Tutto e il contrario di tutto. È purtroppo questo il livello medio della discussione che riguarda oggi l’eolico offshore, con il rischio che l’opinione pubblica formata dai non addetti ai lavori resti alquanto confusa.
Negli ultimi giorni, ad esempio, accade che la presidente della Regione Sardegna, Alessandra Todde, torni su questo argomento in un’intervista a FanPage chiarendo come qualsiasi sito in mare “incida sulla Sardegna” poiché “impatta su economia, pesca, turismo, paesaggio e ambiente”.
Questo, inoltre, avverrebbe senza distinzione progettuale perché il giudizio non cambia anche se l’impianto “viene realizzato nella fascia al di fuori dalla competenza della Regione, su acque nazionali o internazionali”.
Inevitabile, per la citata opinione pubblica, cadere nella perplessità se si considera che pochi giorni prima Legambiente, attraverso l’iniziativa Goletta Verde e in collaborazione con Renexia, aveva pubblicato un decalogo sulle “fake news” legate all’eolico offshore. Iniziativa che, tra le altre cose, verte proprio sugli aspetti sollevati dalla presidente Todde.
Questi siti “sono solitamente installati a diversi km di distanza dalla costa, riducendo al minimo, fino ad azzerare, ogni impatto visivo”, si legge nel documento. Infatti, un parco di questo tipo “posto a 12 km di distanza viene percepito da un osservatore in riva al mare con una grandezza di appena 1,5 cm, che si riducono a 0,64 per impianti posti a 28 km, fino a diventare impercettibile a occhio nudo a distanze superiori ai 50 km”.
Goletta Verde, inoltre, parla di un eolico offshore che non impatta sulla fauna marina e sull’avifauna, grazie anche all’innovazione tecnologica, e che ha raggiunto maturità tecnologica ed economica: “Sebbene i progetti pilota possano risultare onerosi, il costo dell’energia eolica offshore è in costante calo negli anni. Questa soluzione sta diventando sempre più competitiva rispetto alle fossili. Inoltre, non produce emissioni nocive, generando un risparmio a lungo termine per la salute e l’ambiente”.
Eolico offshore, “chance di sviluppo” per l’Abruzzo
Tra le molte tappe di Goletta Verde 2024 anche un evento del 1° agosto a Punta Aderci, nel comune di Vasto (Chieti).
Qui Legambiente ha sottolineato come la produzione energetica interna all’Abruzzo non soddisfi il fabbisogno della regione e, per di più, con una predominanza delle fossili. L’eolico offshore, al contrario, “è la chance di sviluppo e innovazione”.
In Abruzzo, rileva l’associazione, su questa tecnologia sono solo due le richieste di connessione a Terna, pari a 2,35 GW, e un solo progetto da 800 MW è stato presentato al Mase. In quest’ultimo caso si tratta di un possibile parco galleggiante da 54 turbine, ad almeno 24 km dal porto di Vasto.
Secondo Stefano Raimondi, portavoce di Goletta Verde, questo territorio “ha ancora tanto da fare per vincere la sfida della transizione energetica e arrivare all’indipendenza dalle fonti fossili. La grande opportunità, anche considerando lo sviluppo socio-economico che apporterebbe, è rappresentata dall’eolico offshore. Con la nostra campagna stiamo portando avanti attività di sensibilizzazione e informazione verso il grande pubblico e tutti gli stakeholder interessati dal tema”.
Il messaggio, dunque, “è semplice e chiaro: l’energia prodotta dall’eolico offshore rappresenta l’àncora di salvezza per uscire dalla dipendenza delle fonti inquinanti e, soprattutto, può essere volano di sviluppo economico e innovazione”.
L’invito è a dire “basta ai luoghi comuni riguardo questa tecnologia: gli impianti sarebbero lontani diversi chilometri dalle coste e non rovinerebbero nessun panorama”.
Fincantieri Vard a supporto dell’eolico offshore norvegese
Mentre l’Italia dibatte sull’opportunità dell’eolico in mare, l’industria prova a cogliere tutte le opportunità di questa filiera che, in diversi Stati, è già una realtà affermata.
Fincantieri Vard, ad esempio, ha sottoscritto con la norvegese Rem Offshore un contratto per realizzare una nave “construction service operation vessel”.
Si tratta di un’imbarcazione che supporta le attività di costruzione, logistica e manutenzione degli impianti eolici in acqua che sarà consegnata nel 2026.
A fine 2023 e a fine 2024 Fincantieri ha già consegnato due navi analoghe a Rem, per un valore complessivo di circa 100 milioni di euro (Fincantieri entra in Aero per sostenere lo sviluppo dell’eolico offshore in Italia).