Emissioni, la Commissione Ue alza l’obiettivo: “-55% entro il 2030”

Si sta lavorando anche a una tassa sulla CO2 alle frontiere e il 30% dei 750 miliardi di euro di NextGenerationEU arriverà da Green Bond.

ADV
image_pdfimage_print

La Commissione europea vuole aumentare l’obiettivo di riduzione delle emissioni 2030 almeno al 55%, sta lavorando a un Carbon Border Adjustment Mechanism per tassare la CO2 sulle importazioni e vuole che almeno il 30% dei 750 miliardi di euro di NextGenerationEU sia raccolto tramite obbligazioni verdi.

La conferma ufficiale di quanto anticipato è arrivata oggi nel discorso sullo Stato dell’Unione della presidente Ursula von der Leyen (riportato integralmente in fondo)

Un discorso in cui alla questione clima è stata dedicata un’ampia parte, come pure nel programma di lavoro della Commissione per i prossimi 12 mesi che l’esecutivo comunitario ha trasmesso al Parlamento Ue e alla presidenza di turno tedesca (in fondo).

“Entro la prossima estate, rivedremo tutta la nostra legislazione su clima ed energia per renderla ‘adatta al 55%’ (di taglio delle emissioni entro il 2030, ndr)”, ha annunciato Von der Leyen. “Miglioreremo lo scambio di quote di emissioni, stimoleremo le energie rinnovabili, miglioreremo l’efficienza energetica, riformeremo la tassazione dell’energia”, ha spiegato, precisando che “il 37% di NextGenerationEU sarà speso direttamente per i nostri obiettivi del Green Deal europeo.”

E infatti su 44 iniziative che Bruxelles prenderà nei prossimi 12 mesi, 9 sono riconducibili al dedicate al Green Deal; tra queste il citato Carbon Border Adjustment Mechanism, nuove proposte per ETS, rinnovabili, efficienza energetica, tassazione dell’energia, burden sharing, prestazione energetica degli edifici, uso del suolo, emissioni di CO2 di auto e camion, emissioni di metano, Dafi, trasporto intelligente ed Ecodesign.

Aumentare dal 40 al 55% il target di riduzione della CO2 da conseguire entro la fine del decennio “è troppo per alcuni e non abbastanza per altri”, ha dichiarato la presidente della Commissione nel discorso, “ma per noi l’obiettivo è ambizioso, realizzabile e vantaggioso per l’Europa”.

“La nostra valutazione d’impatto mostra chiaramente che la nostra economia e la nostra industria possono farcela e lo vogliono anche”, ha spiegato citando l’appello in tal senso arrivato ieri da 170 tra imprese e investitori, tra cui alcune delle più grandi aziende del mondo.

“Mentre le emissioni sono diminuite del 25% dal 1990, la nostra economia è cresciuta di oltre il 60%”, ha argomentato, prevedendo che “il raggiungimento di questo nuovo obiettivo ridurrà la nostra dipendenza dalle importazioni di energia, creerà milioni di posti di lavoro in più e ridurrà di oltre la metà l’inquinamento atmosferico”.

Tornando ai finanziamenti, Von der Leyen ha parlato di “aprire la strada allo sviluppo di uno standard affidabile dei Green Bond dell’Ue”, annunciando, come anticipato, che si fisserà “un obiettivo del 30% dei 750 miliardi di euro di NextGenerationEU da raccogliere tramite obbligazioni verdi.”

Quanto al citato “meccanismo di adeguamento delle frontiere del carbonio”, la carbon tax alle frontiere che si vuole introdurre “dovrebbe motivare i produttori stranieri e gli importatori dell’Ue a ridurre le loro emissioni di carbonio, assicurando al contempo la parità di condizioni in modo compatibile con il WTO.”

Tra i progetti che verranno finanziati da NextGenerationEU, il cosiddetto Recovery Fund, la presidente nel suo discorso ha ritagliato un ruolo rilavante ad alcuni filoni come idrogeno, riqualificazione edilizia e infrastrutture di ricarica per i veicoli elettrici (“un milione di colonnine”).

L’idrogeno “sostituirà il carbone per produrre acciaio pulito”, ha spiegato citando l’esperienza svedese, cosa che ci fa pensare alle proposte in campo per la nostra Ilva.

I seguenti documenti sono riservato agli abbonati a QualEnergia.it PRO:

Prova gratis il servizio per 10 giorni o abbonati subito a QualEnergia.it PRO

ADV
×