Fallimento della Silicon Valley Bank: tanti piccoli progetti e start up solari a rischio

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Alcuni progetti energetici statunitensi, come quelli comunitari di energia solare, potrebbero subire forti ritardi. Molte start up innovative e green sono ora alla ricerca di nuovi fondi.

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Anche i giganti dell’energia solare residenziale, Sunrun Inc e Sunnova Energy, hanno rivelato la loro esposizione a SVB Financial Group, di cui fa parte la Silicon Valley Bank chiusa venerdì 13 marzo dalle autorità di regolamentazione bancaria della California.

Il fallimento della SVB può essere considerato, secondo alcuni osservatori, il più grande fallimento bancario dalla crisi finanziaria del 2008.

Sunrun ha quasi 80 milioni di euro in depositi in contanti con SVB e le filiali di Sunnova sono entrate con un impegno totale di 1,35 miliardi di dollari.

SVB, ricordiamo, ha erogato prestiti a numerose società delle rinnovabili e del solare.

Il governo Usa ha finora sostenuto la fallita Silicon Valley Bank e ha garantito i depositi, ma secondo Bloomberg, restano diversi interrogativi su una nicchia delle rinnovabili in cui l’istituto di credito aveva sviluppato la sua azione, tutti progetti che ora potrebbero aver bisogno di trovare nuove risorse finanziarie.

SVB era infatti conosciuta nel settore delle Fer per il sostegno a progetti su piccola scala, compresi i progetti solari comunitari (acquisto da parte di clienti di elettricità solare proveniente da parchi FV per l’impossibilità di installare sulla propria abitazione impianti).

Progetti che al momento ammontano a 5,6 GW negli Usa e che altri finanziatori spesso evitavano a causa delle onerose pratiche legali e fiscali.

Questo segmento di mercato, secondo la SEIA (Solar Energy Industry Association) potrebbe raddoppiare nei prossimi 5 anni, ma non è chiaro quanto la SVB stava offrendo agli sviluppatori di questi progetti.

“Da quando i depositi sono stati garantiti, il rischio si è spostato dalle piccole aziende in fase iniziale che avrebbero potuto avere difficoltà a far fronte alle buste paga, a quelle che potrebbero fare affidamento sulle linee di credito della banca per i progetti infrastrutturali”, ha affermato Mark Daly, responsabile della tecnologia e innovazione a BloombergNEF.

Su altri progetti solari residenziali (non comunitari) la banca sembra avesse finanziato circa 357 milioni di dollari tra il 2020 e il 2022, riporta Bnef.

Aveva comunque quote importanti (circa il 60%) nello sviluppo di progetti di start up genericamente identificabili nel campo della tecnologia climatica e della sostenibilità: oltre 1500 clienti, per circa 3,2 miliardi di dollari.

I clienti SVB riceveranno tutti i loro fondi assicurati e non assicurati a partire da lunedì, hanno dichiarato il Dipartimento del Tesoro, la Federal Reserve e la Federal Deposit Insurance Corp.

Se ciò sta rassicurando questi mercati, forse scongiurando un rallentamento delle iniziative per la transizione energetica, soprattutto in un periodo di alti tassi di interesse e prezzi più elevati delle materie prime, la situazione che si è verificata dovrebbe indurre aziende e start up ad una revisione del rischio, a partire dalla sicurezza dei propri depositi.

Cosa è successo alla SVB?

Il fallimento della SVB è dipeso dal fatto che tanti clienti, tra cui molte start up, che avevano il conto corrente presso l’istituto di credito hanno chiesto pressoché contemporaneamente la restituzione del denaro depositato per aver percepito il rischio insito nella modalità di gestione della banca.

I clienti che aprivano un conto presso SVB potevano ricevere un prestito sui loro progetti, poi raccogliendo capitali sul mercato li versavano nel proprio conto corrente alla Silicon Valley Bank.

Alla richiesta la SVB ha risposto che non aveva questo denaro in cassa e ciò ha generato quel fenomeno che in gergo si chiama bank run.

Oltre a finanziare imprese rischiose, una parte del portafoglio della SVB veniva in passato investito in prodotti finanziari complessi con un rischio molto superiore alla media  (titoli obbligazionari statunitesi d lungo periodo), anche nella speranza di ottenere rendimenti più elevati in un periodo di bassi tassi.

L’altro fatto che ha portato al default è legato alla vendita in perdita di tali titoli (crollati anche per l’aumento degli interessi) in portafoglio per recuperare un po’ di liquidità, visto che la banca non era riuscita a trovare sufficienti investitori.

Al momento il Tesoro Usa e la Federal Reserve, ma anche la BCE, stanno monitorando il rischio contagio, che al momento potrebbe essere scongiurato. Staremo a vedere.

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