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Cop 26, Usa e Cina rilanciano con più impegno (e con la consueta vaghezza)

Uscita graduale dal carbone, riduzione delle emissioni di metano, lotta alla deforestazione: i punti più importanti della dichiarazione congiunta. Ma la conferenza di Glasgow resta al bivio tra "parole" e "fatti".

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Alla conferenza mondiale sul clima a Glasgow (che si chiuderà domani, venerdì 12 novembre), Stati Uniti e Cina hanno siglato una dichiarazione congiunta che richiama la necessità di agire con urgenza contro il cambiamento climatico, cercando così di ridare slancio a una Cop 26 ancora ferma, nella bozza di accordo finale, al bivio tra “parole” e “fatti”.

Stati Uniti e Cina sono i due Paesi che emettono più CO2 a livello globale e senza il loro impegno a combattere più attivamente contro il cambiamento climatico, la Cop 26 sarebbe destinata a un sostanziale fallimento.

Nella dichiarazione (link in basso) si parla dei rispettivi impegni a eliminare il supporto internazionale alla produzione di energia da carbone “unabated”, cioè priva di tecnologie per catturare le emissioni di gas-serra.

Si ricorda che gli Stati Uniti intendono realizzare un mix elettrico a zero CO2 entro il 2035, mentre la Cina ridurrà gradualmente il consumo di carbone durante il quindicesimo piano quinquennale (quindi dal 2025), e farà il possibile per accelerare questo lavoro.

I due Paesi intendono cooperare a politiche e misure per sviluppare le fonti rinnovabili, la generazione elettrica distribuita e gli interventi di efficienza energetica.

Si parla anche di collaborazione reciproca per eliminare la deforestazione illegale e per controllare e ridurre le emissioni di metano.

Tra i tanti settori dove si punta a lavorare a più stretto contatto, la dichiarazione cita due tecnologie per la cattura e la rimozione della CO2: CCUS (Carbon capture, utilization and storage) e DAC (Direct air capture), che però sono ancora lontane da possibili applicazioni efficaci e remunerative su scala industriale.

Un passaggio importante è quando Stati Uniti e Cina riconoscono che rimane “un divario significativo” tra gli sforzi compiuti finora nel mondo per risolvere la crisi climatica, e gli sforzi necessari per raggiungere il traguardo fissato dagli accordi di Parigi (contenere a +1,5 °C il surriscaldamento globale).

Quindi Usa e Cina (neretti nostri nelle citazioni) “sottolineano la vitale importanza di chiudere questo divario il prima possibile” e quindi “dichiarano la loro intenzione di lavorare singolrmante, in cooperazione tra loro e con altri Paesi in questo decennio decisivo, in modo da “rafforzare e accelerare l’azione per il clima”.

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