, cioè investimenti in impianti fossili non remunerativi per chi li ha realizzati e dannosi per il clima.
Nel paese, infatti, ci sono 27 GW pianificati di impianti a carbone definiti “zombie”, perché se saranno costruiti costituiranno una minaccia per la transizione energetica verso le fonti rinnovabili, soprattutto eolico e fotovoltaico.
La prima considerazione di Ember è che il colosso asiatico può coprire la prevista crescita della domanda elettrica al 2030 senza installare nuove centrali a carbone e concentrando tutti gli investimenti sulle rinnovabili; ricordiamo che Nuova Delhi punta a 450 GW di potenza cumulativa installata nelle rinnovabili tra dieci anni (oggi: circa 100 GW).
Il punto più interessante è quello economico.
Secondo Ember, sarà più conveniente produrre elettricità con rinnovabili e storage rispetto a qualsiasi nuovo impianto a carbone.
Il grafico sotto, tratto dalle analisi complete, mostra che il valore medio Lcoe delle rinnovabili con sistemi di accumulo (Levelized cost of electricity: il costo complessivo per generare energia elettrica, qui espresso in rupie), sarà nettamente inferiore in confronto ai valori Lcoe dei futuri impianti fossili, assumendo una entrata in esercizio nel 2027.
Pertanto, affermano gli analisti, sostituire questi 27 GW di carbone con rinnovabili e storage farebbe risparmiare circa 6 miliardi di dollari ogni anno, in termini di minori costi per gli acquisti di energia elettrica dalla rete.
Il seguente documento è riservato agli abbonati a QualEnergia.it PRO:
Prova gratis il servizio per 10 giorni o abbonati subito a QualEnergia.it PRO