Come superare la crisi energetica con i prosumer delle rinnovabili

L'Agenzia europea dell'ambiente ha dedicato un rapporto alle potenzialità della generazione distribuita nei vari Paesi Ue, includendo anche le comunità energetiche rinnovabili. Aspetti tecnici, legislativi e ostacoli.

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Autoprodurre energia elettrica da fonti rinnovabili è una soluzione per tagliare le bollette e combattere la crisi energetica attuale, spinta dai prezzi record di gas ed elettricità su tutti i mercati europei.

E l’Italia può essere tra i Paesi protagonisti a livello Ue di un nuovo modello di autoproduzione energetica incentrato sui prosumer (consumatori-produttori) e sulle comunità energetiche rinnovabili, dando sempre più spazio alla generazione elettrica distribuita con piccoli impianti eolici e fotovoltaici.

Sono i temi al centro del rapporto pubblicato dall’Agenzia europea dell’ambiente, Energy Prosumers in Europe – Citizen participation in the energy transition” (link in basso), che esplora le potenzialità per i prosumer in Europa e spiega come facilitare la partecipazione attiva dei cittadini alla transizione green.

Secondo le stime citate nel documento, è tecnicamente possibile autoprodurre il 30-70% dell’energia elettrica complessiva in ogni singolo Paese Ue entro il 2050, in base alle differenti condizioni climatiche e ambientali (come la disponibilità di terreni e i tassi di urbanizzazione).

Tuttavia, si sottolinea, servono politiche e misure per accelerare la creazione di comunità rinnovabili e l’installazione di impianti gestiti direttamente dai prosumer, in modo da sbloccare gli investimenti di famiglie e imprese in questo campo e così aumentare la loro indipendenza energetica, riducendo al contempo l’uso di fonti fossili.

Il rapporto spiega che ci sono numerosi tipi e forme di prosumer. Ad esempio, prosumer può essere una famiglia, un gruppo di inquilini in un edificio o una cooperativa energetica con partecipanti della comunità locale. I prosumer possono produrre elettricità e/o calore da fonti rinnovabili e alcuni combinano l’autoproduzione energetica con la fornitura di servizi alla rete (stoccaggio di energia, flessibilità della domanda).

Si precisa poi che i benefici dell’autoproduzione energetica possono essere ambientali (riduzione della CO2), sociali (aumenta il senso di appartenenza alle comunità locali) oltre che finanziari, ma dipendono molto dalle caratteristiche del progetto e dal quadro politico-normativo: entità delle misure di sostegno ai prosumer, maggiore o minore complessità delle procedure per le autorizzazioni, definizione delle norme tecniche per installare gli impianti e realizzare le connessioni alla rete.

Autoprodurre energia è un rimedio al caro bollette, ma in molti casi ci sono barriere agli investimenti iniziali, che possono essere elevati, perciò è necessario che ogni governo predisponga regole chiare, trasparenti e con opportuni incentivi per facilitare la diffusione dei prosumer.

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