Gas, i Paesi Ue valutano di abbassare il tetto di prezzo a 220 euro/MWh

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Ma ancora non c’è accordo su un price cap. Nuova proposta dell’Olanda in vista dei prossimi colloqui: un tetto dinamico solo per gli stoccaggi.

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Gli Stati membri Ue potrebbero ridurre a 220 euro/MWh il tetto massimo proposto per il prezzo del gas all’ingrosso nel principale mercato di scambio europeo, il Title Transfer Facility (TTF) olandese.

La proposta iniziale, avanzata dalla Commissione Ue, di far scattare a 275 €/MWh un meccanismo di tutela sui costi che consumatori e imprese devono affrontare per i loro approvvigionamenti, infatti, è stata criticata da vari Paesi, fra cui l’Italia.

Questi Paesi ritengono che il meccanismo sia troppo rigido e poco applicabile; così hanno spinto per un abbassamento del price cap sul gas prima a 264 euro e poi a 220 €/MWh, secondo varie bozze di accordo, visionate da alcuni organi di stampa.

Gli emendamenti alla proposta della Commissione, diffusi dalla Repubblica Ceca, che detiene la presidenza semestrale di turno della Ue, prevedono anche l’abbassamento del secondo criterio necessario a innescare il price cap, e cioè il numero di giorni durante i quali il prezzo deve superare il tetto, che verrebbe appunto ridotto da due settimane a cinque giorni.

Inoltre, gli emendamenti abbasserebbero anche la soglia del terzo innesco, cioè la differenza tra il prezzo globale del gas naturale liquefatto (GNL) e il prezzo del metano. Il limite di prezzo entrerebbe in vigore se la differenza tra il TTF olandese e il prezzo globale del GNL fosse superiore a 35 euro, rispetto ai 58 della bozza della Commissione europea.

La presidenza ceca sta poi cercando di introdurre elementi di flessibilità nella proposta di Bruxelles. L’ultima revisione parla, infatti, di un tetto “dinamico” anziché fisso del prezzo.

Paesi Ue ancora divisi

Le discussioni sul tetto al prezzo del gas rimangono comunque difficili, con molti Paesi dell’Ue arroccati sulle proprie posizioni.

Il campo più irremovibile sull’implementazione di un tetto massimo comprende Italia, Belgio, Polonia e Grecia, cui si sono aggiunti Slovenia, Malta e Lituania. La scorsa settimana, questo fronte ha presentato un documento informale con una proposta per un tetto ancora più basso al prezzo del gas sul TTF olandese, che sarebbe permanentemente in vigore dal 1° gennaio 2023, senza ulteriori fattori scatenanti.

Tale tetto sarebbe fissato a 160 euro/MWh o definito ogni mese sulla base di altri parametri di riferimento internazionali per il gas. Le altre borse del gas dell’Ue sarebbero collegate al TTF e sarebbe consentita una variazione del 5% per mantenere un segnale di prezzo per i flussi all’interno dell’Unione.

Il meccanismo sarebbe regolato da un sistema “a semaforo“, in base al quale non ci sarebbero cambiamenti rispetto all’andamento di mercato in condizioni “normali”. Si accenderebbe poi una condizione di “discrezionalità” nel caso venissero raggiunte determinate soglie relative alle forniture di gas e alla sicurezza degli approvvigionamenti. La discrezionalità sarebbe infine sostituita da uno stop automatico ai prezzi, nel caso in cui le condizioni di mercato dovessero peggiorare ulteriormente.

Il tetto riguarderebbe tutti i contratti future, a varie scadenze, e non solo i contratti mensili a ridosso della consegna, come invece propone la Commissione europea.

Secondo un funzionario dell’Ue, i prodotti “month ahead” rappresentano “circa il 22%” degli scambi sul TTF olandese.

L’esecutivo Ue ha escluso il trading spot e del giorno prima (day-ahead) per evitare di compromettere la liquidità dei mercati a breve termine e la sicurezza degli approvvigionamenti. È stato escluso anche il trading over-the-counter, cioè su piazze meno regolamentate, che non possono essere facilmente monitorate e che potrebbero fungere da valvola di sicurezza in caso di ristrettezze sui mercati principali.

La motivazione del fronte di cui fa parte l’Italia per includere tutte le negoziazioni future, è quella di limitare l’arbitraggio, garantire lo stesso trattamento dei contratti indicizzati in modo diverso e consentire le transazioni infragiornaliere al di sopra del limite massimo come valvola di sicurezza.

Tuttavia, Paesi come l’Olanda, l’Austria e la Germania sono scettici.

Il ministro olandese Rob Jetten ha avvertito che c’è “un forte rischio di danneggiare la sicurezza dell’approvvigionamento energetico e anche la stabilità dei mercati finanziari”.

Secondo un documento diffuso dall’Aia la settimana scorsa, “l’attuale proposta della Commissione ha molti inconvenienti: un tetto applicabile a tutti gli acquirenti in modo generalizzato sconvolgerà i mercati finanziari (borse/mercati derivati), comporta seri rischi per la sicurezza dell’approvvigionamento e potrebbe essere aggirato attraverso l’uso di piattaforme over-the-counter o estere”.

Proposte alcune alternative

Il documento olandese propone un’altra misura per limitare i prezzi del gas. Suggerisce un tetto massimo di prezzo basso e dinamico solo per il riempimento degli stoccaggi di gas, così da evitare il rialzo delle quotazioni a causa di quelli che definisce gli acquirenti europei “insensibili ai prezzi”, come gli acquirenti di Stato o obbligati per legge ad acquistare gas.

L’acquisto di gas per lo stoccaggio avviene normalmente in un arco di tempo relativamente breve ed è “di tale portata” da poter influenzare o addirittura fissare il prezzo, in particolare quando alcuni dispongono di risorse “quasi illimitate” per acquistare le forniture, spiega il documento.

Il documento sostiene che una delle cause principali del picco del prezzo del gas lo scorso agosto, sia stato il fatto che questi acquirenti “insensibili al prezzo” abbiano innescato una spirale al rialzo.

L’Olanda propone quindi un tetto massimo da applicare tutto l’anno agli acquisti e alle transazioni future degli operatori insensibili ai prezzi. Il campo di applicazione sarebbe più ampio e il prezzo più basso rispetto alla proposta della Commissione europea.

La proposta olandese avrebbe inoltre un elemento dinamico, cioè una revisione mensile del prezzo, per garantire che l’approvvigionamento raggiunga tutta l’Europa e che ci sia un riempimento sufficiente rispetto gli obiettivi di stoccaggio del gas a livello Ue.

Tale sistema, secondo il documento, avrebbe il pregio di non distorcere i mercati finanziari o la liquidità del mercato, sarebbe applicabile a tutti i segmenti di mercato e ridurrebbe i prezzi.

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