Efficienza energetica 2023, dalle detrazioni fiscali oltre metà dei risparmi

L'Italia lo scorso anno ha totalizzato risparmi energetici per oltre 3,6 Mtep. Le detrazioni hanno fatto da traino, pesando per il 56,2%. Contributi importanti anche da Conto Temrico e Certificati bianchi. Dal report Enea.

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Le misure in linea con gli obblighi della Direttiva europea sull’efficienza energetica, nel 2023 hanno consentito all’Italia di totalizzare risparmi energetici per oltre 3,6 Mtep.

Un risparmio che equivale al 92% dell’obiettivo fissato per lo scorso anno dal Pniec. È quanto emerge dal 13° Rapporto annuale sull’efficienza energetica dell’Enea (link in basso), presentato il 18 dicembre nel corso di un convegno a Roma.

Le detrazioni fiscali hanno fatto da traino, consentendo circa 2 Mtep risparmiate, pari al 56,2% dei risparmi totali del 2023.

Per i soli interventi di efficientamento energetico avviati nell’anno, il confronto tra 2023 e 2022 evidenzia un calo dei risparmi conseguiti tramite questi meccanismi, sia per Superbonus (-21,2%) che per Ecobonus (-20,4%). Rimane sostanzialmente stabile il contributo del Bonus Casa che, con i soli interventi attivati nel 2023, ha consentito risparmi pari a 71 ktep (-0,9%).

I risparmi conseguiti dall’Ecobonus sono derivati prevalentemente dagli interventi riguardanti la climatizzazione invernale (circa 322mila interventi per 822,2 GWh/anno) e la sostituzione dei serramenti (184mila interventi, 494,25 GWh/anno).

Nell’ambito del Bonus Casa, tra gli interventi riguardanti l’involucro, la sostituzione degli infissi rappresenta la quota maggiore e comporta un risparmio energetico complessivo più elevato rispetto alla coibentazione (circa 49mila interventi per 74,9 GWh/anno).

Per quanto riguarda gli impianti, il numero più significativo di interventi è nell’installazione di pompe di calore, seguita dalle caldaie a condensazione, che insieme contribuiscono ad oltre l’81% del risparmio energetico totale.

C’è poi l’incentivo del Conto Termico. Nel 2023 il meccanismo è tornato ai livelli del 2021, grazie ad un incremento sia in termini di numero di richieste presentate, 100.450 rispetto alle quasi 86.000 del 2022, sia in termini di incentivi richiesti, pari a 625,1 milioni di euro, con un aumento del 43% sul 2022.

Quanto al tipo di interventi incentivati, Enea evidenzia un maggior orientamento verso l’istallazione di impianti rinnovabili termici (biomasse, solare termico e PdC), a cui corrispondono circa il 95% delle richieste e il 66% degli incentivi.

Il 34% degli incentivi riconosciuti tramite Conto Termico è poi andato ad interventi di efficienza energetica sugli edifici della PA che riguardano prevalentemente isolamento involucri, sostituzione finestre, illuminazione e caldaie a condensazione.

I dati elaborati dal Gse, che rendicontano i benefici conseguiti annualmente, mostrano come gli interventi contrattualizzati nel 2023 abbiano attivato oltre 824 milioni di euro di investimenti, 149 ktep di energia termica da fonti rinnovabili, 93 ktep di risparmi di energia finali a cui corrisponde un risparmio di emissioni di CO2 che supera le 271mila tonnellate.

In basso una tabella riepilogativa che mostra i risparmi per provvedimento.

Oltre a queste misure, la riduzione dei consumi di energia finale è anche dovuta alla crescita dei Certificati Bianchi che ha segnato un +28% rispetto al 2022.

I risparmi certificati di energia primaria afferenti al D.M. 28 dicembre 2012 e relativi a prime rendicontazioni e rendicontazioni successive (nel caso in cui la prima rendicontazione sia avvenuta nello stesso anno) hanno consentito di risparmiare circa 6,2 Mtep/anno di energia primaria nel periodo dal 2005 al 2023 (0,05 Mtep nell’ultimo anno).

Aumentano anche i risparmi energetici arrivati dai progetti realizzati attraverso i Fondi di coesione, come il Fondo Europeo per lo Sviluppo Regionale (FESR) e il Fondo per una transizione giusta (Just Transition Fund – JTF): -31,8 ktep/anno al 2023.

Secondo Enea un ruolo importante lo hanno avuto anche le campagne di sensibilizzazione che hanno coinvolto quasi 14 milioni di cittadini per il settore residenziale. La stima dei risparmi indotti dai cambiamenti nei comportamenti di consumo, da parte di individui e imprese, è pari a oltre 0,1 Mtep.

Sul fronte dell’efficienza energetica negli usi finali, di un certo rilievo è il contributo arrivato dalle aziende con l’avvio, il 5 dicembre 2023, del terzo ciclo di audit energetici obbligatori per le grandi imprese e quelle energivore.

Secondo i dati gestiti da Enea, sono pervenute 10.241 diagnosi da 5.797 soggetti obbligati, di cui il 44% sono grandi imprese, il 40% PMI energivore e il 16% grandi imprese energivore.

Rispetto a dicembre 2019 – che ha segnato l’avvio del secondo ciclo di diagnosi energetiche obbligatorie – le grandi imprese energivore che hanno adempiuto all’obbligo sono aumentate del 19%, mentre le grandi imprese sono diminuite dell’11%. Si è calcolato che i circa 9mila interventi di efficientamento energetico effettuati post-audit abbiano prodotto un risparmio di 0,5 Mtep.

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