I trentadue progetti italiani di comunità rinnovabili

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Esempi di come cittadini, piccole e medie imprese e amministrazioni, possono diventare i veri protagonisti di questo nuovo sistema energetico, democratico, pulito.

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Sono trentadue i progetti già realizzati o in partenza, almeno uno per Regione, raccontati nella nuova edizione di “Comuni Rinnovabili” che da quest’anno prende il nome di Comunità Rinnovabili per meglio rispondere alle novità introdotte dal decreto Milleproroghe e che dovranno essere ampliate e meglio qualificate con il recepimento della direttiva europea in tema di autoproduzione e scambio energia tra prosumer.

Tra queste, dodici storie di Comunità energetiche di cui alcune cooperative “storiche”, che continuano a investire in innovazione e a trasformarsi con nuovi obiettivi, come la Acsm che coinvolge il territorio delle Valli di Primiero e Vanoi in Provincia di Trento, ma anche nuovi progetti come quello dei Comuni di Tirano e Sernio che insieme si preparano a realizzare la Comunità Energetica Rinnovabile Alpina alimentata attraverso la gestione sostenibile boschiva.

Sono cinque le nuove cooperative energetiche che coinvolgeranno interi Comuni come nel caso di Berchidda, in Sardegna, altrettante quelle che invece intendono coinvolgere l’intero territorio regionale come nel caso della Comunità energetica agricola del Veneto, che vede già 514 aziende aderenti o interessate tra utenti possessori di impianti a energia rinnovabile in grado di produrre e scambiare energia verde e utenti in qualità di consumatori.

A questi si affiancano i nove progetti di autoconsumo collettivo e che coinvolgono condomìni e realtà di social Housing come nel caso il progetto Qui Abito a Padova o l’edifico Nzeb realizzato dall’Energy Building Social Housing del Comune di Prato o il caso studio del Condominio Donatello di Alessandria nel progetto Energy Wave.

Altrettanto importanti le undici realtà di imprese che hanno scelto l’autoproduzione da fonti rinnovabili integrando innovazioni importanti, come l’Azienda agricola Val Paradiso ad Aosta o la Green Station di Potenza. Tutte realtà in cui già oggi le tecnologie pulite producono tutta o buona parte dell’energia elettrica e/o termica di cui hanno bisogno.

Le trentadue realtà, descritte nel Rapporto Comunità Rinnovabili, insieme alle oltre 300 Buone Pratiche raccolte nella speciale mappa sul sito www.comunirinnovabili.it sono importanti perché dimostrano come oggi sia possibile arrivare a fare a meno delle fonti fossili in ogni area del Paese e perché raccontano come cittadini, piccole e medie imprese e amministrazioni, possono diventare i veri protagonisti di questo nuovo sistema energetico, democratico, pulito.

Sistema nato per valorizzare i territori e le loro peculiarità, che mette al centro la partecipazione dal basso. Come fa Legambiente che, con il progetto europeo Multiply, sta cercando di cambiare radicalmente i territori, renderli più accoglienti e resilienti ai cambiamenti climatici, oltre a rappresentare, insieme a serie politiche di efficientamento del patrimonio immobiliare, una vera soluzione di rilancio post Covid-19.

Per rendere tutto questo realmente un’opportunità abbiamo bisogno di accelerare sui decreti attuativi del Milleproroghe e di recepire le direttive europee, dando così opportunità più concrete alle famiglie e ai territori ma soprattutto definendo regole chiare trasparenti a sostegno di questi nuovi modelli energetici.

Articolo pubblicato sul n.3/2020 della rivista bimestrale QualEnergia.

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