Comunità energetiche in Italia: saranno 40mila nei prossimi 5 anni

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Opportunità e prospettive in Italia e in Europa per le comunità energetiche: una sintesi dello studio Federmanager-Aiee e il video di presentazione.

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Ripensare i sistemi economici in modo “sostenibile” grazie alle comunità energetiche è la strada per un sistema Paese sano e resiliente, capace di portare benefici per il territorio sul piano sociale, economico e di sviluppo, con i cittadini-prosumer.

Queste in sintesi le conclusioni del quarto rapporto Federmanager – Aiee (Associazione italiana economisti dell’energia) dal titolo “Il ruolo delle Comunità energetiche nel processo di transizione verso la decarbonizzazione.

Si stima – riassume una nota – che le comunità energetiche potrebbero produrre il 19% della domanda di energia elettrica in Europa nel 2030, arrivando a coprire il 45% della domanda totale entro il 2050.

Quindi oltre 264 milioni di cittadini europei potrebbero diventare “cittadini dell’energia” con una produzione in proprio pari a 611 TWh di elettricità nel 2030 e 1.557 TWh entro il 2050, secondo “The potential for energy citizens in the European Union” dell’istituto di ricerca ambientale CE Delft.

Per l’Italia, invece, lo studio Federmanager-Aiee prende a riferimento i dati del Politecnico di Milano: entro 5 anni, nello scenario migliore, si parla di circa 40mila energy communities, con il coinvolgimento di 1,2 milioni di famiglie, 200mila uffici e 10mila Pmi con una crescita dei posti di lavoro di circa 10.500 unità.

Al 2025 la diminuzione dei costi di distribuzione e di trasmissione per l’utente finale è calcolata in circa 720 milioni di euro. E, con la giusta accelerazione, al 2030 si potrebbe arrivare a 100.000 comunità energetiche.

Il rapporto sottolinea inoltre come l’obiettivo principale delle comunità sia quello di fornire benefici ambientali, economici o sociali ai suoi energy citizens, azionisti o membri e al territorio in cui operano, piuttosto che profitti finanziari, sia nella configurazione rinnovabile (Cer), che del cittadino (Cec), entrambe caratterizzate dall’autoconsumo, ma con un diverso approccio sull’ampiezza dei servizi forniti e sulla tipologia di energia prodotta e consumata.

Nel nostro Paese, il 2020 è stato un anno positivo per lo sviluppo delle Comunità energetiche e dell’autoconsumo collettivo. Il decreto Rilancio ha introdotto importanti novità in ambito fiscale, estendendo la possibilità di accesso al superbonus del 110% per la realizzazione di Comunità energetiche.

A confronto su questi temi sono intervenuti in un evento di presentazione online Sandro Neri, coordinatore commissione Energia Federmanager, Carlo Di Primio, presidente Aiee, Gianni Pietro Girotto, presidente commissione Industria, commercio e turismo del Senato, Alessia Rotta, presidente commissione Ambiente, territorio e lavori pubblici della Camera, Carlo Salvemini, sindaco di Lecce e delegato Anci all’energia e ambiente e Massimo Garribba, vice direttore generale Energia della Commissione Eu.

 

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