Il fotovoltaico è l’unica tecnologia che sta seguendo la traiettoria di crescita necessaria per triplicare la potenza globale installata nelle fonti rinnovabili al 2030.
Tutte le altre fonti di energia pulita sono in ritardo e anche gli investimenti in efficienza energetica sono lontani dai livelli richiesti.
Queste le principali tendenze evidenziate nel nuovo rapporto dell’Agenzia internazionale delle energie rinnovabili (Irena), Delivering on the UAE Consensus: Tracking progress toward tripling renewable energy capacity and doubling energy efficiency by 2030.
Come dice lo stesso titolo, il documento monitora i progressi verso due obiettivi su cui c’è stato ampio consenso al vertice mondiale sul clima negli Emirati Arabi del 2023 (CoP28): triplicare la capacità mondiale installata nelle rinnovabili e raddoppiare l’efficienza energetica.
Triplicare le rinnovabili, in particolare, significa arrivare a 11,2 TW cumulativi nel 2030, installando in media ogni anno un migliaio di GW, oltre il doppio dei 473 nuovi GW realizzati nel 2023, come mostra la seguente info-grafica.
Gli investimenti annui richiesti ammontano a circa 1.500 miliardi di dollari (1,5 trilioni di $).
Tuttavia, lo sviluppo delle rinnovabili rimane molto sbilanciato dal punto di vista geografico: l’85% della capacità aggiunta lo scorso anno si è concentrata in Asia, Europa e America settentrionale, lasciando indietro le economie emergenti e in via di sviluppo, in Africa e non solo.
Inoltre, con gli attuali piani e obiettivi nazionali, si potranno raggiungere circa 7,4 TW di potenza installata nel 2030 tra tutte le fonti green, con un “buco” di 3,8 TW rispetto al target indicato nel cosiddetto “UAE Consensus”.
Eppure, sottolinea l’Irena, produrre nuova energia elettrica con fonti rinnovabili è la scelta più conveniente in quasi ogni angolo del globo: l’81% della nuova potenza rinnovabile del 2023 genera elettricità a costi inferiori rispetto ai nuovi impianti alimentati con fonti fossili.
La “significativa accelerazione” del fotovoltaico, affermano gli autori, con nuovi 346,9 GW nel 2023 (+73% sul 2022), “indica che questa è l’unica tecnologia rinnovabile che è sulla buona strada […] per raggiungere il suo obiettivo di 5,5 TW di capacità richiesta entro il 2030”.
Bisognerebbe installare in media 578 GW/anno di nuovi impianti FV in tutto il mondo, un traguardo fattibile “considerando la forte competitività in termini di costi della tecnologia, i suoi brevi tempi di sviluppo, gli eccellenti e sfruttabili potenziali di risorse e la capacità di produzione globale lungo tutta la filiera”.
Nel 2024, secondo le ultime previsioni del think tank energetico Ember, si installeranno quasi 600 GW di fotovoltaico su scala globale.
Più indietro invece è l’eolico.
Le attuali aggiunte di capacità eolica sono ancora insufficienti, secondo il documento Irena; l’eolico a terra dovrebbe triplicare le installazioni medie annuali fino al 2030 e quello offshore dovrebbe sestuplicarle, se si vuole arrivare a 3,5 TW di potenza totale dal vento.
Mancano 2,5 TW in sei anni: sono quindi necessarie “azioni urgenti per affrontare i principali colli di bottiglia”, come tempi di autorizzazione eccessivamente lunghi, progressi lenti nell’espansione delle infrastrutture e vincoli nelle catene di fornitura e nella disponibilità di forza lavoro qualificata.
Proprio in tema di manodopera, è interessante osservare l’evoluzione stimata degli occupati nelle rinnovabili da qui al 2030, come riassume la grafica qui sotto.
Nel 2023, il comparto delle rinnovabili ha impiegato un numero record di 16,2 milioni di addetti, segnando un aumento di oltre il 18% rispetto all’anno precedente.
Nel 2030 questo numero sarà quasi raddoppiato a 30 milioni di occupati, con il ruolo trainante della Cina (quasi 11 milioni) e una forte crescita in India e Africa, che superano rispettivamente 4 milioni e 2 milioni di occupati, cioè il quadruplo e il sestuplo in confronto a oggi.