La Cina accelera la transizione energetica e vuole farcelo sapere

Le indicazioni dall’Assemblea nazionale del Popolo, rilanciata sui social dall’Ambasciata in Italia. Presentata la Roadmap del fotovoltaico: 277,57 GW nel 2024. Iea: Pechino riduce la domanda oil per i carburanti.

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Nel corso del 2024 la Cina ha “continuato a rafforzare la tutela ecologica-ambientale e a migliorare il livello di sviluppo sostenibile e a basse emissioni di carbonio”, ponendosi obiettivi in linea anche per i prossimi anni.

Questa l’indicazione che emerge dal “Rapporto sul lavoro del Governo” consegnato la scorsa settimana dal premier Li Qiang durante la III sessione della XIV Assemblea nazionale del Popolo cinese, che ha approvato il documento l’11 marzo, nell’ultimo giorno di lavori.

L’Assemblea, insieme alla Conferenza consultiva politica del Popolo, fa parte delle “Due sessioni”, cioè il più importante evento politico del Dragone.

È stata questa l’occasione con cui il Governo “ha confermato l’impegno a raggiungere il picco delle emissioni entro il 2030 e la neutralità carbonica entro il 2060, con nuove misure per rafforzare il mercato del carbonio e sviluppare energie rinnovabili”.

A spiegarlo è l’Ambasciata della Repubblica popolare in Italia, che per l’occasione ha dato spazio agli aspetti energetico-ambientali delle Due sessioni su tutti i suoi canali social.

Lo scorso anno, si legge nel rapporto, “grazie al rafforzamento della gestione ecologica dell’ambiente, le emissioni dei principali inquinanti hanno continuato a diminuire”, puntando a “promuovere la trasformazione verso il risparmio energetico e la riduzione delle emissioni di carbonio nei settori chiave, favorire lo sviluppo e l’utilizzo di nuove energie e aumentare la quota di produzione di energia non fossile a quasi il 40% della generazione totale di energia”.

Infine, è stato avviato “un mercato nazionale volontario per lo scambio di quote di riduzione delle emissioni di gas serra e il commercio nazionale dei diritti di emissione di carbonio è diventato più attivo”.

Il consumo di energia per unità di Pil è così sceso di oltre il 3% e la capacità installata Fer è aumentata di 370 GW, mentre la produzione annuale di veicoli “a nuova energia” (elettrici, ibridi, ibridi plug-in e a celle a combustibile) ha superato i 13 milioni di unità (si veda anche Cina, boom dell’energia pulita: nel 2024 il settore vale il 10% del Pil).

“Tra le iniziative chiave – sottolinea l’Ambasciata cinese in Italia – “la creazione di parchi e fabbriche a zero emissioni, espansione del mercato nazionale di scambio delle emissioni, sviluppo di impianti eolici offshore e nuove basi energetiche nel deserto”.

La domanda di petrolio per i carburanti non è più un driver

A monitorare le politiche cinesi è l’Iea che ha da poco pubblicato un’analisi sull’uso di carburanti fossili nel Paese asiatico.

Secondo l’Agenzia, “con l’economia cinese nel suo complesso che sta passando dalla produzione alla crescita basata sui servizi e con l’adozione di veicoli elettrici in espansione nel settore dei trasporti, i dati suggeriscono fortemente che l’uso della combustione del carburante derivato dal petrolio in Cina ha già raggiunto un plateau e che il potenziale di crescita futura potrebbe essere molto limitato”.

Il consumo di benzina, diesel e jet fuel corrisponde a quasi 8,1 milioni di barili al giorno, ma nel 2024 è stato inferiore del 2,5% sul 2021. Inoltre, l’import di petrolio viene principalmente messo a servizio dell’industria chimica e non di quella dei carburanti: “La domanda di petrolio per i prodotti petrolchimici in Cina è aumentata di quasi il 5% nel 2024 con l’entrata in funzione di nuovi impianti, una tendenza che dovrebbe continuare nei prossimi anni”.

Tuttavia, scrive l’Iea, “mentre il Paese è stato responsabile di oltre il 60% dell’aumento globale della domanda complessiva di petrolio tra il 2013 e il 2023, ha rappresentato meno del 20% dell’aumento nello scorso anno, in gran parte a causa del rallentamento dell’uso di carburante”.

Tra i fattori da considerare c’è “un crollo nel settore delle costruzioni, storicamente un pilastro dell’uso di gasolio, insieme alla lenta spesa dei consumatori, che è strettamente associata alla mobilità personale e alla domanda di benzina”.

I veicoli elettrici rappresentano attualmente circa la metà delle vendite di auto in Cina, stima l’Agenzia, riducendo del 3,5% la domanda di nuovi carburanti nel 2024, mentre l’uso di gas naturale compresso o liquefatto nel trasporto merci su strada ha sostituito un altro 2%.

Inoltre, si registra una sostanziale espansione del trasporto pubblico, in particolare la ferrovia ad alta velocità.

Nel complesso, conclude l’Agenzia, “varie forme di sostituzione hanno evitato una crescita della domanda di petrolio di circa il 15% (o 1,2 milioni di barili al giorno) in Cina dal 2019 e probabilmente ne eviteranno un ulteriore 5% quest’anno, principalmente a causa dell’accelerazione della penetrazione dei veicoli elettrici”.

La roadmap fotovoltaica cinese

A mettere in evidenza i risultati sul fronte delle energie sostenibili è anche il Consolato generale della Repubblica popolare Cinese a Milano, che sui canali social segnala la China PV Industry Development Roadmap pubblicata a fine febbraio dalla China Photovoltaic Industry Association.

Sono tre gli elementi estrapolati dal Consolato, che parla di “numeri da record”, ovvero: 277,57 GW di nuove installazioni solari nel 2024 (+28,3% su base annua); 1,82 milioni di tonnellate di produzione di polisilicio (+23,6% tra lo scorso anno e il 2023); “crescita costante grazie alla riduzione dei costi e alla domanda nei mercati emergenti” (si veda anche In Cina un 2024 da record per il fotovoltaico).

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