In Germania sta per finire l’era del nucleare: stop agli ultimi 3 reattori dal 15 aprile

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L'uscita dall'atomo era stata decisa nel 2011 dopo il disastro di Fukushima in Giappone. Ma i liberali vorrebbero mantenere le unità "in naftalina" per eventuali emergenze.

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La Germania sta per dire addio all’atomo: questo sabato, 15 aprile, chiuderanno gli ultimi tre impianti nucleari rimasti in attività nel Paese (Isar 2, Neckarwestheim, Emsland).

Sono circa 4 GW che verranno a mancare al mix tedesco di produzione elettrica e che avrebbero dovuto essere offline già dalla fine dello scorso anno.

Poi la crisi energetica, esacerbata dal conflitto russo-ucraino, ha indotto Berlino a prolungare di qualche mese il funzionamento delle tre centrali in modalità di emergenza.

La chiusura imminente delle tre unità ancora attive chiude un’epoca nucleare iniziata negli anni ’60, arrivata al culmine con 17 reattori operativi, in grado di fornire circa un quarto dell’elettricità tedesca, fino alla decisione – presa dalla cancelliera Angela Merkel nel 2011 dopo l’incidente di Fukushima in Giappone – di predisporre un piano per uscire da questa fonte energetica entro dicembre 2022.

Come detto, si è arrivati ad aprile 2023 perché l’attuale governo Scholz ha deciso di estendere di qualche mese l’operatività degli impianti.

Intanto si registrano le prime divisioni dentro la maggioranza sul post-atomo.

Il vice-cancelliere e ministro dell’Economia e della Protezione climatica, il verde Robert Habeck, ha detto che le centrali saranno smantellate, mentre i liberali (FDP) vorrebbero mantenere le unità “in naftalina”, spente ma disponibili per essere riattivate in caso di una nuova emergenza energetica.

Chi critica lo spegnimento dei reattori, in primis i conservatori della CDU, ritiene che fare a meno del nucleare, in questa fase storica, sia un danno per l’ambiente, oltre che un rischio per la sicurezza energetica nazionale, perché bisognerà utilizzare più gas e carbone per compensare lo stop dell’atomo.

Nel 2022 il nucleare ha prodotto il 6% circa dell’energia elettrica in Germania, la metà rispetto al 2021 (fonte Destatis, ufficio statistico federale).

Il carbone ha generato il 33% dell’elettricità immessa in rete in Germania lo scorso anno, tre punti percentuali in più in confronto al 2021, mentre le energie rinnovabili sono passate dal 42% al 46% circa, grazie al forte incremento di eolico e fotovoltaico.

Entro il 2038 è previsto anche lo stop di tutte le centrali tedesche a carbone: Berlino dovrà accelerare molto gli investimenti in fonti rinnovabili e con il piano industriale presentato a inizio marzo punta a 17-25 nuovi GW di unità a gas per il 2030, proprio per sostituire la fonte fossile più inquinante.

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