Cosa c’è nel piano Ue per il rilancio dell’automotive

Nessun nuovo finanziamento, ma suggerimenti per migliorare le condizioni in cui si muovono gli operatori europei, attualmente in grande crisi.

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Il settore automobilistico europeo sta affrontando un momento critico, con rapidi cambiamenti tecnologici e una concorrenza crescente che pongono sfide significative.

Per essere competitiva a livello globale, l’industria automotive europea “deve riconquistare urgentemente una posizione di leadership nella transizione verso veicoli più intelligenti alimentati dall’intelligenza artificiale, più puliti e più connessi” e “deve aumentare ulteriormente le proprie capacità industriali per le batterie e i loro componenti”.

È la ricetta fornita dall’Ue nel suo piano d’azione industriale presentato oggi a Bruxelles (link in basso).

Il documento, pubblicato oggi, si basa sul dialogo strategico lanciato dalla presidente Ursula von der Leyen nel gennaio 2025. Nasce per sostenere la transizione dell’intera industria automobilistica verso veicoli puliti, garantendone la competitività internazionale, senza introdurre nuovi finanziamenti, fornendo le “giuste condizioni quadro per la transizione della catena del valore”.

Il piano d’azione è progettato infatti per migliorare la competitività dei produttori automobilistici europei promuovendo una maggiore collaborazione e migliorando le condizioni generali in cui operano, tra cui finanziamenti mirati già esistenti e semplificazione normativa.

Un assist ai produttori

Il piano non fa passi indietro sullo stop ai motori endotermici dal 2035, ma promette di accelerare sulla revisione del regolamento attesa nel 2026 per sancire il principio di neutralità tecnologica.

Entro fine mese l’esecutivo Ue presenterà una modifica alle norme per calcolare su tre anni, non uno, la conformità agli standard di emissione del 2025 sulle vendite, che prevedono di non oltrepassare il limite di 93,6 grammi di CO2 per chilometro percorso a livello di flotta.

La questione aveva preoccupato molte case automobilistiche, che temevano di violare il target del 2025 e di essere costrette a pagare multe salatissime.

La proposta europea, se adottata, permetterebbe quindi ai produttori di compensare il superamento dell’obiettivo in uno o due dei prossimi tre anni con risultati migliori negli altri.

La decisione “potrebbe influire sulle strategie di mercato dei produttori nel corso dell’anno, riducendo le vendite di veicoli elettrici a basse e zero emissioni, con potenziali effetti negativi sulle emissioni complessive del settore dei trasporti dell’Unione”, osserva in una nota ECCO, think tank climatico italiano.

L’impegno sulle batterie

Una parte nutrita del piano si concentra su come rendere le celle e i componenti delle batterie per veicoli elettrici prodotti nell’Ue competitivi in ​​termini di costi nel breve periodo. Sono previste diverse misure, come un pacchetto completo “Battery Booster” che miri a supportare la produzione di celle e componenti tramite finanziamenti diretti e criteri non basati sul prezzo. I requisiti di contenuto locale per queste tecnologie verranno definiti attraverso nuove leggi attese nel corso dell’anno.

Sorgerà poi un’Alleanza europea per i veicoli connessi e autonomi “per dare forma allo sviluppo di componenti hardware e software condivisi e ad un’architettura comune”.

Le attività dell’Alleanza e la tecnologia delle batterie di nuova generazione saranno supportate da investimenti congiunti pubblici e privati ​​nell’ambito del progetto Horizon Europe. Il programma, ricordiamo, metterà a disposizione 1 miliardo di euro per il settore automobilistico per il periodo 2025-2027,

Inoltre, il piano propone l’istituzione di un “Ente per l’accesso alle materie prime per le batterie”, che dovrebbe aiutare i produttori di automobili a ottenere i materiali di cui hanno bisogno, mettendo in comune i loro impegni e investimenti.

Passi avanti sono attesi anche nel processo di autorizzazione per la raffinazione dei materiali degli accumuli, andando oltre i progetti strategici già identificati ai sensi del Critical Raw Materials Act.

Nel 2025 verrà inoltre istituita una piattaforma per l’aggregazione della domanda/offerta di materie prime critiche e verrà creata una “Battery Raw Materials Access Entity” per supportare lo sviluppo di una catena di fornitura “stabile e sicura”.

La Commissione sta inoltre collaborando con partner internazionali per supportare investimenti congiunti lungo la catena del valore delle materie prime critiche , anche attraverso 14 partnership strategiche, come quella con il Canada, che ha garantito circa 10 miliardi di euro di investimenti reciproci.

Inoltre, la Commissione ha aggiornato oggi l’ elenco dei rifiuti per promuovere l’economia circolare, introducendo una novità importante: la classificazione dei rifiuti di batterie sminuzzate, noti come “massa nera”, come rifiuti pericolosi.

Di conseguenza, l’esportazione di massa nera verso Paesi non OCSE è automaticamente vietata ai sensi della Convenzione di Basilea, che proibisce l’esportazione di rifiuti pericolosi verso questi Paesi. Ciò significa verrà riciclata e riutilizzata all’interno dell’Ue o scambiata con i Paesi OCSE, sostenendo l’autonomia strategica comunitaria.

Social leasing, flotte aziendali, punti di ricarica

L’Ue si focalizza poi sul social leasing, il modello di noleggio agevolato pensato per rendere accessibili i veicoli elettrici, a fasce di popolazione con redditi medio-bassi (ad esempio con canoni di noleggio ridotti oppure opzioni di riscatto favorevoli).

In merito è attesa una Raccomandazione europea sulla “povertà nei trasporti”, la cui adozione è prevista per il primo trimestre del 2025. Questa incoraggerà gli Stati membri a integrare il social leasing nei piani nazionali nell’ambito del Fondo sociale per il clima.

La Commissione ha inoltre pubblicando una Comunicazione sulle flotte aziendali pulite, che fornisce suggerimenti alle autorità nazionali, regionali e comunali per accelerare l’adozione di veicoli a zero emissioni, e ha annunciato che riesaminerà la direttiva sull’etichettatura “a seguito di una valutazione che sarà pubblicata nella prima metà del 2025”.

Questa revisione fornirà ai consumatori informazioni più accurate e complete sull’impatto ambientale dei veicoli scelti.

Infine, sui punti di ricarica, verrà aumentato il supporto agli Stati membri nell’implementazione di infrastrutture pubbliche e private, inclusa l’assistenza finanziaria, per garantire un accesso facile, conveniente e tempestivo alla rete.

L’Alternative Fuels Infrastructure Facility (AFIF) ha stanziato circa 2,2 miliardi di euro per lo sviluppo di infrastrutture per combustibili alternativi, tra cui infrastrutture di ricarica, dal 2022 al 2025. Ad oggi, sono stati impegnati circa 1,7 miliardi di euro, a sostegno del finanziamento di oltre 27.000 punti di ricarica rapida per auto e camion.

Sulla base di questo slancio, la Commissione renderà disponibili altri 570 milioni di euro nel 2025 e nel 2026, con particolare attenzione ai veicoli pesanti.

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