Calo storico per le emissioni di CO2 nel 2020 ma si è già tornati al business as usual

  • 4 Marzo 2021

I dati della Iea e i rischi di una transizione energetica troppo lenta.

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Nel 2020 le emissioni di CO2 globali correlate agli usi energetici sono diminuite del 6%, registrando così il calo più marcato dalla seconda guerra mondiale.

Questo risultato è stato possibile “grazie” alla pandemia che ha comportato una notevole riduzione dei consumi di combustibili fossili: petrolio nei trasporti, carbone e gas per produrre elettricità e così via.

Ma le emissioni sono tornate a salire, avverte l’Agenzia internazionale dell’energia (Iea, International Energy Agency) nel pubblicare una serie di dati e grafici.

A dicembre 2020, infatti, spinte dalla ripresa economica e industriale in diversi paesi, le emissioni globali di anidride carbonica sono aumentate del 2% rispetto allo stesso mese del 2019 (+60 milioni di tonnellate di CO2), portandosi su livelli superiori a quelli registrati prima della crisi sanitaria.

Intanto l’Enea ha pubblicato le statistiche complete per l’Italia nel 2020 che mostrano cali, rispettivamente, del 10-12% per consumi energetici ed emissioni di anidride carbonica.

Il grafico sotto della Iea evidenzia l’andamento mensile delle emissioni nel 2020 vs 2019.

Quindi c’è il rischio, sottolinea il direttore della Iea, Fatih Birol, di perdere la storica opportunità di aver raggiunto nel 2019 il picco definitivo delle emissioni di CO2.

“I numeri mostrano che stiamo tornando al business-as-usual ad alta intensità di carbonio”, afferma Birol in una nota.

Si torna così a rimarcare l’urgenza di trasformare il sistema energetico con una ripresa “verde”, incentrata su fonti rinnovabili, efficienza energetica e trasporti puliti.

Nei mesi scorsi, infatti, ci sono stati parecchi annunci net-zero: Cina, Giappone, Unione europea, per esempio, hanno dichiarato di voler azzerare le emissioni nette di CO2 entro metà secolo (2060 la Cina), poi gli Stati Uniti con Biden sono rientrati negli accordi di Parigi sul clima.

Tuttavia, è ancora enorme la distanza tra “dove stiamo andando” e “dove si dovrebbe andare” per quanto riguarda la lotta contro il cambiamento climatico e l’uscita dai combustibili fossili (si veda questo articolo con i dati Unep).

In Cina per esempio, scrive la Iea, le emissioni di CO2 sono perfino aumentate nell’intero 2020 (+0,8%) in confronto all’anno precedente.

Negli Stati Uniti, le emissioni sono crollate del 10% nel 2020 ma a dicembre si erano riportate su livelli analoghi a quelli di dicembre 2019.

Nel complesso, lo scorso anno si sono persi circa 2 miliardi di tonnellate di CO2, il declino più marcato della storia in termini assoluti, di cui la maggior parte è da attribuire ai minori consumi di petrolio, come riassume il grafico sotto.

Per quanto riguarda il settore elettrico, spiega la Iea, le emissioni di CO2 sono scese di 450 milioni di tonnellate nel 2020 a causa di molteplici fattori: domanda in calo, maggiore produzione elettrica da impianti eolici e fotovoltaici, minore produzione di centrali a gas e carbone.

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