Decarbonizzazione, le reazioni a catena che fanno sperare

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Fra i tanti segnali di allarme che i mutamenti climatici stanno facendo suonare, Carbon Tracker ha rilevato alcune dinamiche positive in ambito economico, tecnologico e sociale.

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Il picco della domanda di combustibili fossili si è probabilmente raggiunto nel 2019. E da tal punto hanno cominciato a innescarsi dei circoli virtuosi per la decarbonizzazione del sistema energetico.

Fra i tanti segnali di allarme che i mutamenti climatici stanno facendo suonare, Carbon Tracker ha rilevato anche questa dinamica positiva che sta iniziando a farsi sentire e che spiega in un nuovo studio intitolato  Spiralling disruption, The feedback loops of the energy transition, consultabile dal link in fondo a questo articolo.

“Questo segna l’inizio di un cambiamento improvviso: il punto di svolta in cui i cicli di feedback positivi iniziano a dominare il sistema”, hanno scritto i ricercatori di Carbon Tracker.

I cicli di feedback positivi comportano delle svolte anche radicali, capaci di determinare vere e proprie soluzioni di continuità col passato. Carbon Tracker ha identificato sette di questi circoli virtuosi e viziosi che stanno guidando una rapida trasformazione del sistema energetico globale, in una fase in cui sempre di più le energie rinnovabili stanno sostituendo i combustibili fossili.

Riassumiamo qui i sette cicli identificati dall’organizzazione:

  1. Ciclo di feedback volume-costo. Man mano che i volumi delle rinnovabili aumentano, i loro costi diminuiscono, cosa che alimenta ulteriormente la crescita dei volumi. Nel frattempo, il calo dei volumi dei combustibili fossili significa tassi di utilizzo più bassi che aumentano i loro costi e che fanno scendere i volumi. L’esempio più chiaro in tal senso è l’ascesa del fotovoltaico e il declino del carbone.
  2. Ciclo di feedback della tecnologia. Così come singole tecnologie si sviluppano verticalmente l’una sull’altra, tecnologie diverse fra loro si stimolano a vicenda anche orizzontalmente: più veicoli elettrici significano costi più bassi per le batterie che poi aumentano la penetrazione delle rinnovabili. Contemporaneamente, il picco della domanda di combustibili fossili comporta un calo nell’innovazione delle tecnologie fossili.
  3. Ciclo di feedback delle aspettative. Man mano che le rinnovabili crescono, le previsioni circa la loro penetrazione sembrano sempre meno accurate, per difetto, e gli operatori sono costretti a cambiare i loro modelli. Man mano che i modelli cambiano, cambiano anche le percezioni degli investitori e dei politici, e questo accelera ciò che fino a poco tempo prima veniva ritenuto fuori portata.
  4. Ciclo di feedback della finanza. Quando la crescita di un settore, come quello delle rinnovabili, attira più capitale, il costo del capitale per quel settore scende e questo ne permette una maggiore espansione. Nel frattempo, il declino della crescita, e ancor di più la contrazione, di un altro settore, come quello delle fossili, spaventa invece gli investitori, e il calo dei prezzi azionari nei settori in declino costringe le compagnie, in questo caso dei combustibili fossili, a tagliare gli investimenti e a cambiare strategia.
  5. Ciclo di feedback della società. Via via che nella società crescono le preoccupazioni per la crisi climatica e aumenta l’attrattiva delle tecnologie rinnovabili, la gente abbraccia sempre di più le nuove tecnologie. E via via che sempre più persone adottano le nuove tecnologie, tale adozione diventa sempre più attraente e conveniente, grazie agli effetti di rete e a dinamiche di imitazione e pressione sociale che aumentano la consapevolezza.
  6. Ciclo di feedback della politica. Man mano che le tecnologie migliorano, gli elettori e i politici si rendono conto che le rinnovabili significano guadagno e non sacrifici, e questo spinge il sostegno politico al cambiamento. Nel frattempo, le industrie in declino perdono denaro, potere e credibilità, e il loro sostegno politico si riduce.
  7. Ciclo di feedback geopolitico. In una fase in cui la Cina sta superando gli Stati Uniti nelle tecnologie energetiche del futuro, gli Usa si stanno rendendo conto che rischiano di perdere potere e sono obbligati a riorganizzarsi per un’economia rinnovabile. Questa corsa geopolitica per aumentare o mantenere la propria influenza alimenta le tecnologie rinnovabili non solo nei due maggiori poli economici e geostrategici, ma anche nel resto del mondo.

È così che i grandi mutamenti avvengono: prima impercettibilmente, poi gradualmente, finché piano piano si raggiungono dei punti in cui gli equilibri che per tanto tempo avevano regolato le nostre vite non reggono più. Quando si raggiunge uno di questi punti di ribaltamento e il vecchio equilibrio viene meno, si può innescare una reazione a catena, in cui un punto di ribaltamento stravolge gli equilibri in un settore adiacente, provocando un successivo “tipping point”.

Gli anni ‘20 saranno un decennio di cambiamenti a cascata, concatenati da dinamiche di feedback interconnessi. Gli investitori e i politici devono capire le dinamiche del cambiamento se vogliono trarre vantaggio dal nuovo mondo che si sta rapidamente aprendo, secondo Carbon Tracker.

C’è da augurarsi che la crescita esponenziale resa possibile dagli effetti di rete e dai tipping point in ambito tecnologico, economico e sociale sia sufficientemente rapida da frenare il più possibile le conseguenze negative dei punti di ribaltamento climatico che già sono stati messi in moto.

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